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Estradizione di C. Battisti concessa all’Italia

Publie le mercoledì 30 giugno 2004 par Open-Publishing

PARIGI - La Chambre d’accusation di Parigi
ha concesso all’Italia l’estradizione di Cesare Battisti, 51 anni, ex leader dei Proletari armati per il comunismo, è stato condannato in contumacia a due ergastoli per 4 omicidi risalenti alla fine degli anni ’70. Secondo i magistrati italiani Battisti è l’esecutore di tre omicidi e l’organizzatore del quarto, quello del gielliere milanese Torregiani. I difensori dell’ex terrorista hanno comunque annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione.

Alla lettura della sentenza del presidente della Corte d’Appello numerose proteste di amici e sostenitori dell’ex terrorista si sono levate in aula. I familiari sono scoppiati in lacrime. Alle parole "concessione dell’estradizione" ha cominciato a singhiozzare, con le mani che le coprivano il volto, la compagna Mariette, mentre la ex moglie è rimasta impassibile ed ha cercato subito di consolare la figlia.

"Honte, honte" (vergogna) è il grido che si è insistentemente levato dall’uditorio mentre qualcuno dei presenti ha urlato: "Siamo in una dittatura!". Il sindaco del X Arrondissement, Jacques Bravo, quello dove risiede a Parigi Battisti, ha abbracciato e accompagnato fuori la compagna dell’ex terrorista, che nel corridoio di uscita del palazzo di giustizia se l’è poi violentemente presa con un cameramen italiano che la stava inquadrando.

E disordini ci sono stati anche fuori dal palazzo di giustizia. Una decina di manifestanti sostenitori di Cesare Battisti si sono distesi in terra in pieno boulevard du Palais, davanti al palazzo di giustizia parigino. Una trentina di agenti in tenuta antisommossa hanno circondato circa duecento manifestanti che protestavano per la concessione dell’estradizione cantando vecchi motivi partigiani e della resistenza e l’ Internazionale con l’accompagnamento alla fisarmonica dell’ex leader di Autonomia Operaia Oreste Scalzone.

Alcuni momenti di tensione si sono avuti tra i sostenitori di Battisti, i numerosi giornalisti e cameramen presenti: è volato qualche spintone, un po’ di insulti e poi la polizia, tra i fischi, ha sgomberato il boulevard che per oltre mezz’ ora è rimasto chiuso al traffico dai blindati accorsi sul posto.

Battisti è in Francia dal 1990. Arrivò nella capitale francese dopo essere evaso nel 1981 dal carcere di Frosinone, in cui era detenuto per precedenti condanne, ma la sua vicenda viene da lontano e si colloca alla fine degli anni ’70, quando divenne leader del Pac (Proletari armati per il comunismo), gruppo sovversivo che aveva trovato spazio nelle cronache dell’epoca per aver ucciso nel biennio 1978-79 Antonio Santoro, maresciallo della polizia penitenziaria, Andrea Campagna, agente di polizia, un gioielliere milanese, Pier Luigi Torrigiani, il cui figlio rimase paraplegico e incapace a procreare, ed un macellaio veronese, Lino Sabadin.

Una volta abbandonata la lotta armata, Battisti si era dato alla scrittura, pubblicando opere in cui proponeva alcune analisi sull’esperienza dell’antagonismo radicale, tra cui "L’orma rossa", edito da Einaudi.