Home > Genova: no al centro per clandestini
LA POLEMICA Con un ordine del giorno votato dalla maggioranza, la
Provincia ha bocciato il progetto
Repetto: lo Stato spenda meglio i suoi soldi, visto che ci sono
«N o al centro temporaneo di permanenza per clandestini, nè a Genova nè da
altre parti».
Alessandro Repetto è stato chiarissimo: «Un conto sono le adempienze
amministrative, cui non ci possiamo sottrarre. Un conto sono le scelte
politiche. La nostra è chiara: diciamo no al centro, lo Stato spenda
meglio i suoi soldi visto le emergenze che ci sono, a partire dalle
carceri alla sicurezza che non si riesce a garantire perché mancano i
finanziamenti».
Con un’ordine del giorno votato dalla maggioranza, ieri la Provincia ha
dunque bocciato l’ipotesi di costruire un centro di permanenza per
extracomunitari non solo a Molassana, ma in qualsiasi area del territorio
genovese. Per protestare contro la scelta del sito già individuato dal
ministero degli Interni, in località Mulinetti, si è mossa una delegazione
di abitanti oltre a molti poliziotti della digos, armati di telecamere con
cui hanno così ripreso i pensionati che hanno deciso di "salire sulle
barricate", pardon di accomodarsi in aula.
Una protesta composta che è iniziata con l’incontro tra i cittadini e i
capigruppo e che è proseguita nell’aula consigliare dove tutti i gruppi
politici hanno detto la loro.
È stata una discussione lunga, cui hanno preso parte non solo i capigruppo
ma anche molti consiglieri. Anche il vice presidente Paolo Tizzoni,
accusato di aver rilasciato un parere di conformità rispetto alle norme
del piano di bacino ha detto la sua: «La legge - ha spiegato - non mi
consentiva di far altro. Se avesse presentato la richiesta di costruire
una struttura un privato, avrei dovuto dire di no. Ma visto che si tratta
di un’opera di interesse pubblico ho dovutodire di sì. Perché così dice la
legge».
Diverso, molto diverso, quanto sostengono le varie parti politiche, dai Ds
a Rifondazione comunista, dalla Margherita ai Verdi, al presidente della
Provincia Repetto è stato un coro di no. La minoranza si è limitata a
bocciare la scelta del sito, ma non la necessità di realizzare la
struttura: «Eccome che serve», hanno ribadito Forza Italia e An.
Consiglio spaccato, invece, sul documento (approvato solo dalla
maggioranza) che «esprime un pessimo giudizio sulla legge Bossi-Fini, in
quanto fornisce una risposta puramente repressiva e quindi inadeguata al
fenomeno socialmente complesso come quello dell’immigrazione». Le forze
politiche che sorreggono Repetto hanno dunque impegnato il presidente e la
giunta provinciale a «farsi portavoce al governo di questo dissenso e a
chiedere che i soldi necessari per costruire il centro vengano usati per
vere politiche di accoglienza».
il secolo xix