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Francia: "Aspettate che un treno deragli !" Con i ferrovieri dell’impianto di Massena, 60% di scioperanti
Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing
di Paule Masson
"Andiamo forte oggi", assicura Bernard Ducassou con un cenno del capo. La direzione
dichiara un tasso di scioperanti del 60%, di cui quasi il 70% personale esecutivo. "Si’,
siamo più forti del solito", si compiace il gruppo di militanti della CGT degli
impianti di Massena, nel sud di Parigi. Normalmente, 640 ferrovieri lavorano
qui alla revisione dei carri, alla riparazione del materiale, alla preparazione
dei treni et ai lavori di manutenzione. Ieri mattina l’impianto era deserto ed
il personale in sciopero contro il bilancio della SNCF che sopprime posti di
lavoro (tredici a Massena) e non accorda nessun credito per la modernizzazione
del loro impianto.
Mentre a Parigi si moltiplicano gli edifici nuovi fiammanti del nuovo quartiere "Riva sinistra", gli impianti della SNCF, stretti all’interno di questo vasto cantiere, sono talmente vetusti che si teme per il loro futuro. In attesa dell’appuntamento con la direzione, Christian Gabet, lattoniere e Daniel Couturier, caposettore, da tempo alla SNCF e nel sindacato, continuano a descrivere tutto quello che "va in rovina". La forza del servizio pubblico, che per loro é ancora "un concetto" la vedono indebolirsi di anno in anno. A tal punto che questo "bilancio 2005" é la goccia che fa traboccare il vaso. "Lo abbiamo sentito bene preparando questa giornata che moltissimi ferrovieri erano coscienti dell’obbligo di partecipare alla lotta" riassume Christophe Dubois, da cinque anni alla SNCF ma già segretario del sindacato CGT.
In quest’ambiente elettrico, l’incontro con la direzione ha assunto la forma di uno sfogo per suonare l’allarme su tutti i lavori che vanno a rotoli per mancanza di mezzi. "In vent’anni, la produttività del lavoro é aumentata del 57%, mentre il potere d’acquisto dei ferrovieri ha perduto il 20%", esclama il delegato di SUD rail. "Chi vi ha dato questi dati?" reagisce la vicedirettrice, che finisce per riconoscere che "i margini di progresso della SNCF vengono dalla produttività. In un contesto di competitività, per restare in corsa bisogna essere i migliori", tenta di convincere. "Allora per noi significa: lavorate di più e guadagnate di meno", ironizza Christian Gabet prima di chiedere conto sulle condizioni dei binari del cantiere. "L’anno scorso sono stati effettuati lavori urgenti su due binari", risponde lei. "E per i binari 21 e 22 aspettate che un treno deragli", dice Daniel Rousseu, turnista. "Occorre anzitutto far far una diagnosi", insiste la direttrice. "E’ tutto marcio, eccola la diagnosi", sbotta un ferroviere, e Thierry Boitière, delegato CGT, aggiunge che "i kilometri di binari da cambiare sono responsabilità della direzione e si tratta di un tipico problema di bilancio". Mentre i problemi di sicurezza sono evidenti, altra nota stonata sull’igiene. La pulizia del sito fa parte del lungo elenco di compiti che la SNCF ha affidato ai privati. Questioni di bilancio, le cui conseguenze sono poco lusinghiere, dato che l’assemblaggio dei treni i ferrovieri lo fanno in mezzo ai detriti, escrementi ed altra immondizia. In questo ambiente indecoroso, per gli utenti della SNCF si perde la qualità del trasporto. Programmando un nuovo degrado, il bilancio 2005 della SNCF costituisce, per Christian Gabet, "una minaccia forte come quella del 1995 quando il governo Juppé aveva tentato di chiudere 6000 km di linee".
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.humanite.presse.fr/journal/2005-01-20/2005-01-20-455051