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Il perchè di uno sciopero della fame

Publie le domenica 16 gennaio 2005 par Open-Publishing

Dazibao


di Marco Poggi

Negli ultimi tre anni nel nostro paese sono morti 500 detenuti per malasanità o suicidatisi (fonte Antigone).

Gli infermieri penitenziari parcellisti si vedono assegnare un aumento di un euro l’ora con la possibilità di vedersi derubati di un anno d’arretrati.

Il Ministero della Giustizia bandisce un concorso per assunzione di infermieri solo per esami senza tenere minimamente conto del lavoro già svolto da anni degli attuali infermieri parcellisti.

Gli infermieri dipendenti sono, in larga parte, adibiti a mansioni amministrative e non svolgono turni festivi, pomeridiani e notturni e già con la carenza di infermieri ancora una volte viene tutto gettato sulle spalle degli infermieri parcellisti.

Contro la mancanza di una volontà a sviluppare piani d’assistenza degni di tale nome.

Contro gli sperperi che immancabilmente sono poi pagati dal personale infermieristico a parcella con il taglio dei monte ore e dai detenuti che spesso si vedono negato il diritto alla salute.

Contro l’utilizzo del servizio sanitario penitenziario ai soli scopi burocratici.

Contro l’obbligatorietà dell’autorizzazione del direttore dell’istituto ad ogni atto sanitario.

Contro quelle Aziende Sanitarie che non ottemperano al loro dovere istituzionale di fornire i farmaci gratuitamente ai detenuti, visto anche che le Regioni pagano a quest’ultime, quote procapite per ogni detenuto.

Contro l’umiliazione costante che devono subire molti infermieri parcellisti accettando soprusi sotto il ricatto del non rinnovo della convenzione.

Ed è per questo e per molto altro ancora che da Mercoledì 19 gennaio p.v. dopo la conferenza stampa delle ore 11 alla Camera dei deputati saremo io e il Vicesegretario nazionale Sandro Quaglia con un sit-in diuturno e con sciopero della fame, oltre che incatenati, davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in Largo Luigi Daga 1 a Roma.

Pertanto chiediamo ai compagni Romani di venirci a trovare e a venirci a sostenere per questa battaglia che non è solo nostra e non è solo sindacale ma che rivendica una migliore medicina penitenziaria rivolta alla popolazione reclusa.

Ancora una volta una lotta per i diritti civili ed umani.

Sosteneteci e veniteci a trovare.

Marco Poggi Segretario nazionale del SAI