Home > Il ministro e il clistere
di Claude Cabanes
La riforma Douste-Blazy provoca effervescenza nel mondo dei medici generici. Denunciano la generalizzazione della medicina a due velocità.
Si puo’ leggere nel Malato immaginario di Molière questa prescrizione medica che piacerebbe certamente al ministro della Sanità di oggi, Douste-Blazy: "Un clisterino per ammorbidire, inumidire e rinfrescare le interiora del signore." In effetti, erano i bei tempi del clistere, che costava meno caro dell’esame mediante la risonanza magnetica o l’indagine coronarografica; erano i bei tempi in cui la vita media era intorno ai quarant’anni, il che faceva risparmiare non poche cure dispensate oggi ai "seniores", erano i bei tempi in cui la popolazione francese non era che un terzo di quella della fine del secolo ed accoglieva, generalmente, la malattia con un fatalismo rassegnato. Per farla breve, un dolce sogno per il ministro, che non ha che un’isterica ossessione: ridurre la spesa sanitaria... Ossessione che é la colonna vertebrale della sua riforma.
Quando si riflette, senza pregiudizi, a questo "dossier" della sanità nel nostro paese, si resta sbigottiti. Sessant’anni fa la Francia, distrutta dalla guerra, esangue, depredata per quattro lunghi anni dall’occupante nazista, con il suo dispositivo economico e industriale colpito al cuore, si dotava del sistema di protezione sociale più avanzato del mondo, un sistema del quale la Sicurezza sociale (Servizio sanitario, NdT) era il fiore all’occhiello. E dunque si fa fatica ad immaginare che sei decenni più tardi, in un paese che rigurgita di ricchezze e la cui produzione ha conosciuto una crescita esponenziale, la prestazione del 1945 non sarebbe più possibile e la nazione dovrebbe rassegnarsi a rivedere al ribasso le sue ambizioni: assicurare cure di qualità ad ognuno, degne dei tempi in cui viviamo, indipendentemente dai mezzi di cui dispone. Eppure é quest’obiettivo del ripiego che ha indicato il governo Raffarin: é vero che per gli ossessi del dogma liberista che hanno il coltello dalla parte del manico una Sicurezza sociale sviluppata li fa star male. La loro Bibbia é la medicina a due velocità, dura con i deboli e ben redditizia per gli affaristi. Non é un caso se uno degli architetti della riforma Douste-Blazy, Van Roekeghem, che fino a quest’autunno era direttore di gabinetto del ministro, viene dal mondo delle assicurazioni.
Sembra che negli stati maggiori del potere ci si feliciti perché il ministro della Sanità ha riconciliato il mondo medico con la destra: da dieci anni a questa parte - in altre parole dopo gli "exploits" di Alain Juppé nel 1995 - un lungo divorzio essenzialmente elettorale, si dice, era stato vissuto crudelmente dagli amici di Jean-Pierre Raffarin e Nicolas Sarkozy. Tutto sarebbe dunque rientrato nell’ordine? Patatrac! ... Da qualche tempo i medici generici sono in effervescenza: i loro sindacati sulle barricate, un manifesto circola su Internet, protestano, manifesteranno la settimana prossima, mettono il dito sulla piaga. Uno dei loro documenti afferma che il nuovo dispositivo avrà l’effetto di "curare a costi maggiori, più presto e solo certuni..." Ed in effetti i 55 000 medici generici saranno, secondo la riforma, il punto centrale del nuovo percorso dei malati: la maggior parte avranno il ruolo del medico curante reso obbligatorio dai nuovi testi entro il 1° Luglio. Ma essi giudicano che faranno solo del subappalto, responsabili della sorte dei loro pazienti ma senza i mezzi per assumere questa responsabilità. Il grosso dei malati ricchi faranno a meno di loro e si rivolgeranno direttamente agli specialisti ed alla medicina dei privilegiati...
Decisamente, non passa giorno senza che sia fornita una prova che una politica della salute interamente nuova é urgente. C’é voluto, per esempio, l’atroce dramma di Pau, perché fosse fatta luce sullo stato miserabile degli ospedali psichiatrici.
http://www.humanite.presse.fr/journal/2005-01-14/2005-01-14-454721