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Genova, due bombe sul processo alla Diaz?

Publie le mercoledì 31 marzo 2004 par Open-Publishing

Ordigni contro una caserma di polizia. La questura accredita
la pista di sinistra ma per la procura ogni ipotesi è prematura
Genova, due bombe sul processo alla Diaz?

Due esplosioni squarciano ancora la notte genovese: la prima alle 3 e 11, la seconda più violenta,
14 minuti dopo, quando sul posto sarebbero accorse le prime volanti della polizia.
Succede a Sturla, tranquillo quartiere del levante. Nessuna vittima, nessuna rivendicazione, solo
danni a una cabina del semaforo, ai cassonetti dell’immondizia, ai vetri delle case e a una
conduttura idrica. L’acqua fuoriuscita renderà più difficile l’identificazione dell’esplosivo
utilizzato.

Che sia dinamite, per ora, lo dice il Viminale da Roma. Le bombe erano state sistemate nel
piazzale che funge da parcheggio per gli agenti della caserma di ps ma anche per i clienti di una
discoteca e della Coop. L’obiettivo sembra dunque la caserma Ilardi dove dormono alcune decine di
agenti e che ospita il reparto volanti e un poligono di tiro. Le modalità ricordano un attentato del
dicembre 2002 con le bombe sistemate nei giardini Coco, a fianco alla questura.

Allora rivendicarono
sedicenti brigate 20 luglio e le indagini, come ora - furono assegnate ai pm Canepa e Canciani,
gli stessi che rappresentano la pubblica accusa ai 23 manifestanti incriminati di devastazioni e
saccheggio n
egli scontri del G8.

Da Palazzo di Giustizia si annuncia l’apertura un fascicolo contro ignoti per strage,
fabbricazione e detenzione di esplosivi ma per i magistrati ogni ipotesi è «prematura». In questura, al
contrario, non sembra il momento dei dubbi: si accredita fin dal mattino la pista di estrema sinistra
suggerendo un collegamento con l’arresto di mercoledì scorso di tre antifascisti milanesi colpiti
dall’accusa incredibile di aver rapinato certi estremisti di destra su un treno che li portava a un
corteo a Genova. In serata, il questore Fioriolli proverà a correggere il tiro: «Non ho mai
attribuito l’attentato al centro sociale Orso (quello frequentato da Dax e a cui fanno riferimento due
dei tre detenuti, ndr).

Noto solo che dopo l’arresto di 23 no global (gli accusati di devastazione
e saccheggio, ndr) hanno messo la bomba in questura e dopo i tre arresti dell’Orso è arrivato
questo attentato. C’è una consequenzialità». Intanto, Orlando, Milo e Marta, i tre antifascisti
milanesi, sono s
tati visitati in carcere proprio ieri da Graziella Mascia, deputata di Rifondazione e dal
capogruppo in regione del Prc, Fortunati. «I tre hanno una storia preziosa e svolgono un’attività
importante nelle periferie milanesi - ha spiegato Mascia - lascia attoniti che vengano collegati a fatti
così gravi come quelli accaduti a Genova».

De Gennaro, volato in Liguria per i vertici di rito e per solidarizzare con i suoi uomini, afferma
sicuro che gli ordigni erano fatti per uccidere.

«Ma gli attentati sono utili solo a chi teme verità e giustizia», spiegano - condannando
l’attentato senza se e senza ma - i comitati che si battono con le vittime per fare luce sui misfatti di
polizia nel luglio 2001: «Alimentare un clima di tensione serve solo a chi abbia qualcosa da temere
da una ricostruzione fedele dei fatti e da un rigoroso accertamento delle responsabilità»,
scrivono i comitati Verità e Giustizia e Piazza Carlo Giuliani. Com’è noto, l’altra "consequenzialità" è
la fissazione, per la fine di giugno, dell’udienza preliminare per le violenze e gli abusi di
agenti e funzionari nella scuola Diaz.

A Sturla, tra l’altro, presta servizio Alessandro Perugini,
vice capo della digos nel luglio 2001. E’ quel poliziotto famoso per il film che lo ritrae mentre
tenta di tirare calci a un minorenne di Ostia immobilizzato da altri agenti. Inoltre, in quei giorni,
era assegnato a Bolzaneto, carcere provvisorio per i fermati del G8. E le bombe di ieri, non
ancora rivendi
cate, certo non contribuiscono al clima sereno necessario per quel processo. E neanche in vista
degli avvisi di garanzia, già in viaggio, per le torture di Bolzaneto.

Quei processi, infatti, sono fumo negli occhi della Casa delle libertà che rispolvera tutta la
retorica possibile sui «gruppi violenti del G8, sulla città «violentata dai manifestanti, culla delle
Br ecc...». Un delirio che la destra cittadina metterà in scena al consiglio comunale spicciandosi
a proclamare: «Ora la smetteranno di sputare sulla polizia». A chi giovano le bombe?

Checchino Antonini da liberazione