Home > In Italia donne del Jerusalem Link
Care tutte,
come già sapete ( vi avevo scritto, annunciandolo qualche tempo fa e poi ripetuto all’incontro di Napoli), sono state qui in Italia per una settimana dal 1 all’ 8 Marzo, due donne del Jerusalem Link, palestinese e israeliana. Hanno partecipato a diverse iniziative e incontri. Ho chiesto a Giulia Franchi che ormai lavora a tempo pieno come mia assistente qui a Roma di prepararvi un resoconto, anche perchè Giulia, coadiuvata da Anna e da me si è occupata dell’organizzazione del loro tempo mentre sono state qui. Il resoconto lo troverete qui di seguito.
Giulia è stata veramente straordinaria, a volte la chiamavo Simona e lei si inalberava un pò, perchè mi ricordava Simona Lanzoni i primi tempi in cui si occupava delle ragazze afghane che invitavamo e che stavano a casa mia. Mi sembra particolarmente utile socializzare questa esperienza se intendiamo, come dovremmo, riprendere con continuità e rafforzare le nostre relazioni con le donne del Jerusalem Link, le quali stanno cercando dopo varie sollecitazioni fatte anche da me negli incontri che ho avuto con Amneh Badran e Molly Molekar, direttrici dei due centri, di riprendere più intensamente il loro networking in collegamento con le reti internazionali.
Ho chiesto a Giulia di scrivere anche le sue impressioni e valutazioni visto che anche lei è una Donna in Nero e non un assistente asettica. Eccole:
"
La settimana é finita, io sono onestamente un po’ stanca ma estremamente colpita dell’esperienza fatta. Il viaggio di dicembre in Palestina mi ha avvicinato alla situazione, a livello di coscienza e consapevolezza, spigendomi a volerne sapere sempre di più.
Conoscere le due amiche del Jerusalem Link ha avuto questa volta una valenza diversa dai precedenti incontri fatti. Tradurre Shereen che descrive i check points, e Raya che racconta la sua difficoltà quotidiana a non far crescere l’odio é stato diverso questa volta. Sentivo con le orecchie, con gli occhi e col cuore quello che loro dicevano, e per la prima volta mi sentivo interprete consapevole.
L’elemento cruciale della settimana é stato prendere atto delle difficoltà vissute da entrambe nella loro reciproca relazione; della conflittualità latente con cui soprattutto Shereen cercava ogni minuto di fare i conti, interiorizzandola ma cercando di reinterpretarla, alla luce della volontà manifesta di andare oltre, anche in modo sofferto, anche a volte reprimendo la rabbia che nasce dalle generalizzazioni, a volte comprensibili, mai costruttive."
Sono molto ansiosa del seminario che faremo la prima settimana di Giugno abbiamo molto da scambiare e non solo su relazioni-scambio-progetti-visione-presenze qui e là- ma anche una valutazione sulla situazione politica e gli sviluppi della società palestinese e israeliana nonchè dell’involuzione della Comunità Internazionale. Mi dispiace di non poter poter partecipare agli incontri preparatori regionali. me ne scuso, ma restero’ in contatto.
Vi abbraccio.
Luisa Morgantini
Raya Rotem, Israeliana e Shereen Barakat, Palestinese
del Jerusalem Link - Bat Shalom -e Jcw
in Italia dal 1° al 7 Marzo 2004
In occasione di un’iniziativa promossa dal Comune di Gubbio, intitolata "Il coraggio delle donne" a cui é stata invitata ad intervenire, Luisa Morgantini ha proposto di coinvolgere anche altre due donne, una palestinese ed un’israeliana, impegnate nella costruzione della pace tramite il rafforzamento del dialogo tra le due società civili, ed in particolare le donne del Jerusalem Link, un’organizzazione composta da due associazioni di donne, una palestinese ed una israeliana, che condividono una serie di principi politici, che costituiscono il terreno comune per un modello cooperativo di coesistenza tra i rispettivi popoli e che fin dall’inizio hanno relazioni con le Donne in Nero.
Dopo aver preso contatti con Molly Malekar e Amneh Badran, direttrici rispettivamente di Bat Shalom e del Jerusalem Center for Women, vengono individuate le due amiche che parteciperanno all’iniziativa a Gubbio, oltre ad altri incontri sia con le donne in nero italiane che altre associazioni organizzati da Luisa in occasione della loro presenza in Italia.
La settimana delle due amiche del Jerusalem Link, comincia il Lunedi’ 1 marzo la mattina presto.
I loro aerei arrivano a Fiumicino alle 9 ed alle 11, ed io le vado a prendere per portarle a casa di Luisa, dove alloggeranno durante la loro permanenza a Roma.
La prima ad arrivare é Raya Rotem, una signora israeliana di circa 60 anni, da quasi 20 impegnata per la pace e contro l’occupazione, tra le fondatrici delle donne in nero israeliane e attivista in Bat Shalom. Dopo di lei arriva Shereen Barakat, una ragazza palestinese di 23 anni, venuta a rappresentare il Jerusalem Center for Women, con cui ha partecipato ad un progetto per l’ empowerment delle giovani donne palestinesi che consiste in un lavoro di formazione e training per coinvolgere le giovani donne, spingendole ad essere attive nella difesa della causa palestinese a livello internazionale.
Shereen e Raya, dopo una nottata di viaggio (durata anche di più per Shereen che é dovuta passare dalla Giordania impiegando più di 24 ore per raggiungere l’Italia) arrivano a Roma esauste e Giulia le accompagna da Luisa per sistemarsi e rilassarsi prima dell’inizio della settimana di incontri.
Dopo un paio d’ore di relax, Gabriella Guidetti va a prenderle per accompagnarle ad un incontro nel primo pomeriggio in una scuola di Roma. L’incontro, seppure Shereen e Raya sono stanchissime, sembra essere andato molto bene e le due fanno un primo intervento spiegando chi sono, cosa fanno qui, e dando delle delucidazioni sul Jerusalem Link, entrando nel merito delle specificità di Bat Shalom e del Jerusalem Center for Women.
Per la serata il programma, organizzato con molta cura da Elisabetta Pompili, prevedeva che Gabriella Guidetti le avrebbe accompagnate a casa di Laura Brustia a Trastevere, che le avrebbe accolte con tè e pasticcini, e dove avrebbero aspettato l’arrivo di Elisabetta per andare a sentire un concerto Jazz. In realtà le cose vanno diversamente e Raya e Shereen preferiscono tornare a casa e riposarsi, prima della partenza per l’Aquila il giorno successivo.
La mattina del 2 marzo infatti ci diamo appuntamento verso le 13.00 a P.zza S. Pietro per partire con un po’ di anticipo per l’Aquila. L’incontro all’Aquila, organizzato da Valentina Valleriani e dalle altre Din dell’Aquila, é fissato per le 17.00, ma visti i blocchi dei giorni precedenti sull’autostrada a causa della neve é meglio mettersi in moto per tempo.
La giornata é molto bella, il sole splende e Shereen e Raya sono riposate, pronte per l’iniziativa. Il viaggio si svolge senza problemi e verso le 16.30 arriviamo all’Aquila, dove ad accoglierci ci sono le Din. L’incontro, dal titolo Parole di donne, premesse di pace, si svolge al Palazzetto dei Nobili al centro della città, in una sala comunale molto bella.
Dopo un’introduzione e presentazione di Valentina Valleriani prendono la parola Raya e Shereen, tradotte dall’inglese da me e Miriam, una professoressa di inglese e Donna in nero dell’Aquila. Per Shereen si tratta del suo primo intervento in pubblico, ed é molto emozionata, ma entrambe riescono a dare un’idea molto chiara della situazione, descrivendo nei dettagli le rispettive organizzazioni e promuovendo il lavoro comune del Jerusalem Link. Shereen infatti spiega nel particolare la dichiarazione d’intenti comuni di Bat Shalom e del JCW, emanata nel 1999, sottolineando che se tutto va secondo i programmi in un paio di giorni, esattamente l’8 marzo 2004 verrà resa pubblica una versione aggiornata della dichiarazione, in cui si ribadiscono i principi ispiratori del Jerusalem Link.
La dichiarazione comune si focalizza sul riconoscimento del diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli della regione, attraverso la nascita di uno stato palestinese lungo i confini stabiliti sa Israele il 4 Giugno 1976. Tocca inoltre i nodi princpali come, la questione di Gerusalemme capitale per due stati, la condizione dei rifugiati, la necessità di tornare ai negoziati, riconoscendo l’illegalità di tutti gli elementi dell’occupazione come gli insediamenti, i check point, le violazioni quotidiane subite dal popolo palestinese, la costruzione del muro, e cosi’ via.
Elemento fondamentale degli interventi di Raya e Shereen é la rivalutazione della centralità del ruolo delle donne nel processo di pace, riconoscendo la loro partecipazione attiva e paritaria nelle decisioni e nelle negoziazioni come cruciale per il conseguimento di una pace giusta e duratura.
L’iniziativa é decisamente molto ben riuscita, dal momento che anche il dibattito che segue i due interventi é vivace e sostenuto.
Verso le 19.30 Valentina Valleriani chiude l’assemblea, ricordando anche le numerose altre iniziative delle donne nei paesi in guerra.
E’ ora di ripartire e ci rimettiamo in macchina verso Roma. Raya é stanca e preferisce andare subito a dormire, mentre Shereen ed io andiamo a cena a S.Lorenzo.
Per il 3 marzo sono stati fissati due incontri, uno la mattina alle 10 alla Commissione delle Elette, ed uno la sera alle 18 alla Casa Internazionale della Donna.
Verso le 9 vado a prenderle e a Via della Penitenza ci sono ad accoglierle, Patrizia Sentinelli con altre donne membri della Commissione. L’incontro é molto piacevole ed informale. Shereen e Raya, da me tradotte in italiano, raccontano le loro rispettive esperienze di donne pacifiste in Palestina ed Israele, e grazie ad una cartina portata da Shereen, riescono a dare una chiara idea della situazione in Cisgiordania, evidenziando i check point, il muro, spiegandone il percorso e descrivendo le conseguenze sulla popolazione civile.
Le Consigliere della Commissione delle Elette dichiarano il loro impegno a lavorare per concretizzare la possibilità di formare una delegazione - composta dalle Consigliere stesse - per recarsi a Gerusalemme e nei territori occupati per portare la propria solidarietà alle donne che quotidianamente si battono per la pace e per conoscere direttamente e dettagliatamente i problemi e i contrasti che giorno per giorno si presentano e rendono sempre più difficile l’instaurazione di un reale processo di pace.
Dopo questo incontro il pomeriggio di Raya e Shereen é dedicato ad un giro turistico nei dintorni dell’ufficio di Luisa, mentre io cerco di riorganizzare e tradurre tutti gli interventi raccolti, per non perdere il valore prezioso di queste iniziative, i cui contenuti é giusto che siano condivisi in maniera più ampia con la rete.
Verso le 17.30 Shereen e Raya mi raggiungono nell’ufficio di Luisa, per andare insieme a Trastevere, dove le aspettano le Din di Roma.
Le partecipanti a questa iniziativa non sono molte, soprattutto perché in contemporanea al piano di sopra della Casa Internazionale c’é un’incontro con Assia Djebar che ovviamente attira molte partecipanti.
Nonostante questo, l’incontro tra "poche intime" é interessante perché Shereen e Raya hanno la possibilità di presentare sé stesse ed il loro lavoro alle Din di Roma, con la traduzione di Gabriella Guidetti e mia.
L’attenzione dell’incontro é focalizzato una volta di più sul Jerusalem Link e sull possibilità di lavoro comune tra donne israeliane e palestinesi. Proprio poco prima dell’incontro Shereen e Raya hanno saputo da Molly Malekar e Amneh Badran, direttrici rispettivamente di Bat Shalom e del JCW, che l’ uscita pubblica della nuova dichiarazione comune d’intenti, fissata per l’8 marzo, é stata rinviata a data da destinarsi perché ci sono alcuni punti che necessitano di ulteriore discussione. Questo serve a sottolineare che le difficoltà di un lavoro comune ci sono, ma é molto forte la volontà di continuare a seguire un percorso assieme.
Dopo l’incontro Shereen e Raya sono ospiti delle Din di Roma per una cena al ristorante della Casa Internazionale.
Luisa intanto é tornata dalla Siria, e la giornata successiva, il 4 di marzo, c’é in programma l’incontro dal titolo Il coraggio delle Donne, promosso dal Comune di Gubbio.
Verso mezzogiorno vado a casa di Luisa a prendere tutte e tre e ci avviamo verso la campagna umbra, con una bella giornata di sole ad accompagnarci.
Dopo un buon pranzo lungo la strada arriviamo a Gubbio verso le 16.30, e Luisa, Shereen e Raya, sono subito intervistate da una TV locale. Ad accoglierci nella sala della conferenza ci sono le Donne in Nero con un grande striscione contro la guerra.
L’iniziativa é organizzata all’interno del Centro Servizi Santo Spirito, al centro della città. Dopo i saluti e l’apertura dei lavori della vice-sindaco Palmira Barchetta, Shereen e Raya intervengono molto brevemente sullo stesso filone dell’Aquila. Luisa fa un resoconto estremamente dettagliato della situazione nella zona, includendo un excursus delle negoziazioni, passando per Camp David e per Oslo. Nell’analisi degli accordi di Oslo Luisa sottolinea come di fatto mancassero di attenzione nei confronti delle questioni fondamentali quali la definizione di uno Stato, i rifugiati, Gerusalemme, i prigionieri politici, le colonie. Pur non trattando attentamente la questione delle colonie infatti, gli accordi di Oslo prevedevano pero’ il congelamento delle stesse, mentre dal ’94 a oggi, come é noto, le colonie non hanno fatto che aumentare. Anche la questione di Gerusalemme é presentata con attenzione: dal 1993 infatti l’ingresso alla città é interdetto ai Palestinesi della Cisgiordania e di Gaza, i quali necessitano di un permesso speciale per accedervi. Di fatto, contrariamente a quanto espresso negli accordi internazionali, gli Israeliani considerano Gerusalemme la capitale unica ed indivisibile dello Stato di Israele, nonostante questo non sia affatto riconosciuto a livello internazionale, tant’é vero che non ci sono ambasciate.
Luisa si focalizza anche sulla questione della terra, raccontando la suddivisione dal 1947 ad oggi, in cui i Palestinesi sono costretti a rivendicare solo il 22% del territorio originale palestinese.
Nel corso del suo intervento Luisa ha toccato anche la questione degli attacchi terroristici, citando la dichiarazione di Jamal Zaqout: "io sono contro gli attacchi terroristici perché nuocciono alla nostra umanità".Ha poi sottolineato come il problema di fondo non sia la creazione del dialogo, quanto piuttosto l’accettazione del diritto dell’altro. E quello che le donne palestinesi ed israeliane stanno facendo é proprio il fondamentale riconoscimento di questo diritto. Le donne, dice sempre Luisa, si rifiutano di riconoscere l’altro come nemico, e questo é il primo passo per l’avvicinamento delle due società civili.
Alla fine dell’iniziativa, durante una cena a base di tartufo e polenta Luisa, chiede una prima valutazione del loro peregrinare in Italia e della necessità di riprendere le relazioni con continuità all’interno della visione della costruzione di una politica internazionale di donne. Ribadisce che negli ultimi anni c’è stata partecipazione alle attività contro l’occupazione militare ma meno approfondimenti sulle nostre relazioni e il senso dei nostri percorsi. Raya conosce Luisa da molti anni ed hanno un discorso in comune per Sheerin è più difficile perché ha avuto poche occasioni finora di incontrare donne israeliane. Tutte e due comunque manifestano il loro entusiasmo per l’esperienza che stanno facendo: Raya si lascia andare e dice a Luisa di essere disposta a lasciare Israele per qualche mese e venire in italia a fare conferenze. Luisa dice che è meglio che resti in Israele c’è bisogno di persone come lei, ma che certo sarà importante uno scambio continuo, Sheerin dice che lei sta imparando molto e l’incontro con Raya a volte faticoso ha però già inciso nella sua vita. Luisa raccomanda di scrivere e di socializzare con le donne israeliane e palestinesi la loro esperienza, perché molte volte le donne che sono venute in italia hanno tenuto per sé la loro esperienza.
Stravolte ripartiamo per Roma, mentre Raya e Shereen sono ospiti a Gubbio perché il giorno successivo, il 5 marzo, é in programma un incontro a Costacciaro, nel comune di Gubbio, con gli studenti delle scuole dei comuni limitrofi.
Il 5 marzo, dopo questa iniziativa Raya e Shereen sono accompagnate a Livorno, dove sono invitate ad alcuni incontri promossi dal Comitato Fermiamo la Guerra di Livorno.
La giornata del 6 per Raya e Shereen é densissima di incontri: alle 9,30 incontrano le donne della CGIL alla Camera del Lavoro. Incontro che entrambe raccontano essere stato estremamente piacevole oltre che significativo. A mezzogiorno incontrano in Municipio il Consiglio Comunale, alla 16.00 il Consiglio e la Commissione pari opportunità della Provincia ed alle 17.00 é fissato l’incontro con la cittadinanza nel Salone della Provincia di Livorno, a cui partecipano più di 100 persone.
Il 7 mattina Raya riparte per Firenze, dove Luisa l’ha messa in contatto con Ronit Dovrat, una israeliana del gruppo Ebrei contro l’Occupazione. Passerà due giorni da lei, e poi si fermerà a casa di Luisa qualche giorno per vedere tranquillamente Roma, Luisa la mette in contatto con Sveva anche lei del gruppo Ebrei contro l’occupazione. Shereen torna a Roma, dove io l’aspetto alla stazione e partirà il giorno dopo. Sheerin ha scritto a Luisa dicendo che si è incontrata con Raya e stava aspettando che andasse a casa sua. Raya ha telefonato a Luisa dicendo che era molto emozionata di essere stata invitata casa di Sheerin. Tutte due hanno presentato una relazione a Bat Shalom e al Jerusalem Center for Women del Jerusalem Link.
Resoconto a cura di Giulia Franchi