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Francia : All’Assemblea nazionale é in gioco l’avvenire della Posta

Publie le mercoledì 19 gennaio 2005 par Open-Publishing

Dazibao


di Anne Michel

Martedi’ 18 e mercoledi’ 19 gennaio i deputati esaminano il progetto di legge
che permetterebbe di creare una banca postale e obbligherebbe la Posta a mantenere
14 punti di contatto. I deputati non sono insensibili agli argomenti, contraddittori,
dei sindacati e delle banche, che si oppongono alla riforma. Rientro caldo per
i parlamentari, offerto martedi’ 18 e mercoledi’ 19 gennaio, dopo la lunga pausa
natalizia, dall’esame del progetto di legge relativo alla regolamentazione delle
attività postali. Discusso un anno dopo la sua adozione al Senato, questo testo
di legge é determinante per l’avvenire delle Poste.

Infatti, esso non si limita a ratificare l’apertura progressiva dei servizi postali
alla concorrenza entro il 2009, ma riorganizza in profondità l’impresa pubblica,
autorizzandola da una parte a ristrutturare la sua rete di uffici e dall’altra
a trasformare i suoi servizi finanziari in una banca.

Secondo Jean Proriol (UMP), relatore del progetto di legge, é "il primo testo di legge di una tale portata per l’attività postale" dopo la legge del 17 luglio 1918 sulla creazione di un servizio di conti correnti e di assegni postali. Un’analisi che occulta la scomparsa delle PTT e la creazione della Posta all’inizio degli anni 1990.

La discussione promette di essere animata fra i sostenitori di una modernizzazione accelerata della Posta, che sarebbe diventata imperativa per far fronte alla liberalizzazione del mercato, dopo decenni di immobilismo, ed i partigiani del mantenimento del servizio pubblico postale, che mette in primo piano l’obiettivo della pianificazione del territorio. Il Partito socialista ha annunziato che presenterà 17 000 emendamenti, tanti quanti sono i punti di contatto della Posta.

Da parte loro, i sindacati CGT, SUD, FO e CFTC, che si oppongono alla legge, chiamano i 300 000 dipendenti fissi e a contratto della Posta a scioperare 24 ore martedi’. Essi temono in ugual misura gli effetti della liberalizzazione del mercato postale sull’occupazione e la privatizzazione della futura banca postale. Allorché un percettore di RMI su due é un cliente della Posta, una tale prospettiva segnerebbe, secondo loro, "la fine dei servizi finanziari per tutti".

In questo contesto, il governo vuole sminare il terreno, cosciente che la posta in gioco é cruciale. Il sottosegretario all’industria, Patrick Devedjian, ha molto lavorato in queste ultime settimane sul testo di legge, per apportarvi degli emendamenti suscettibili di calmare le ire dei deputati. L’anno scorso parecchi deputati hanno esperimentato chiusure brutali di uffici postali senza alcuna trattativa preventiva.

Per quanto riguarda la presenza postale, dunque, Devedjian informerà l’Assemblea della sua preoccupazione di vedere la Posta rispettare l’impegno, preso alla fine del 2004 con il primo ministro, di conservare i suoi 17 000 punti di contatto. Per dare forza di legge a quest’impegno, in ogni caso almeno parzialmente, il ministro sosterrà l’emendamento dell’onorevole Proriol, che prevede che oltre il 10% della popolazione non potrà trovarsi ad oltre 5 km da un punto di contatto. Secondo i calcoli del suo ufficio, questa regola costringerà la Posta a conservare almeno 14 000 punti di contatto, cioé più del doppio di quello che prevedeva in origine il progetto di legge.

Dal punto di vista di Bercy (Ministero delle Finanze, NdT), questa "garanzia legale" su 14 000 punti lascia un grande margine di gestione all’impresa per riorganizzarsi, dato che i punti di contatto possono essere sia uffici gestiti direttamente che agenzie gestite da comuni o punti-posta tenuti da tabaccai. Per i collaboratori di Devedjian, far finanziare il servizio postale dai comuni ha senso, per esempio "in termini di politica urbana e sociale, quanto si tratta di garantire una presenza postale in zone sensibili".

Questa nuova concezione del servizio pubblico postale é condivisa dal ministro dell’Economia, Hervé Gaymard, che ha seguito con attenzione l’elaborazione della legge a fianco del suo sottosegretario. A Le Monde, Gaymard spiega che questa legge "costituisce un’indispensabile evoluzione, il punto d’arrivo di un lungo processo iniziato sotto il governo Rocard nel 1990, con la separazione dalle poste dalle telecomunicazioni." "La Posta, pensa, cessa di essere una vecchia amministrazione, per diventare un’impresa moderna e concorrenziale." Interrogato sull’apertura del settore alla concorrenza, il ministro dell’Economia giudica di "fare, con questa legge, la scelta della concorrenza, ma di una concorrenza regolata nell’interesse dei Francesi. Si tratta di far coincidere l’introduzione della concorrenza nel settore degli invii di corrispondenza con le esigenze del servizio universale." Egli precisa che "l’aumento del potere della nuova autorità di regolazione" - la legge prevede la creazione di un’autorità di regolazione postale, detta Arcep, incaricata di controllare la concorrenza e di fissare le tariffe della Posta - si inscrive in questo quadro, e "permetterà di spoliticizzare la fissazione delle tariffe postali", fra cui il prezzo del francobollo.

Di fronte alle inquietudini sulla possibile sparizione di migliaia di uffici postali, Gaymard riafferma che "la rete postale deve adeguarsi dopo concertazione con gli amministratori locali. Bisogna optare per una gestione caso per caso, che permetta di migliorare il servizio erogato". Per questo intimo di Jacques Chirac, "occorre dare alla Posta gli strumenti per svilupparsi in un contesto in piena evoluzione, non lasciarla in questa situazione, in cui la Deutsche Bank ha la pole position".

A proposito del futuro istituto di credito postale, combattuto dalle banche, Gaymard sottolinea che "la creazione di una banca postale non deve ingannare; non creiamo una rete bancaria postale dall’oggi al domani, ma diamo uno statuto e condizioni di concorrenza leali, senza alcun vantaggio non dovuto, a servizi finanziari esistenti da sempre".

"Non penso che la banca postale debba essere privatizzata, conclude, e neppure la Posta. Mi rifiuto di parlare di questa prospettiva, che non fa parte dello spirito del progetto di legge".

Anne Michel


La rete più densa d’Europa

Punti di contatto: la Posta ne possiede 17 000, di cui 14 000 in gestione diretta. Altri 3 000 sono gestiti da botteghe, da comuni o da privati a contratto. In Germania, 5 000 uffici su 12 000 sono gestiti dalla Deutsche Post.

Insediamento e frequentazione: il 17% della rete postale é situato in comuni di meno di 10 000 abitanti. 6 500 punti di contatto lavorano meno di 4 ore al giorno.

Densità: la Francia ha un punto di presenza postale ogni 3 530 abitanti, contro 1 ogni 6 490 in Germania, 1 ogni 7 660 nei Paesi Bassi, ma 1 ogni 3 470 nel Regno Unito.

Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao

http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3234,36-394522,0.html