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I grillini rinunciano ai contributi che non possono avere
Publie le mercoledì 6 marzo 2013 par Open-PublishingLa n’drecchia ci è stata suggerita dall’ottimo Carmine De Angelis e riguarda, udite udite, il Movimento Cinque Stelle. Come noto, i militanti, a partire dal Capo Supremo, sostengono di essere indisponibili a ricevere i contributi elettorali. Anzi, un giorno sì e l’altro pure, puntano il dito contro gli altri partiti e ribadiscono con forza la loro determinazione a rinunciarvi in nome della politica come servizio. Il punto è che per rinunciare a qualcosa dovresti averne diritto. E il Movimento Cinque Stelle non ha il diritto di ricevere quei contributi.
E Carmine De Angelis ci ha spiegato perché: «dopo lo scandalo di Lusi e dei fondi della Margherita, il Parlamento ha approvato le nuove norme in materia di riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici, nonché misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti. La legge è la numero 96, del 6 luglio 2012, e nello specifico all’articolo 5 dispone che i partiti e i movimenti politici, per avere diritto ai rimborsi per le spese elettorali, sono tenuti a dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto, “redatti nella forma dell’atto pubblico” e devono indicare “l’organo competente ad approvare il rendiconto di esercizio e l’organo responsabile per la gestione economico-finanziaria.”
Il movimento 5 stelle non avendo uno Statuto che li configura come “non-associazione” (art.1), senza neppure un tesoriere responsabile della gestione dei fondi, è escluso automaticamente dalla possibilità di ricevere i rimborsi elettorali. Quindi la rinuncia volontaria è una non rinuncia, poiché a norma di legge non ne hanno diritto. È come se un quotidiano on line come il nostro rinunciasse apertis verbis, per via di un editoriale del direttore, ai contributi pubblici per l’editoria ai quali, a norma di legge, non potrebbe comunque avere accesso. Un atto di coraggio e di altissima moralità, non c’è che dire.