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Informativo della Delegazione di Osservazione dei Diritti Umani nelle comunità di Jevenchò...

Publie le mercoledì 14 aprile 2004 par Open-Publishing

Informativo della Delegazione di Osservazione dei Diritti Umani nelle comunità
di Jevenchò, Elambò Alto e Elambò Basso, Municipio di Zinacantan

Il giorno di oggi, 11 aprile del 2004, alle 14.30 una delegazione di osservazione
dei diritti umani è partita dal Cideci in San Cristobal de Las Casas, verso
le comuniutà di Jevenchò, Elambò Alto e Elambò Basso, municipio diZinacantan.
Questa delegazione era composta da membri delle organizzazioni civili Red
de Defensores Comuitarios per i Diritti Umani, CIEPAC, Enlace Civil, Estacion
Libre, Comitè Civil de Dialogo Pejel Balumil, Promedios, Sipaz, Kinal Antsetik
e dalla la società civile nazionale de internazionale.

All’altezza di Naching si potevano vedere 4 camionette della Sicurezza Pubblica.
Quando siamo arrivati a Pashtè si trovavano riunite in un parco all’incirca
500 persone e due camionette della Sicurezza Pubblica.
Lì ci ha fermato un agente municipale che ci ha interrogato su chi fossimo
e che cosa stessimo facendo e ci ha informato che stava "aspettando che
arriavsse il delegato del governo per accertare che tutto fosse tranquillo".
A partire da questo momento l’agente municipale si è unito alla carovana
su di una camionetta bianca. Durante la visita nelle comunità si vedevao
unicamente bambini, bambine e donne. Sulla strada si potevano vedere pietre,
pali e vetri rotti.

Alle 15.00 siamo arrivati alla comunità di Jechvò dove c’erano circa 200
persone riunite nel campo da basket e due camionette della Sicurezza Pubblica.
Ci siamo diretti a casa di Mateo Ruiz Herandez dove si poteva vedere, dall’entrata,
bottiglie di bibite rotte ed una serie di furti nel negozzietto che abbiamo
calcolato di circa 10,000 dollari. Il deposito dell’acqua, che era stato
riempito del liquido il giorno precendete, si trovava distrutto e 22 anfore
da 2 galloni ciascuna, rovesciate.
La casa si trovava totalmente distrutta- porta, tetto, finestra sfondata
dalle pietre-e c’erano vestiti e coperte per terra.

Poi ci siamo spostati in una seconda abiatzione, che pare avesse uso di
bottega, in cui abbiamo trovato le tegole, le due porte ed il tetto rotto
da pietre. All’interno c’era una depostio d’acqua- come nell’altro caso,
riempito il giorno precendete- distrutto e cocci rotti che contenevano acqua,
insieme a utensili buttati per terra.Trovammo altre 5 case nelle stesse
condizioni, non abbiamo potuto visitare altre case per la loro vicinanza
alle abitazioni dei militanti del PRD.

Successiavmnete siamo andati alla casa di xxx che era riamsta lì con i suoi
cinque figli da ieri per timore di essere aggredita dai miltanti del PRD.
Fuori dalla casa si trovava una tanica di cemento per l’ acqua con capacità
di 2,500 litri, rotta. La signora xxx, al principio si è rifiutata di uscire
da casa sua per paura, però alla fine si è unita alla nostra delegazione.
Secondo la sua testimonianza, i perredisti che hanno rovesciato l’acqua
ed hanno distrutto i depositi e le taniche, hanno detto che volevano che
"gli zapatisti morissero di sete perchè venissero a chiedere in ginocchio
di appartenere al PRD" ed ha aggiunto che c’erano minaccie che i perredisti
sarebbero entrati quella notte in casa sua per sequestrare la sua mercanzia,
poichè la signora vende calzature.
Nella comunità di Jechevò si calcolano 60 famiglie sfollate.

Alle 16.00 abbiamo lasciato Jevenchò ed siamo arrivati a Elambò Alto alle
16.35. Anche lì abbiamo visto una starda bloccata che deviava alla destra
e andava verso xxx. Abbiamo visitato la Clinca Autonoma e le altre stanze,
la cucina, il dormitorio ed il negozzietto-le quali si trovavano abbandonate.
La luce ancora accesa, i vestiti per terra, gli animali liberi e le preghiere
sparse ci indicavano che i luoghi erano stati abbandonati con molta fretta.
In questa comunità si contano 25 famiglie sfollate.

Alla fine ci siamo diretti verso Elambò Basso, e abbiamo visitato alcune
case in cui trovammo animali liberi, coperte e vestiti sparsi, ed altri
segni che gli abitanti avevano dovuto andarsene di fretta.In questa comunità
si contano 40 famiglie sfollate.

Oltre ai danni materiali, abbiamo calcolato in questo momento 125 famiglie
sfollate, che rappresentano un’emergenza umanitaria e l’evindenza che la
strategia di guerra contro le comunità indigene che lottano per il riconoscimento
della prorpia autonomia continua ad essere presente.

per i fatti sopra esposti, le organizzazioni a seguire esigono fermamente:

Punizione dei reponsabili delle aggressioni contro le persone basi di appoggio
zapatiste del giorno 10 di aprile, così come delle ostilità contro le famiglie
basi di appoggio zapatiste delle comunità di Jevenchò,Elambò Alto e Basso.

Che si garantisca la sicurezza per il ritorno delle famiglie basi di appoggio
zapatiste alle proprie comunità di orgine e la riparazine dei danni alle
loro proprietà e la loro integrità fisica e psicologica.
Che si garantisca il pieno rispetto dei diritti umani così come della proprietà
delle famiglie basi di appoggio zapatiste e che si restituisca loro il diritto
a godere dell’acqua potabile.
Red de Defensores Comunitarios por los Derechos Humanos, CIEPAC, Enlace
Civil, Estacion Libre, Comitè Civil de Dialogo Pejel Balumil, Promedios,
Kinal Antsetik