Home > Gianfranco Fini: mobilitazione allarmante
di Viviana Vivarelli
La mobilitazione fatta da da Gianfranco Fini alle sue teste calde contro i pacifisti e’ altamente pericolosa. Sappiamo di quali belle gesta sono capaci i giovani miliziani, i quali ora si sentiranno autorizzati a picchiare non solo barboni e gli extracomunitari (in buona compagnia con l’inqualificabile Borghesio) ma quanti porteranno una bandiera della pace o manifesteranno a favore di essa.
Siamo in linea tetramente con le strageie di Genova. attacca il pacifista e menalo o anche uccidilo! Che questi discorsi da tragica adunata fascista provengano dal vicepresidente del consiglio e’ inaccettabile e getta un’ombra ancora piu’ inquietante sull’indegnitaì di questo governo. E proprio in un momento come questo in cui due volontarie italiane sono sparite e di esse non si sa piu’ nulla, mentre il ministro degli esteri si guarda bene dall’andare a Bagdad, dal conferire con Allawi o Negroponte o con i suoi alleati americani e fa giratine turistiche o pertrolifere in KuWeit e dintorni, con un nulla di fatto in sede di trattative o ricerche.
Mi chiedo ancora tra i denti: se questo governo si dichiara a favore della pace e nello stesso tempo criminalizza i pacifisti, accostandoli alla feccia della Terra, quale impressione crede di produrre nella gente di buon senso? E in quei cattolici a cui Fini tiene tanto? Nella stessa Chiesa migliore, se pure ci sara’? E tanto piu’ in un momento in cui gli stessi coloneli e generalli americani e gli stessi teorici della guerra per la guerra, come Luttwak, si stanno ponendo critiche e dubbi vista la mala parata di questa partita sanguinosa.
Vogliono essere piu’ realisti del re? Sono incapaci di di qualunque redenzione? Non hanno nemmeno il senso storico di una disfatta? Qui non si stanno giocando solo la credibilita’ politica ma anche quella della razionalita’ e del senso di cio’ che e’ opportuno! Si stanno giocando il senso politico.
Sono ciechi ma continuano a marciare verso l’abisso. Dio non li aiuta e il diavolo li ha accecati.
Viviana
Da Aprile on line
Fascisti su Marte
Che di una cultura maschia e virile, da uomo d’arme, Gianfranco Fini non facesse difetto, lo sapevamo. Sdoganato quando era ancora fascista, prima da D’Alema che lo invitava alle feste dell’Unità, poi da Berlusconi che lo ha voluto al governo procurandogli a suon di milioni quella rispettabilità che gli difettava, non è riuscito a tenere il (dente di) lupo sotto il doppiopetto, e ieri l’altro s’è scagliato contro il pacifismo e i pacifisti.
Alla Festa dei "giovani ribelli di Atreju 2004", slogan "Ti distingui dall’uomo comune? (sic!) ha esortato i rampolli di Azione Giovani e “dintorni” a “combattere per la pace e contro il pacifismo” glorificando il lavoro dei militari italiani in Iraq all’interno di un discorso delirante in cui ha attaccato anche i “centri sociali dai quali esce solo violenza”. Su queste dichiarazioni il gasparriano di ferro Mauro Mazza gli ha regalato l’esigua ma pur sempre ampia platea degli spettatori del TG2 delle 20:30 rinnovando i fasti dell’Eiar mussoliniana, senza che ci fosse una, dico una, controreplica al febbricitante vicepresidente del consiglio.
L’attacco di Fini al “pacifismo pilatesco e imbelle”, formula ripescata dal torbido retaggio culturale del Ventennio nero, con un chiaro riferimento alle oceaniche manifestazioni per la pace dei mesi scorsi ma anche, evidentemente, all’opera delle Ong che operano nei teatri di guerra (loro sì a scopi umanitari), ha causato le giuste repliche di vari esponenti del centrosinistra. Una è arrivata oggi da Bertinotti: ’’I movimenti per la pace sono produttori di civiltà, nel senso che si sottraggono alla coppia distruttiva guerra e terrorismo’’.
Fiat lux! Augurandosi poi, il vice presidente del consiglio - frangar non flectar! -che “nessuno più faccia distinzioni fra gli ostaggi”, ha causato le reazioni sconsolate di quelli del Tavolo della pace che si sono chiesti “perchè alimentare nuove divisioni e tensioni in un momento in cui tutti dovremmo essere uniti per salvare la vita di Simona Pari, Simona Torretta, Mahnaz Bassam e Ra’ ad Alli’ Abdul Aziz? e proponendogli poi un incontro urgente “per trovare una risposta chiara a queste preoccupazioni e per discutere con lei di pacificatori, pacifisti, costruttori e operatori di pace’’.
Ma Fini, è bene ricordarlo è quello stesso che dalla tribuna di Porta a Porta difese spavaldamente, e senza prove certe, il carabiniere ventenne Mario Placanica che aveva ucciso un suo coetaneo, Carlo Giuliani, perchè incapace di gestire da militare gli scontri provocati dagli stessi commilitoni che avevano attaccato, idranti e pistola alla mano, il corteo autorizzato dei Disobbedienti. E’ lo stesso che con quella dichiarazione ha fatto sentire “coperti” gli invasati che hanno picchiato e arrestato decine, centinaia, di manifestanti poi torturati nelle carceri di Genova come le inchieste di Amnesty e della magistratura hanno provato.
Se questo è l’uomo, colui che ha manovrato le giornate di Genova insieme al suo sensale militare Filippo Ascierto, cosa aspettarsi di più? Forse alla comunità ebraica pericolosamente scivolata a destra, dà certezze e garanzie dopo il viaggio in Israele e l’ammissione delle colpe storiche del suo partito, ma sicuramente ne dà anche, e di segno opposto, a quelli che hanno accoltellato e ucciso il giovane Dax a Milano e a tutti quei bulli da stadio che in agosto hanno assaltato e incendiato i centri sociali milanesi.
Le sue parole saranno suonate allora come un incoraggiamento ai camerati dei “suoi” centri sociali, “Casapound” e "Casamontag", o quelli del e "Foro 753" che i giorni delle marce pacifiste bendati e con le spranghe fischiavano i manifestanti affacciati alle finestre del centro storico di Roma, dai locali sottratti al museo della Shoah. Cosa dirà questo homunculus politicus alle richieste dei rapitori delle due Simona, "Me ne frego!"?