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Il Tav non si farà.

par notav69

Publie le domenica 21 ottobre 2012 par notav69 - Open-Publishing

C’è une riunione di preparazione il 27 ottobre a Lione. (Atelier des Canulards, 91 rue Montesquieu, Lione 7°, 14h.) Contattare: notav69 Lto rebellyon.info

L’11 dicembre 2012, i capi di stato fracese e italiano François HOLLANDE e Mario MONTI si riuniranno in vertice a Lione per parlare di austerità e conchiudere il piano du finanziamento della linea a grande velocità che riunendo Lione a Torino (il TAV), è presentato in questa occasione come un rimedio alla crisi.

Noi faremo di questo vertice l’occasione di mostrare il nostro rifiuto del TAV e della strutturazione dei territori in Macchina Economica competitiva et fruttuosa al servizio del capitale.

Per questo noi invitiamo l’11 dicembre a Lione i movimenti NO-TAV italiani e francesi e tutte le persone che lottano in casa loro contro dei grandi progetti di infrastrutture e di organizzazione della loro vita. A partire da questo momento vi invitiamo a organizzare questa manifestazione al nostro fianco.

Una valle che non vuole lasciarsi organizzare.

Sono 22 anni che la valle più colpita da questi lavori, la Valsusa, è scossa da manifestazioni massive, da blocchi stradali, da sabottaggi, da marce pacifiche e da affronti con la polizia. 22 anni anche in cui si succedono espropriazione, espulsioni degli occupanti del cantiere, arresti, processi e incarcerazioni fino al recente « incidente » di un abitante della valle, fulminato mentre voleva impedire lo sgombero delle Baita.

Una valle abitata che non vuole essere relegata ad un semplice ruolo di via di passaggio per l’interconnessione delle metropoli transalpine ; delle vite che non si possono piegare all’infinito alle sistemazioni necessarie al buon funzionamento del progresso. Questa opposizione senza compromessi è portata oggi in tutta l’Italia dal movimento NO-TAV.

Quotidianamente, il movimento NO-TAV svolge una lotta creativa, offensiva e tenace. Questa lotta si inventa, durante le manifestazioni sui punti di blocco o all’occasione di momenti di scambio, nei presidi occupati (luoghi di assedio dai quali si organizza la lotta) oppure in una mensa improvvisata sull’autostrada.

Ora il movimento è uscito dalla valle. E per questo i sindacati italiani sialleano
puntualmente a questo movimento che è diventato il simbolo dell’opposizione alla gestione tecnico-economica del governo.

Oggi sono degli squadroni di carabinieri e dei cacciatori-alpini rientrati dall’Afghanistan che proteggono tutti i giorni un cantiere trincerato dietro a dei fili spinati.

Noi non possiamo lassciare Monti e Hollande festeggiare il loro credito europeo senza invitare i NO-TAV!

Da questa parte delle alpi.

Con 88 milioni di euro già investiti, dei lavori preliminari iniziati e delle negoziazioni europee ben avanzate, era scontato che quest’anno ci sarebbe stata la conclusione e la consultazione pubblica organizzata dalla regione Rhône-Alpes. Da questa spennellata di pittura democratica non ci si poteva aspettare altro che un avviso favorevole al TAV che era stato messo in avanti dal comitato di consultazione.

Dunque da un anno dei comitati di abitanti si costituiscono sul tragitto del TAV per opporvisi. I discorsi si accordano difficilmente,Il fine per loro non potrà decentemente essere quello di spostare il tracciato verso il villaggio vicino ma quello di opporre una resistenza sufficiente per impedire i lavori. Non è possibile emendare né migliorare questo progetto. Per i promotori di Lione Torino, non c’è un piano B, c’è un solo progetto di fronte al quale non ci può essere che un solo movimento di opposizione.

Dalle due parti della frontiera c’è la stessa necessità di rifiutare un modello di sviluppo promosso dal Lyon-Turin.

Delle « metropoli multipolari, attrattives e accessibili”.

Questo tracciato si inscrive nel mega-progetto di linea a grande velocità che collegherebbe kiev a Lisbona. Non è altro che uno dei 40 progetti di corrodoi pan-europei che partecipa al rinforzamento dell’Unione Europea nella guerra economica mondiale. Si tratta di decongestionare la mobilità delle persone e delle merci collegando fra loro le grandi città. Con l’interconnessione delle metropoli si tratta di abolire le distanze, di rendere più fluido lo spostamento delle merci e dei capitali umani.
Un mondo liscio, senza ostacoli.

Con tre colpi di matita sulla carta, delle linee sono tracciate per collegare delle “metropoli multipolari, attattive, e accessibili” (Gérard Collomb), per creare delle città uniformi, nelle quali a differenza du qualche piccolo dettaglio si potrebbero ritrovare gli stessi quartieri, gli stessi negozi, gli stessi mezzi di trasporto.

In questa città multipolare ci sono le Università e le imprese d’avanguardia raggruppate in “agglomerazioni” che portano in esse la speranza della crescita economica. Per assicurare le loro attività le città devono sedurre questa nuova massa di lavoratori avida di rapidità, di efficienza e di comodità con la loro offerta culturale, il loro spettacolo, (e le loro luci nel caso di Lione.)

“Poiché (la cultura) contribuisce a dare un nuovo profilo alla città. Essa determina ai miei occhi il processo d’investimento dei grandi lavori, dei servizi e della modernizzazione.” (Piero Fassino, sindaco di Torino tratto da Lyon citoyen)

Dei treni “pan-europei” dunque, come mezzo di trasporto della classe ad alto valore aggiunto. Fate posto!
Questa attrattività organizzata genera un’esplosione degli affitti facendo sparire gli ultimi quartieri popolari dai centri urbani relegando i suoi vecchi abitanti al margine sociale e geografico. Tutto diventa una questione di mezzi; nella stessa fascia oraria alcuni arrivano a Marsiglia mentre gli altri hanno appena attraversato l’agglomerazione lionese.

Anche a Lione, tramite questa lotta si tratta di riaffermare l’arresto dello sviluppo industriale, che non fa altro che assediare le nostre città, mangiucchiando sempre di più terre e margini di autonomia. Il rivestimento ecologico del Progresso non fa altro che rinforzare lo sviluppo industriale e il mito della crescita infinita.

Per quanto riguarda le menzogne sulla “performanza energetica” del Lione-Torino, bisogna ricordare che questo treno come tutte le infrastrutture che lo riguardano, funziona con l’energia nucleare. E che questa sola condizione è diventata inaccettabile da un capo all’altro del pianeta.
No il TAV non è eco-compatibile. Delle montanare e dei montanari saranno asfissiati dai diversi inquinamenti visuali e sonori, ma anche dalle polveri di uranio e di amianto emanate da questo cantiere.

E una sfida.

Quello che ci sarebbe da raggiungere è una propagazione dei movimenti NO-TAV perché ci rendiamo conto che quello che si tenta in Val di Susa supera le frontiere della valle e dell’Italia.
Le lotte, non più delle infrastrutture che indeboliscono, non sono mai soltanto locali. Esse destabiliscono la gestione globale dell’economia iscrivendo già la possibilità che qualche cosa possa sfuggirle, rimanere non gestibilze.

E la forza che si raggiunge là entra in risonanza e circola verso altri punti, altri focolai di lotta: contro l’aereoporto del grande ovest, contro un OL-LAND, il gas di scisto in Grecia, dappertutto ecc...
Dovunque ci si solleva contro le trasformazioni e il Progresso, una geografia delle lotte si tesse di fronte a quella dei grandi progetti di sviluppi internazionali.

No-tav69.

C’è une riunione di preparazione il 27 ottobre a Lione. (Atelier des Canulards, 91 rue Montesquieu, Lione 7°, 14h.) Contattare: notav69 Lto rebellyon.info