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IO NON SONO UN PACIFISTA
par Antonio Recanatini
Publie le venerdì 3 agosto 2012 par Antonio Recanatini - Open-PublishingIo non sono un pacifista.
Io non sono un pacifista, lo scrivo e lo confermo.
Quando il potere rende il cittadino un miserabile c’è poco spazio per le parole, non serve affatto discutere, servono esclusivamente resistenza e azione.
Siamo stati manipolati come si manipolano i bambini quando fanno i capricci, ma noi italiani non siamo capricciosi, siamo solo stati fregati dalle parole, dalle false conquiste della democrazia inventata.
Nel vissuto di ogni italiano esiste il paradigma della manifestazione pacifica come emblema della civiltà, anzi, meglio, emblema dei privilegiati o dei radical chic, quei ben pensati che vogliono cambiare il mondo con il clamore dei cori.
Io non mi sento un pacifista, forse non sono capace di ammazzare, ma se fossi un tiratore scelto saprei benissimo a chi mirare, poi dovrebbero prestarmi il coraggio di uccidere.
I pacifisti, annientati dal profumo d’incenso di dannate chiese, promuovono marce per la pace, cortei organizzati che, come per incanto, hanno a capo malfattori di primo ordine o ordine mondiale, privilegiati, agiati, corrotti e puttanieri.
Questa Italia del buon senso comincia a darmi il voltastomaco, questa passività, davanti alle ingiustizie che subiamo, lascia campo libero ai profittatori, agli svenduti, agli ordinari e ai falsi paladini del popolo.
Dopo l’egoismo esasperato, l’avvenenza dell’ozio, dell’ignavia e dell’apatia ha distrutto passioni, ideali e sogni, questo è quel che resta di una resistenza troppo lontana e troppo dimenticata.
Mi congratulo con quegli operai che non hanno permesso il comizio beffardo dei sindacati, essi hanno venduto l’anima degli operai, quindi non meritano applausi perché la loro voce è troppo distante dai reali problemi che provengono dal basso.
Dovremmo ripartire tutti da questa presa di coscienza.
Fino a poco tempo fa, questo era il paese delle stragi senza mandanti, di omicidi eccellenti voluti dai servizi segreti, della trattativa mafia-stato-vaticano (e si! il vaticano c’è sempre), ora come lo definireste questo paese? Il regno dei saccheggiatori dello stato sociale, questa è la realtà.
Non ci tengo a dichiararmi pacifista, io non sono un pacifista e se avessi mezzi e poteri organizzerei una rivoluzione senza esclusione di colpi, contro chi ha consegnato questa nazione ai poteri occulti, alle massonerie varie e alla finanza internazionale, ovvero nuovo ordine mondiale.
Vorrei rifiorisse il sorriso sulle classi meno agiate, vorrei girare per le strade e vedere intorno un po’ di felicità, ma non ditemi che, per raggiungere questo sogno, serviranno le manifestazioni democratiche, sarebbe uno schiaffo ulteriore verso chi soffre.
Non sono un illuso, per cui non mi sento un pacifista.
(Antonio Recanatini)