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IL MURO E’ ILLEGALE, L’EUROPA NON PUO’ STARE A GUARDARE
Publie le sabato 17 luglio 2004 par Open-Publishing1 commento
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja ha stabilito che il Muro dell’Apartheid, che Israele sta costruendo all’interno della Cisgiordania occupata, è illegale e viola i diritti fondamentali del popolo palestinese, nonché i principi basilari del diritto internazionale.
Il più alto organo giudiziario internazionale ha stabilito che la costruzione del muro e le norme ad esso connesse violano le leggi internazional e che Israele ha l’ obbligo di cessarne la costruzione e smantellare le parti già costruite; inoltre, Israele deve indennizzare i proprietari delle terre requisite per costruire il muro e chi è stato danneggiato da questo. Tutti gli Stati membri dell’ ONU sono chiamati a non accettare la situazione e ad assicurarsi che Israele rispetti il diritto internazionale e l’ ONU stessa deve agire nei confronti di Israele per porre termine alla situazione di illegalità.
La rabbiosa reazione del governo israeliano alla sentenza de L’Aja è la migliore dimostrazione di quanto esso tema le conseguenze pratiche di un verdetto che in troppi si sono affrettati a definire "non vincolante", mentre è chiarissimo che tutti gli stati membri e le istanze dirigenti dell’ONU sono chiamati a dare applicazione alla sentenza della Corte, disponendo le misure più opportune, come avvenne dopo un’analoga sentenza della Corte nei confronti del Sudafrica razzista nel 1971. A seguito di quella sentenza, presero corpo le sanzioni internazionali che - unitamente alla solidarietà internazionalista e alla lotta della popolazione nera e dei democratici sudafricani - hanno condotto alla caduta del regime razzista di Pretoria.
Oggi, di fronte al perdurante disprezzo di Israele verso le istituzioni e il diritto internazionale, è necessario battersi affinché tutti i governi si adeguino alla sentenza de L’Aja e adottino sanzioni verso lo Stato di Israele fino a quando non avrà adempiuto alle risoluzioni dell’ONU sul ritiro da tutti i territori palestinesi occupati e sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi. L’Unione Europea, primo partner commerciale di Israele, deve quindi sospendere il Trattato di Associazione e tutti i trattati commerciali con Tel Aviv, come chiedono da tempo associazioni e comitati di solidarietà, forze politiche e sindacali.
Il 29 ottobre è prevista a Roma, in Campidoglio, la firma della Costituzione Europea; è necessario che quella giornata sia caratterizzata anche dall’impegno europeo ad adottare sanzioni verso Israele, e per questo invitiamo le realtà di movimento, le forze politiche e sindacali, i comitati e le associazioni, gli uomini e le donne amanti della pace e della giustizia a manifestare unitariamente in quella giornata, in Piazza del Campidoglio a Roma.
Roma
FORUM PALESTINA
forumpalestina@libero.it
Messaggi
1. > IL MURO E’ ILLEGALE, L’EUROPA NON PUO’ STARE A GUARDARE, 18 luglio 2004, 08:37
LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
9 luglio 2004: la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia stabilisce che il muro di separazione israeliano in costruzione in Cisgiordania viola la legalità internazionale. In base alla sentenza della Corte, le ragioni di sicurezza addotte dallo Stato ebraico non sono sufficienti… Israele ha affermato che continuerà la costruzione del muro a causa degli attacchi terroristici palestinesi che hanno portato, dall’inizio dell’Intifada nell’ottobre del 2000, a quasi 1000 vittime israeliane (fra i quali diversi arabi) e molti di più feriti o mutilati. La Corte ha preso questa decisione malgrado il fatto che nei territori circondati dalla barriera gli attentati negli ultimi 11 mesi siano diminuiti del 90%.
Dobbiamo forse ricordare che la Carta dell’Autorità Palestinese contiene ancora la clausola della distruzione dello stato d’Israele (anche se nel 1998 Arafat si era impegnato verbalmente a cancellarla). Lo scorso mese di aprile il Ministro degli Esteri palestinese Farouk Kaddoumi l’ha riconfermata, lo dimostra l’emblema dell’OLP che rappresenta tuttora la carta geografica palestinese al posto d’Israele, e non accanto ad esso. Le stesse mappe si trovano nei libri di testo palestinesi della scuola d’obbligo (con aggiunte antisemite), finanziati con i milioni dell’EU. Per questa ragione molti gruppi terroristici fanno a gara per uccidere gli ebrei.
Forse la simpatia pro-araba dell’Europa è dovuta in parte al petrolio, oppure deriva semplicemente da una forma di anti-ebraismo. Una cosa è certa: la vita degli ebrei si fa più difficile anche in Europa. In Francia gli attentati antisemiti non sono mai stati così numerosi dalla 2a guerra mondiale. Un crescente numero di ebrei è pronto a lasciare il paese a causa della situazione ostile nella quale vivono. (La stessa cosa vale per molti altri paesi europei e non.) Sembra di ritornare ai tempi di Hitler, quando nessuno muoveva un dito per protestare contro l’eccidio; anzi, sovente quelli che cercavano di scappare, venivano ricondotti alla frontiera tedesca per il loro triste destino.
È nostra responsabilità affermare ciò che è giusto. Ma vediamo che pochi alzano la voce contro gli attacchi suicidi perpetrati contro la popolazione civile ebraica - donne, vecchi, bambini. Però, quando Israele si difende, si eleva un coro di protesta. Sembra quasi che gli unici ebrei buoni siano quelli morti.
Ad ogni modo, anche se non lo vogliamo riconoscere, Israele è e rimane un segno profetico per il mondo. Quale altra nazione è risorta nel suo luogo e nella sua lingua dopo 20 secoli di persecuzioni? E poi, qual è il popolo di cui leggiamo negli scritti profetici vecchi di più di 2500 anni, che sarebbe stato "disperso in tutte le nazioni", e, negli ultimi giorni - dice Dio - "dopo averli sradicati, ritornerò ad aver compassione di loro e li ricondurrò ciascuno nel suo paese"? Se nel suo Libro, il Dio della Bibbia (e degli ebrei) dice la verità, allora, prima della pace mondiale, verranno tempi ancora peggiori per Israele e per il resto del mondo. Il Salmo 83 esprime profeticamente le parole dei nemici d’Israele: "Venite e distruggiamoli come nazione, e il nome d’Israele non sia più ricordato"; e alla fine, prima del ritorno di Gesù, "tutte le nazioni combatteranno contro Gerusalemme" (nel profeta Zaccaria). Se sono vere, queste affermazioni ci toccano da vicino, perché significa che al disopra dei politici Qualcuno mantiene la situazione politica internazionale sotto controllo. Vale la pena pensarci su.
Sandro Ribi
sandro@benmelech.org