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IL PARLAMENTO PENSI ALLA POLITICA E NON ALLE QUESTIONI GIUDIZIARIE
par Adalberto de’ Bartolomeis
Publie le giovedì 12 gennaio 2012 par Adalberto de’ Bartolomeis - Open-Publishing1 commento
La faccenda privata di Nicola Cosentino, a mio avviso, doveva restare fuori da palazzo Montecitorio, al pari di tutti i comuni cittadini che, di fronte alla legge, sono uguali e quindi, se compiono reati, perseguibili senza se e senza ma... Qui, come spesso è una tendenza bizantinistica e quindi contorta del vivere di questo popolo, l’ italiano, si polemizza, si riempono pagine e pagine di giornali, si gonfia, si strumentalizza e quant’altro ancora, su un caso giudiziario di una persona che, purtroppo, non mi sembra sia l’unico, ricopre un’alta carica dello Stato e, purtroppo, inciampa su vicende di cui la magistratura è costretta ad intervenire. Io dico che non ha alcuna ragione di essere che un Parlamento si debba esprimere, dare un giudizio, su questioni private che riguardano un deputato. Il giudizio di esponenti parlamentari non può interferire su competenze che riguardano altri Organi dello Stato. Non deve influire, altrimenti si tenderebbe a discriminare il cittadino comune, solo perchè, il non comune, appartiene ad un ruolo di alta valenza istituzionale. Non credo che i cittadini italiani e non siano contenti di sapere che i nostri parlamentari perdano tempo per un questione privata e non politica che riguarda questa persona e la giustizia! Nelle aule del Parlamento si deve fare politica e se, in corso d’opera, o prima si è inciampati nelle forche caudine della giustizia, a mio avviso le dimissioni devono essere immediate, anche si potrebbe essere colpevoli di nulla! Sarà, ovviamente, la competenza degli organi giudiziari, poi, a stabilire l’ innocenza o la colpevolezza del presunto reo. Concludendo, tra le tante cose che si aspetta questo Paese affinchè CRESCA una leggina "ad hoc" dovrebbe essere fatta affinchè, in automatico, quando un parlamentare viene solo indiziato e quindi notificato di ipotesi di reato deve dimettersi dalla carica, quantomeno per onore verso la collettività! Tutto qui.
Messaggi
1. IL PARLAMENTO PENSI ALLA POLITICA E NON ALLE QUESTIONI GIUDIZIARIE, 12 gennaio 2012, 14:14
Vabbè, la vecchia "autorizzazione a procedere", quasi mai concessa nella storia del parlamento italiano, rispondeva all’esigenza di salvaguardare i parlamentari, principalmente quelli di opposizione, da eventuali "reati di opinione" e situazioni derivate.
Da Tangentopoli in poi, ed in particolare nell’ "era belusconica", anche se non esiste più l’immunità parlamentare secca, i casi hanno riguardato invece quasi sempre parlamentari di maggioranza e per beceri reati comuni, nemmeno sempre legati all’attività politica vera e propria.
Chiaramente, questo cambia totalmente i termini della questione ...
Raf