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Eran trecento...

Publie le giovedì 24 giugno 2004 par Open-Publishing

di Giulietto Chiesa

Eran trecento, eran giovani e forti, eran ceceni … La notizia che trecento ceceni, addestrati in Afghanistan, sarebbero “entrati” in Irak è una delle più divertenti perle inventate dai servizi segreti di qualche paese innominato. L’idea che i ceceni si muovano in trecento (chi li ha contati si faccia avanti) nel deserto iracheno, pronti a farsi bombardare dagli elicotteri americani (visto che sicuramente sono stati individuati, come dimostra la fonte anonima dell’intelligence britannica), è davvero fantastica. Mai visti tanti ceceni inquadrati in formazione militare, nemmeno in Cecenia.

A casa loro usano muoversi con assoluta prudenza, di notte, a piccoli e piccolissimi gruppi. Sebbene i sistemi russi di rilevazione siano di gran lunga meno efficienti di quelli americani. Invece in Irak, dopo un addestramento afghano evidentemente di altissima qualità “guerrigliera”, i ceceni hanno preso confidenza e sono passati alla guerra campale. Altrettanto evidentemente i nostri ceceni non hanno letto le opere del generale Giap. I servizi inglesi hanno anche saputo dov’erano diretti. Forse perché i ceceni chiedevano informazioni stradali ai passanti iracheni. Sono diretti verso Nassiryja, per colpire gl’italiani.

Tutto è a posto per dare esaurienti spiegazioni quando accadrà l’irreparabile. Gl’iracheni sono felici, non sono loro che combattono gli occupanti del paese. Aspettano soltanto il 30 giugno, per diventare finalmente sudditi colonizzati del nuovo governo iracheno “sovrano”, a sua volta colonia degli Stati Uniti, ma ridipinta in azzurro dal Consiglio di Sicurezza. Chi combatte ancora sono solo i ceceni e Al Qaeda, mercenari al servizio di Allah, pagati da Allah, armati da Allah, trasportati da Allah. Resta solo da definire come mai quei trecento ceceni non siano ancora stati bombardati. E’ evidente che a Tampa, Florida, sono su tutti gli schermi del centro di comando. Probabilmente li guardano anche quando vanno a fare i bisogni dietro le dune del deserto.

Resta anche da definire da dove venivano, quale frontiera hanno attraversato, dove hanno preso le armi, come si riforniscono di cibo e di acqua, quali retrovie hanno costruito. Insomma è un battaglione che si muove, non è mica una gita in campagna. Ovviamente è tutta una bufala, ma i titoli dei giornali e dei telegiornali occuperanno le prime pagine per qualche giorno; gli esperti militari commenteranno; gli editorialisti, che non hanno mai visto da vicino un ceceno, pontificheranno. E quando sarà evidente che nessun battaglione ceceno è mai esistito, tutti si saranno dimenticati della sua “apparizione”virtuale. Ma nelle teste di tutti sarà rimasta un’idea semplice: se c’è la guerra in Irak è colpa dei ceceni.

Giulietto Chiesa

www.giuliettochiesa.it