Home > Il fantasma di Mariano
VALENTINO PARLATO
La crisi politica è indiscutibile ed è tanto più grave perché non si risolve neppure con una caduta di questo governo. Questa crisi è assai più seria di quelle provocate dal ribaltone di Bossi nel 1994 o della caduta di Prodi. Ed è proprio la coscienza di questa innovativa gravità che fa venire il timore di essere ripetitivi. Certo il Berlusconi che abbiamo visto ieri in tv non era più quello del contratto con gli italiani nella trasmissione di Vespa e neppure il campione della lotta di liberazione dal comunismo. Ai più vecchi, come me e altri amici, faceva tornare alla mente Mariano Rumor e i governi balnerari. Certo questo governo non può più governare (e anche lo scaricamento di Tremonti lo conferma) galleggia o si autocuoce a fuoco lento. Certamente questo governo - salvo ictus non prevedibili - passerà l’estate, si potrà anche impalare Fini al ministero dell’economia (deve pagare il prezzo della liquidazione di Tremonti), ma non si verrà a capo di nulla.
Però, quella che è sotto i nostri occhi, non è la replica delle sceneggiate della prima repubblica. Certo il governo Rumor era assolutamente balneare, lo sapevano tutti e pertanto andavano tranquilli in vacanza. Rumor faceva il bagnino, ma alle spalle c’era la vecchia Dc, c’era l’Urss e la guerra fredda, c’era una crescita economica indiscutibile, c’era anche un Pci che dava qualche preoccupazione ai poteri forti di allora, che erano un po’ più forti di quelli di oggi. Allora si giocava con denaro contante oggi con cambiali di scarso affidamento.
In questa situazione il rischio maggiore è quello di restare ai bagni fino alla scadenza della legislatura, cioè fino al 2006. Tutto questo comporterebbe un ulteriore deterioramento del sistema Italia e della condizione finora non tanto cattiva di noi italiani. Tremonti quando pensava a inattuali trovate protezionistiche una qualche ragione l’aveva: Colbert era il prodotto di un’angoscia.
Come al solito, stiamo diventando noiosi, concludiamo con un richiamo alla sinistra o alle sinistre: se ci sono battano un colpo. Dicano brutalmente agli italiani che il paese è in una situazione pessima e che per uscirne non possiamo più permetterci governi balneari. E le sinistre dovrebbero cominciare con un discorso di verità. Non tanto quale è il nostro programma ma quali strati sociali (classi?) noi, sinistre, vogliamo rappresentare. In questa situazione di crisi bisogna innanzitutto scegliere di stare da una parte.
Il Manifesto