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G8 di Genova, pene ridotte per 8 no global, ma 5 vanno in carcere. Avvocati: "Ingiustizia è fatta". Ferrero (Prc): "Manifestanti capro espiatorio di una massacrata delle forze dell’ordine"
Publie le sabato 14 luglio 2012 par Open-PublishingSono state ridotte dalla Cassazione le pene per otto dei dieci no global imputati per le devastazioni avvenute a Genova durante il G8 del 2001. La sentenza di condanna è ora diventata definitiva. Tutti gli imputati sono stati riconosciuti responsabili del reato di devastazione e saccheggio.
Cinque condanne definitive, di cui due confermate e tre con uno sconto di pena; altre cinque condanne annullate con rinvio, affinchè la corte d’appello di Genova valuti un’attenuante. Questo vuol dire che andranno in carcere cinque dei No Global condannati dalla Cassazione per devastazione e saccheggio durante le manifestazioni anti G8 avvenute a Genova nel luglio 2001. La condanna, infatti, e’ subito esecutiva per Alberto Funaro (condannato a dieci anni) e Ines Morasca (condannata a sei anni e sei mesi), i cui ricorsi sono stati rigettati. Esecutiva anche la pena per Marina Cugnaschi, Vincenzo Vecchi e Francesco Puglisi .
"Adesso cinque persone devono entrare in carcere e altre cinque devono rifare il processo per la rivalutazione delle attenuanti ma ingiustizia è fatta per la sproporzione abissale delle pene, per danni solo a cose, merci, edifici, rispetto ai funzionari e agenti della Polizia che, pochi giorni fa, hanno chiuso un percorso processuale per sevizie senza pagare alcun prezzo alla giustizia. Perchè le dimissioni dalla Polizia sono una sanzione amministrativa". Queste le prime parole dell’avvocato Francesco Romeo, difensore di uno dei No Global (Dario Ursino) per i quali è stato disposto l’annullamento per la rivalutazione delle attenuanti.
Giuliano Giuliani, padre di Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso a Genova durante il G8 del 2001: "Ho sempre sostenuto che le condanne comminate in appello per quei 10 ragazzi erano aberranti. Adesso voglio capire se è caduta l’accusa di associazione finalizzata alla devastazione e saccheggio. Hanno caricato su un manipolo di ragazzi la responsabilità totale di quello che successe allora e il computo delle pene fu addirittura più alto di quelle comminate per i massacri della caserma Diaz. La cosa che mi preoccupa è l’accusa di associazione: una norma del codice Rocco recuperato in un’aula di tribunale dell’Italia democratica per giustificare una cosa assurda".
Interviene criticamente anche Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc: "La riduzione delle pene per 8 dei 10 imputati non può farci sentire soddisfatti nè sollevati: i manifestanti - che non erano black bloc - sono diventati il capro espiatorio di una massacrata messa in atto dalle forze dell’ordine per la quale al contrario la catena di comando è rimasta impunita. Le responsabilità di De Gennaro - aggiunge - hanno avuto come esito la sua promozione a sottosegretario. Evidentemente in Italia infrangere una vetrina richiede una punizione, torturare le persone no. La macelleria messicana non ha fracassato solo i corpi ma anche le regole democratiche".