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FACCE DA C......

Publie le sabato 19 marzo 2005 par Open-Publishing
5 commenti

Dazibao Elezioni-Eletti Governi

di Viviana Vivarelli

Sempre piu’ edificante! Il TAR, sotto la presidenza di Corrado Calabrò, respinge il ricorso della Mussolini, che non potrà più partecipare alle elezioni regionali del Lazio per la presenza nella sua lista di firme false.

Sei ore dopo Corrado Calabrò viene promosso da Berlusconi: Presidente delle Authority per le Telecomunicazioni (praticamente una promozione in campo), cosi’ ora Berlusconi può fare sulle tv quel che c... gli pare. Ora Storace potrebbe avere quel 9% di voti in più che ’potrebbero’ portarlo alla vittoria (per quanto, se io volessi dare il voto alla Mussolini, sopra la scheda di scriverei lo stesso: Alessandra Mussolini, anzi ci scriverei anche: "alla faccia di Storace")...

Ora il figlio di Pisanu potrà diventare assessore regionale. Non ci bastava Bossi, che mette la moglie come reggente del partito, il figlio decenne come erede, figlio e cognato a Strasburgo come portaborse ultrapagati

In un paese normale, un presidente di Regione compromesso da uno scandalo simile si dimetterebbe. Invece il ministro degli interni Pisanu lascia il tempo a Laziomatica di smantellare i terminali per cancellare le tracce delle incursioni.

Spregiudicati? Senza pudore? Dove sono finiti i duri e puri? E le denunce a Storace per la violazione della privay? Sciocchezzuole. Di fronte ai reati del leader massimo, un po’ di violazione di privacy e un po’ di nepotismo cosa vuoi che siano!

I parenti, figli, nipoti e pronipoti di AN e LEGA non faranno mai i Cococo, di questo si può star certi. "Kuando si dice il Kulo!!!
In Italia occupati non si diventa, si nasce. Politici pure.
Si chiama feudalesimo. Ovviamente stava molto prima della democrazia, come l’era neolitica, e non era meglio.

Ma guai a parlare di regime, non si può, per non far piangere il centrosinistra moderato che a certe parole ci soffre, poverino.
Storace aveva presentato anche una lista civetta col furbastro nome di ’Verdi Ecologisti’, cosi’ uno credeva di dare il voto ai Verdi e lo dava a lui, ma che bella onestà! I Verdi-del-sole-che-ride denunciano le firme non valide di questa lista, dove c’è di tutto: firme doppie, dati anagrafici di fantasia, nomi addirittura in ordine alfabetico, nomi senza firma, calligrafie uguali....

Ma il TAR, guarda caso, non esclude questa lista, la ’rimanda’: entro 7 giorni possono metterci firme buone. La Mussolini no! Due pesi e due misure. ’LORO’ e gli altri. Quando si dice la democrazia= uso spregiudicato del potere per interessi personali! Tanto varrebbe chiamarla ’egocrazia’. Ed è per questa gente che gli Italiani dovrebbero andare a votare? Eppure i voti sottratti abusivamente dalla Laziomatica all’anagrafe sono proprio gli stessi che risultano irregolari nella lista della Mussolini. L’imbroglio è evidente. Ma Storace non si vergogna, macché: si vanta: "Non hanno commesso un reato, ne hanno evitato uno, dovrebbero dargli la medaglia!" A strafottenza, è paro paro Berlusconi. Tale maestro, tale allievo.

Eppure la legge parla chiaro: "Per l’art. 615 ter del codice penale, chiunque abusivamente si introduca in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza è punito con la reclusione fino a tre anni”, di più se è pubblico ufficiale. Un presidente di Regione quando si prenderebbe?

E quella faccia tosta di Corrado Calabrò che aveva pure rassicurato la leader di Alternativa sociale: ’’La Mussolini può stare tranquilla: la decisione sarà esclusivamente e rigorosamente giuridica. Il Tar decide in termini di diritto e non piglia imbeccate da nessuno’’. Si è visto! Fatto e promosso!

Glieli vogliamo dare 3 anni di carcere a Storace come mandante di un reato? O vogliamo punire solo il ragazzino che scarica dal pc un pezzo di musica tecno?

Lo sgignazzo è che, malgrado imbrogli, mazzette, sgambetti a ex colleghi, hacker pagati dalla Regione, reati vari, promozioni che puzzano e altre amenità tipicamente fasciste, praticamente delinquenziali, un sito della Presidenza del Consiglio (www.sondaggipoliticoelettorali.it) dà Marrazzo in vantaggio su Storace. Quando si dice la sfiga!

Piccola ciliegina: la decisione del consiglio dei ministri di nominare il fido Calabrò è stata presa ’dopo’ che Berlusconi e Letta si sono allontanati dall’aula, per "rispettare il divieto al conflitto di interessi" !!!!! Ma che fini, che delicati! Ma date via el c....!
Ma AN non era quella.. che "la moralita’ avanti tutto!" ?!

L’authority per le telecomunicazioni dovrebbe: garantire il pluralismo, assegnare le frequenze televisive, controllare le concessioni pubblicitarie, controllare la propaganda elettorale, rilasciare concessioni ecc. Con Calabrò come presidente saremo sicuri che (come ha detto?): "le decisioni saranno esclusivamente giuridiche, non prenderemoo imbeccate da nessuno!"

Ma che facce sono queste? (vedi il titolo)

Messaggi

  • Piatto del giorno: Sarsiccia a’ la Storace

    ...e il seguito del fattaccio alla Storace va anche peggio: il ministro degli interni Pisanu lascia il
    tempo a Laziomatica di smantellare i terminali per cancellare le tracce delle incursioni e infatti i file vengono cancellati, la memoria è azzerata! Così Storace può affermare trionfante: “Non ci sono prove di hacker!” E infatti gli hard disk sono stati manomessi. Ma un fax prova che l’ufficio stampa di Storace aveva in suo possesso i dati delle intrusioni illegittime nei servizi telematici del Comune.
    Ed è con queste belle pensate che noi, domani, dovremmo andare a votare con un conteggio dei voti informatizzato, magari coi risultati aggiustati proprio della Laziomatica? E con quali garanzie? Dopo i brogli di Bush, avremo quelli alla vaccinara? Elezioni trasparenti? Più che trasparenti, nere, direi.
    Viviana

  • non si può pretendere che qualcuno si dimetta... la coscienza è del singolo e storace, anche se fa per due fisicamente, non penso abbia nè coscienza nè dignità. certo di furbizia ed arroganza ne ha da vendere.
    spero che la gente se ne renda conto. ma spero anche che qualcuno ricordi a tutti che la lista mussolini è una lista xenofoba e infarcita di neo fasciti e picchiatori.
    che siano gli elettori a mandare a casa quel fanfarone e che siano i magistrati, se davvero ha barato, a ingabbiarlo.

    • CHISSA COM’ E’ , IL FIGLIO DI PISANU E’ CANDIDATO PER IL LAZIO NELLA LISTA STORACE.

      E IL MAGISTRATO CEL TAR DEL LAZIO CHE HA ESPULSO DEFINITIVAMENTE LA MUSSOLINI DALLE LEZIONI DEL LAZIO E’ STATO IMMEDIATAMENTE PROMOSSO DAL GOVERNO IN UNA DELLE VARIE AUTORITY.

      ORMAI SIAMO AL FESTIVAL DEL CONFLITTO DI INTERESSI !

      E D’ ALEMA CONTINUA A DIRE CHE QUESTO NON E’ UN REGIME !!!

    • la storiaccia continua.....
      Storace, sconfessato dal fax, dopo che aveva azzerato gli hard disk, dichiara adesso che era suo pieno diritto trovare prove indiziarie e infatti aveva ordinato lui stesso l’incursione nelle banche dati anagrafici, supportato da un avvocato, per inguaiare la Mussolini. Ma, facendo questo, ci sembra che Storace, in rpeda alla disperazione, si sia definitivamente la zappa sui piedi. Ci chiediamo se il potere gli abbia dato proprio di volta alla testa. Quando mai un presidente di regione (potere amministrativo) ha assunto il diritto, motu proprio, di arrogarsi competenze e facoltà appartenenti al potere giudiziario? Storace è diventato, oltre che capo della regione, anche pubblico ministero e poliziotto? La divisione dei poteri è definitivamente morta? Possiamo adesso fare a meno dei magistrati e della polizia? Non occorrono piu’ i mandati di un magistrato per fare infrazioni alla legge cercando prove indiziarie? Basterà che un amministrativo lo voglia e potrà fare indagini per conto suo, violare la legge, raccogliere prove, e magari anche fare il processo ed emanare la sentenza? Non basta l’abuso di potere derivante dal gestire soldi pubblici per interesse privato, non basta aver violato la legge per garantirsi un vantaggio elettorale, dobbiamo vedere anche l’invasione conclamata e arrogante del potere giudiziario e delle competenze delle forze di polizia? Ad ogni mossa che fa, Storace rivela di non tenere in nessun conto le leggi, i limiti del suo potere, le peculiarità del suo ruolo. In pratica Storace sta dimostrando al mondo intero di essere indegno di rivestire una carica pubblica. Contraddizione delle contraddizioni: per questo blitz tanto onorevole, l’onorevole presidente di Laziomatica si è dimesso.
      Io non lo dirà mai abbstanza: se gente simile crede di poter vincere le elezioni usando brogli elettorali e falsificazioni dei risultati usando manipolazioni sul tipo della Laziomatica, sarà bene che le forze dell’opposizione lo impediscano da subito, opponendosi a conteggi informatizzati di risultati elettorali.
      Si dice che Berlusconi sia fuori dai gangheri e che lo Storace-gate gli ha fatto venire un travaso di bile. Spero che l’opposizione lo sfrutti come è suo diritto, e non che stia sul pero a sognare o minimizzi come è successo in passato. Quante volte ho sobbalzato sentendo quelli dell’opposizione dire, dopo qualche grosso scandalo di Berlusconi o soci, che loro non avrebbero strumentalizzato politicamente la cosa. Qui il gioco è duro e devono venir fuori i duri. Se non volete giocare duro, statevene a casa. Le pappemolle Berlusconi se le mangia.
      Viviana

    • Chiunque lavori o abbia lavorato in un posto dove c’e’ un sistema informatico e delle passwords sa che non funziona cosi’.

      Ogni considerazione mi sembra quindi superflua.

      da "Repubblica on line" del 21/3/2005

      Firme false, parla il funzionario di Laziomatica che ha scaricato i dati:

      "Un avvocato mi ha chiesto di aiutare la legge e di mantenere il segreto"

      "Sono entrato nell’Anagrafe del Comune

      Un legale mi ha detto che dovevo farlo"

      "Aveva delle carte della Procura e mi ha spiegato che era l’unico modo
      perché non c’era tempo per fare richiesta di regolari visure al Campidoglio"

      ROMA - "Ho agito da solo ai fini di giustizia: un avvocato mi ha chiesto di aiutare la legge, anzi mi ha detto che non potevo tirarmi indietro e che dovevo mantenere il segreto perchè quella era un’indagine. Mi sono comportato da cittadino modello". Mirko Maceri ha 28 anni, è il direttore tecnico dimissionario di Laziomatica: è, lo dice lui stesso, la persona che materialmente ha scaricato gli oltre 2000 dati dalla banca dati dell’Anagrafe usando il sistema informatico di Laziomatica.

      E lo ha fatto, sottolinea, "perchè me lo ha chiesto l’ avvocato Romolo Reboa, presentandosi con delle carte che avevano il timbro della Procura: mi ha detto che c’era un’inchiesta, era una cosa delicata, che se mi tiravo indietro ci sarebbero state delle complicazioni, ecco perchè l’ho fatto". Reboa è il legale di Marco De Vincentiis, il primo a presentare l’esposto per le firme false a sostegno di As.

      "Reboa - afferma Maceri - mi ha detto che aveva tentato di contattare l’amministratore unico Vincenzo Bianchini che però era fuori, all’estero. Io a quell’ora, in quel momento ero l’unico dirigente presente a Laziomatica, in ufficio. Certo che mi sono posto il problema della privacy: Reboa mi ha rassicurato dicendo che per le indagini difensive, come erano quelle, questo problema non c’era. Era superato".

      Maceri spiega anche di avere chiesto a Reboa di rivolgersi all’Anagrafe. "Lui mi ha detto che il Campidoglio non gliele avrebbe date subito quelle visure, che non c’era il tempo per la richiesta - continua Maceri - Reboa mi ha detto: o questa cosa la fa Laziomatica o non la fa nessuno".

      Così il direttore tecnico di Laziomatica si convince. "Ho fatto tutto da solo e ho mantenuto il segreto. Ho relazionato l’azienda di quello che era successo solo dopo che è scoppiato il caso e così anche con i referenti politici" sottolinea Maceri. Che ha una spiegazione anche per la questione delle password usate. "Io sono un dirigente, certo che ho la password per accedere ai dati del Ced del Comune ma non l’ho mai usata, il mio lavoro non richiede quel tipo di prestazione - spiega - e non usandola l’ho dimenticata. Per questo ho usato la password di due miei dipendenti, previa loro autorizzazione informale. Le cose sono andate così, non c’è nessun mistero".

      Maceri vuole spiegare anche un ultimo punto: quello degli orari notturni e domenicali scelti per interrogare l’anagrafe capitolina e scaricare i file. "Non capisco i sospetti: ho semplicemente preferito non sottrarre tempo al normale orario di lavoro - continua - è stata una questione di correttezza".

      Quello che proprio non va giù a Maceri è "essere al centro di un attacco politico, quando sono un tecnico, ed essere attaccato da quella parte politica che nel ’99, all’epoca della Giunta Badaloni, mi ha fatto entrare alla Regione Lazio. E’ tutta un’assurdità, una situazione nella quale mi sento a disagio".

      "Ripeto: ho agito per aiutare la giustizia. Sono un professionista, ho sempre lavorato: quando sono arrivato qui l’informatica era trascurata. Ho dato la mia vita per rifare la rete informatica della Regione. Perchè l’informatica aiuta e risolve la vita dei cittadini". Questa almeno la convinzione del direttore tecnico di Laziomatica.

      (20 marzo 2005)