Home > Genova: centri sociali, scintille contro An
PIAZZA BANCHI Tensione al corteo. Obiettivo: bloccare la petizione a
favore della struttura di accoglienza per clandestini
Spintoni, urla, scontri con la polizia. I turisti scappano
Piazza Banchi isolata per oltre due ore per la manifestazione dei centri
sociali contro Alleanza nazionale. E tra polizia e manifestanti la
tensione porta allo scontro. Duplice il motivo del contendere: An chiede
la costruzione di un centro di permanenza per stranieri irregolari, i
centri sociali li considerano «lager»; i primi (con il vicepresidente
della Regione Gianni Plinio) rivendicano il diritto di raccogliere firme,
i secondi sostengono che «a Genova non si fanno manifestazioni razziste».
Il presidio di An era fissato alle 16, quando i vicoli già erano invasi da
migliaia di genovesi e turisti per lo splendido sabato di shopping e
iniziative 2004. Un centinaio di poliziotti con caschi e scudi
presidiavano già da ore Campetto e Banchi. I passanti non capiscono, sono
smarriti, cambiano direzione. I turisti ripiegano al porto antico, dove,
per altro, Fausto Bertinotti stava inaugurando la campagna elettorale di
Rifondazione.
Oltre duecento ragazzi di Zapata, Terra di Nessuno e dei Giovani comunisti
piombano sotto la Loggia della Mercanzia alle 16,20 al grido di «siamo
tutti clandestini». La piazza è occupata, degli uomini di An neppure
l’ombra: la questura li ha avvisati e convinti a rinviare di almeno
un’ora. Una lunghissima versione di Bella ciao si alza come i pugni al
cielo, mentre i poliziotti cominciano subito con gli avvertimenti: «Vi
facciamo solo sfilare, nient’altro». Trattative incandescenti, il
nervosismo, da una parte e dall’altra, è evidente.
«No ai lager per cittadini stranieri», urlano i centri sociali. In piazza
anche il consigliere comunale Laura Tartarini (indipendente in
Rifondazione) eletta con quasi mille voti no global. Hanno intenzioni
precise: circondare con una griglia il tavolo di An «per fargli capire
cosa significa essere prigionieri». Così gli agenti della questura
mostrano i denti: «Ragazzi, non siamo solo i venti che vedete qui. Siamo
tre volte tanti. Vi sgomberiamo in cinque minuti».
La situazione comincia a precipitare alle 16,45, quando il cordone dei
poliziotti si stringe attorno ai manifestanti in un’operazione di
"contenimento" per allontanare il presidio non autorizzato. Il corpo a
corpo è immediato: centri sociali a mani alzate, poliziotti avanti decisi.
Faccia a faccia, i blocchi si insultano e trattano, ma presto volano le
spinte. L’evacuazione procede, le poche bancarelle che già non avevano
chiuso, sbaraccano; altri negozi abbassano le serrande.
Spinte, spinte. Strattoni. Alle 16,55 i ragazzi accettano di fare tre
passi indietro. Arrivano gli stati generali di An. Esplode la
contestazione, i centri sociali srotolano i 25 metri di griglia (quelle da
orto) da opporre ai poliziotti. Scoppia il caos, gli agenti, per
impossessarsene, fanno volare i manganelli: dura un minuto, in due cadono
a terra, ritorna tra i cori il nome di Carlo Giuliani. Ma, oltre i
poliziotti, cinquanta passanti hanno creato un altro sbarramento e
prendono di mira Plinio e il segretario provinciale Alfio Barbagallo. Là
dietro, infuria la battaglia per la griglia: dieci ragazzi vanno a
riprendersela, la rissa dura pochi secondi.
Il caos regna mezzora, è il preludio all’abbandono di An, alle 17,37. Tre
minuti dopo i centri sociali entrano trionfanti in piazza Banchi. Turisti
e genovesi sono ancora spaesati, prima di tornare sotto la Loggia ci
pensano due volte.