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IN DIFESA DELLA LIBERTÀ E SOVRANITÀ DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA

Publie le domenica 11 aprile 2004 par Open-Publishing
1 commento

In Venezuela esiste un governo democraticamente eletto dal popolo nel
1998, e riconfermato nel 1999 dopo l’approvazione della nuova
Costituzione elaborata da una legittima Assemblea Costituente.

Questo governo è da tempo oggetto di inaccettabili ingerenze straniere
volte ad abbatterlo col sostegno della opposizione interna, largamente
minoritaria, espressione delle vecchie elites di potere che hanno
impoverito il paese e che tutt’oggi controllano tutti i mezzi di
informazione, il potere economico e la grande distribuzione alimentare,
buona parte del sistema giudiziario, e polizie locali al soldo dei
governatori e sindaci antichavisti.

Il motivo è costituito dalle profonde trasformazioni sociali interne in
corso di attuazione da parte di questo governo presieduto da Hugo
Chavez. Queste si possono riassumere in politiche sociali che rafforzano
il sistema sanitario gratuito per tutti con la presenza di medici e
aprendo ambulatori in zone povere delle città e delle campagne,
distribuzione equa della terra, politiche di sovranità alimentare e
ambientali nella pesca, nella gestione degli idrocarburi, per l’accesso
all’acqua, ecc, politiche di scolarizzazione e alfabetizzazione, con la
creazione di migliaia di scuole dotate di mensa e materiale didattico.
Contro di esso è stato organizzato dapprima un colpo di stato militare,
fallito grazie alla pronta ed estesa protesta popolare unita alla
reazione dei militari lealisti. Successivamente si è tentato di
paralizzare il paese con uno sciopero generale ad oltranza organizzato
con la connivenza del sindacato dei petrolieri, legato da particolari
privilegi alle vecchie oligarchie, e fallito, dopo aver portato il paese
sull’ orlo del baratro economico, grazie alla resistenza della base
operaia che ha saputo riassumere la gestione degli impianti e
riattivarli malgrado i gravi sabotaggi che li avevano seriamente
danneggiati. Fallito questo secondo tentativo oggi è in atto il terzo
attraverso una frode referendaria.

La nuova Costituzione prevede infatti, a metà del periodo del mandato,
la possibilità di revoca del Presidente come di altre cariche elettive.
Il meccanismo prevede la raccolta di un determinato numero di firme per
la richiesta del referendum stesso. Per raggiungere il numero necessario
al referendum di revoca del Presidente l’ opposizione ha compiuto varie
frodi, documentate anche da osservatori internazionali, (lavoratori
obbligati a firmare sotto minaccia di licenziamento, firme doppie o
triple o di persone decedute ecc)che ha portato all’annullamento di
400.000 firme. La Commissione Centrale Elettorale ha individuato oltre
800 mila firme dubbie e sta procedendo al loro esame. Quelle esaminate
ad oggi e percentualmente ritenute valide fanno ritenere che il quorum
non verrà raggiunto. In un paese "normale" il solo fatto di individuare
400.000 firme false(queste sì, non contestate da nessuno e con la
attenta vigilanza degli osservatori del Centro Carter e la OEA)sarebbe
elemento sufficiente per dichiarare fallito il tentativo referendario, e
comporterebbe conseguenze penali. Ma al contrario, il Consiglio supremo
giuridico del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ),ignorando il parere
dell’ufficio costituzionale del TSJ a non emettere sentenze prima della
verifica delle firme sospette ha accolto un ricorso della opposizione,
nel quale si dichiara che le 800000 firme da riparare sono "valide"!!,
prima ancora che si certifichi la loro autenticità. Como ha detto il
presidente Chavez,"..i morti non possono andare a certificare le loro
firme, per questo le hanno convalidate prima.." Per timore di ciò e con
queste scuse l’opposizione sta creando disordini nel paese con morti e
feriti ed ha rilanciato al governo l’accusa di frode. Inoltre in varie
zone di frontiera sono apparsi gruppi paramilitari i cui finanziamenti e
le cui dinamiche sono purtroppo esperienza ben nota in America latina.

Parallelamente è in atto una campagna di disinformazione internazionale
dovuta in larga misura alla complicità dei mezzi di comunicazione di
massa, del Venezuela e del mondo, controllati dal capitale nazionale e
transnazionale, che presentano della situazione un’immagine rovesciata,
secondo cui un popolo oppresso si starebbe ribellando ad un presidente
violento e illegittimo, all’unisono con le denunce bellicose del
Dipartimento di stato statunitense.
Il motivo di questo accanimento ? A livello nazionale la perdita degli
enormi privilegi dell’ oligarchia locale; a livello internazionale il
controllo del settore petrolifero, alla cui privatizzazione il Governo
venezuelano si è opposto ( il Venezuela è secondo fornitore di petrolio
degli Stati Uniti non chè paese leader nell’ OPEC), inoltre la aperta
opposizione del governo Chavez al progetto dell’ ALCA, l’Area di Libero
Commercio delle Americhe fortemente voluta dagli Stati Uniti e infine la
sua difesa contro l’ ingerenza statunitense a Cuba.

Riteniamo necessaria ed urgente una campagna di controinformazione che
sveli queste manipolazioni ed evidenzi come in Venezuela sia oggi al
potere un Presidente democraticamente eletto e non un bieco dittatore
come descritto dai mezzi di informazione controllati o supinamente
allineati a precisi interessi politici ed economici di controllo globale.

Primi firmatari

Giulio Girardi; Aldo Zanchetta; Rete Bolivariana Italiana; Circolo
Bolivariano Roma; MIRANCHITO Arci - Milano; Comitato di Solidarietà con
la Rivoluzione Bolivariana "La Madrugada"- Firenze; Associazione Oltre
l’Occidente; David Gianetti; Bruno Ciccaglione; Rodrigo Andrea Rivas;
Maria Salvato e Giordano Bruno Venier (Circolo Bolivariano Antonio
Gramsci - Caracas); Sabrina Benenati; Antonio Pierallini; Lisa Clark
(Beati i costruttori di pace) ; Alessio Ciacci; Casa dei Popoli Roma;
AIASP; Comitato bolivariano Roma; Michele Capuano; Ines Venturi; Magda
Tomei (Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli);
Fiorella Bomé; Graziella Refi; Sauro Corsini; Enza Aguanno; Alessandra
Guigla; Silvia Pirollo; Associazione Nazionale di Amicizia Italia -
Cuba, circolo di Roma; Gioia Gamerra; Irene Gherardotti; Francesco
Andrea Ursino; Roberto Sarti; Ion Udroiu; Marco Bersani (consigliere
nazionale Attac Italia); Stefano Simoni; Silvia Morozzi; Massimo
Agostiniani; Circolo Bolivariano Venezia; Davide Rossi (segretario
regionale lombardo UNICOBAS L’Altrascuola); Giovanna Vitrano; Martin E.
Iglesias; Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina - SELVAS.ORG;
Fulvio Grimaldi; Umberto G. B. Bardella (consigliere nazionale Attac
Italia); Giulio Sensi; Fernando Massimiliano Andreoni; Pierangelo
Bartolini; Giacomo Santini

Per adesioni: lamadrugada_fi@yahoo.it

Messaggi

  • Che il governo sia stato democraticamente eletto è vero ma democrazia significa anche poterlo cambiare nel momento in cui non soddisfa + l’esigenza del popolo.
    Non posso condividere che solo per il fatto che voglia ripetere Cuba e Castro,Chavez venga fatto passare per un paladino della democrazia e della giustizia.
    Quello che sta succedendo in Venezuela è quello che è successo in altri paesi del mondo,ovvero il passaggio dalle urne per poter prendere il potere e poi,una volta conquistata la poltrona,mantenerlo cambiando leggi a proprio favore.
    Fino a prova contraria la assemblea costituente è composta da membri del partito governante,fino a prova contraria quello che stà succedendo in Venezuela non è altro che una "rivoluzione" di nuova concezione.
    Castro ha combattuto contro i padroni e governanti di Cuba per salire al potere,Chavez ha elaborato un piano moderno.....salire tramite elezioni al potere e da li iniziare la sua "rivoluzione" che non porta a scontri armati,anche se le vittime "politiche" ci sono ma lavora sulle leggi e sulla costituzione modificandola a suo piacimento. Basti guardare i problemi nati con la raccolta delle firme per indire un referendum revocatorio del suo mandato.
    Il comitato di controllo è un ente governativo e,guarda caso,mancano delle firme per poter arrivare al quorum richiesto.....
    Qui non si tratta di ingerenze straniere per ottenere il controllo su un paese ricco di petrolio ma di difendere la libertà delle persone,libertà che viene giornalmente limitata da Chavez e dalla sua politica di accentramento dei poteri. Chavez stesso non nasconde di guardare a Castro come ad un esempio quindi non vedo come si possa pensare al Venezuela come ad un paese libero e democratico.

    Forse ci siamo già dimenticati di ciò che era successo in Italia (1922) e Germania (1933)..........

    Pensateci bene e cercate di informarvi sentendo chi vive in quei paesi come operaio.....io lo faccio giornalmente o quasi....