India,Italia e la questione dei marò

Ciò che più dà fastidio dell’intera vicenda dei marò è l’atteggiamento assunto dal governo e dalla grossa stampa,mirato alla giustificazione,alla difesa a qualunque costo, se non proprio all’esaltazione dei militari impegnati all’estero,qualunque azione compiano.Comunque,come è stato più volte detto,la triste vicenda indiana presenta ancora molti aspetti non chiari,ma non è questo il tema che intendo affrontare.Chiaramente,in caso di innocenza dei due marò,le lamentale italiane sarebbero senza alcun dubbio giustissime e sacrosante,e si potrebbe a buon diritto parlare di sequestro di persona.Ma non è nemmeno questo il punto della questione,che invece consiste nel già citato atteggiamento governativo in tutta la sua ipocrisia.Infatti si pretende l’impunità in divisa(a qualunque costo):i "nostri" militari all’estero possono tranquillamente uccidere,torturare e commettere altri crimini,tanto in patria saranno accolti sempre come eroi.Questo è ciò che ha fatto intendere il governo "tecnico" con i suoi ministri.Si è anche tentata un’applicazione della "logica del più forte" già usata(per fare qualche esempio) dal governo statunitense proprio nei confronti dell’Italia per la strage del Cermis,l’omicidio Calipari ecc,ma questa opzione è fallita(forse anche a causa della sempre più marcata debolezza a livello internazionale dello Stivale, e alla sempre più forte ascesa dei paesi emergenti o Brics,tra i quali vi è proprio l’India).Comunque,un’altro elemento fondamentale di questa vicenda,che va al di là delle varie discussioni sul cosiddetto "diritto internazionale",è l’assoluto cinismo dominante.Infatti i due pescatori morti non se li è filati nessuno,e l’uccisione di essi da parte di due militari(siano essi italiani,greci o altro)per chissà quali strani o sporchi interessi,è stata trasformata in una contesa,o meglio in un braccio di ferro tra nazioni,o in un tentativo (sopratutto da parte del governo dei tecnici)di innescare un’ennesimo "scontro di civiltà".
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