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In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari
par Radisol
Publie le domenica 20 gennaio 2013 par Radisol - Open-Publishing5 commenti
In tantissimi sotto la neve al funerale di Prospero Gallinari ...

Foto :
http://insorgenze.files.wordpress.com/2013/01/pro-3.jpg
Il saluto di Oreste Scalzone, video :
http://www.youtube.com/watch?v=-gtpFNQMtOo&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=XdC7YW_coN0&feature=player_embedded
Il canto dell’ Internazionale, video :
http://www.youtube.com/watch?v=3deEZIdwrps&feature=player_embedded
Messaggi
1. In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari, 20 gennaio 2013, 18:37, di K.
Ai funerali di prospero Gallinari hanno partecipato anche Claudio Grassi, tra i massimi dirigenti di Rifondazione Comunista ed il coordinatore provinciale di Reggio Emilia del Prc, Alberto Ferrigno.
Ciò ha ovviamente scatenato una campagna di stampa forcaiola, cui hanno fatto eco alcuni esponenti emiliani dell’ Italia dei Valori.
Debbo dire che, conoscendo Grassi e la sua storia ( tutta interna ed allineata dentro il Pci, prima di Rifondazione, nella quale Rifondazione poi ha sempre rappresentato l’anima appunto più "berlingueriana" e "continuista" con l’impostazione del vecchio Pci), la cosa mi ha favorevolmente stupito.
Ed è diventato un altro motivo per dare, senza grossi problemi, il voto alla "Rivoluzione Civile" di Ingroia, di cui Rifondazione è parte integrante ...
Certo, se non ci fosse l’IdV, a questo punto sarebbe ancora meglio ...
Ma tutto non si può volere ....
1. In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari, 20 gennaio 2013, 19:18
Al funerale di Gallinari la generazione «più infelice e più cara»
di Mario Gamba
Hanno detto di lui che era un rivoluzionario d’altri tempi. Per via della continuità con la tradizione comunista insurrezionalista, coltivata a Reggio Emilia, la sua città (però lui abitava nel contado). Hanno detto che era stalinista e che non avrebbe esitato a far fuori un sovversivo tipo ’77, presumibilmente «creativo» e fricchettone oppure sostenitore dell’operaio sociale e del non-lavoro, se gliel’avessero chiesto. Sicuri? Qualcuno davvero gli ha fatto domande su questi argomenti, prima, durante e dopo la sua avventura con le Br?
Soprattutto durante. Perché è innegabile la sua crescita politica all’ombra delle grandi narrazioni resistenziali e comuniste, ma è anche innegabile il suo ingresso nella lotta rivoluzionaria armata nel crogiuolo delle nuove lotte e delle nuove culture sessantottesche e oltre.
Prospero Gallinari deve aver contattato tanti generi di persone dopo il ’68. E quel che è certo è che senza la grande ondata di quegli anni, senza le sfaccettature, con tante impronte libertarie ben visibili, di quegli anni, non gli sarebbe venuto in mente di colpire, armi in pugno, il «cuore dello stato». Adesso è qui, in una bara avvolta in un drappo rosso con falce e martello. Tra qualche giorno sarà in un’urna di ceneri che non saranno disperse al vento come quelle del padre dell’operaio edile di Riff Raff di Ken Loach, ma tumulate nella tomba di famiglia. Nel cimitero di Coviolo, frazione di Reggio, il rito dell’ultimo saluto è sì, forse, di quelli d’altri tempi. Come quando si accompagnavano i morti di Reggio Emilia nel 1960, quelli che Fausto Amodei chiamava a «uscire dalla fossa», e i morti giovani, di anni dopo, gli anni dell’Orda d’oro, come l’hanno intitolata Nanni Balestrini e Primo Moroni, studenti del Ms come Roberto Franceschi, anarchici come Franco Serantini. Saluto a pugno chiuso. Ebbene sì. Si può persino essere imbarazzati, si può pensare che va evitata ogni retorica. Ma volevate non esserci a questo funerale di un combattente per la rivoluzione? Volevate risparmiare quelle lacrime che inevitabilmente a un certo punto vi scendono lungo le gote? Succede, per esempio, quando uno dei suoi compagni legge un ricordo collettivo: «... ti rasserenava al termine di ogni discussione... la sensazione di aver ricevuto qualcosa e la convinzione che il Gallo avesse preso qualcosa...». È un convegno brigatista questa cerimonia così fervida e così laica? Ce ne sono tanti dei compagni d’arme (e stavolta non è un modo di dire) di Gallinari, anche quelli che si trovarono in dissenso con lui. Curcio, Balzerani, Senzani, Fiore, Seghetti. Storie e destini diversi dai suoi, qualcuno più tormentato rispetto a lui che, semplicemente, nel 1988 aveva firmato un documento in cui si riconosceva finita e sconfitta la lotta armata. E dopo aveva vissuto sereno, per quel che può esserlo un uomo mitragliato alla testa e scampato a vari infarti. Ma c’è tanta gente qui al cimitero di Coviolo. Almeno un migliaio di persone. Non tutti ex brigatisti. Ci sono vecchi e giovani, amici del posto, ragazzi dei centri sociali, militanti della sinistra senza paraocchi venuti da vicino e da lontano. Solo un piccolo striscione rosso: «La rivoluzione è un fiore che non muore». Clima teso, tremendo, come in Germania in autunno, ultimo episodio di quel film a dieci firme, Fassbinder, SchlSchlöndorff, Kluge, Reitz tra gli altri, i funerali di Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Irmgard Möller, i tre «suicidi» di Stammeim? Ma no. Gli agenti della Digos si tengono a distanza, gironzolano, occhieggiano. Gli amici e i compagni di Prospero si raccolgono tranquilli e commossi a commemorarlo. Ognuno a modo suo, chi in forma epigrammatica chi con piccoli comizi. Tonino Paroli: «Non chiamateci terroristi, non lo siamo mai stati». Oreste Scalzone: «Prospero sentiva l’appartenenza ma non come un Rodomonte». Sante Notarnicola: «Vorrei ricordare la generazione degli anni ’50 e ’60, la più pura, la più infelice, la più cara». Facce segnate dal tempo e da delusioni cocenti? Se si vuole, sì. Ma dove non si trovano in giro per le città? Per un amore perduto, per un flirt finito male. E la rivoluzione è un amore grande, un flirt potentissimo. Sempre a cercare, noi, che finisca meglio.
il manifesto 20 gennaio 2013
2. In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari, 20 gennaio 2013, 21:14, di K.
Comunque, Di Pietro a "In Onda" su La7 ha chiarito i temini della questione.
Gallinari e Grassi erano amici d’infanzia.
E ha pure chiarito che, secondo lui, Grassi ha fatto bene ad andare a quel funerale, in nome della "pietas" ....
3. In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari, 21 gennaio 2013, 16:06
Eh sì.....essendo dotati di pietas come si fa non votare Rivoluzione Civile? Avevo dubbi, ma ora mi sono convinto......una lista di magistrati poliziotti e perfino un ex missino, ma la pietas è la pietas........Ciao Prospero!
4. In tantissimi sotto la neve ai funerali di Prospero Gallinari, 21 gennaio 2013, 16:30
Il saluto di Sante Notarnicola :
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=y8L9rsIISfw