Home > L’impegno civile di Menin

di Bruno Valla Conduttore D.P.V. Deposito di Piacenza, pensionato nel
1990
Da pochi giorni se n’é andato Gian Franco Menin, capo gestione delle Ferrovie
a Piacenza, in pensione.
La sua morte, ignorata dalle Istituzioni ufficiali, addolorerà quanti, ferrovieri
e democratici, lo hanno conosciuto.
Parlare ai giovani di Menin significa indicare un esempio di impegno civile e militante, coraggioso e generoso. In un’epoca dominata in larga parte dall’individualismo
esasperato, parlare di persone che hanno lottato per tutti i lavoratori, senza alcun tornaconto personale, rischiando per il loro lavoro e la loro famiglia, é certamente
necessario nell’era del liberismo esasperato, quando tante conquiste costate
dure lotte di decenni sono smantellate, negando un futuro ai nostri figli.
Molti ferrovieri, con Menin, hanno lottato per difendere il carattere di classe del Sindacato, contro la concertazione che ha prodotto licenziamenti biblici, produttività esasperata e dannosa per l’utente, sganciamento dal pubblico impiego con rapporto privatistico di lavoro, mobilità etc. Oggi tutti lamentano la crisi di rappresentatività dei sindacati, il crollo del numero dei tesserati, la mancanza di democrazia interna, tutti fenomeni paventati da Menin e contro cui egli lotto’ insieme a tanti colleghi (ben sette delegati). Menin smaschero’ irregolarità nei bilanci FS, diede vita al giornale sindacale "Il Collettivo" e fu collaboratore dei "Quaderni Piacentini".
Uomo di grande umanità e disponibilità, partecipo’ a molte lotte politiche, esponendosi in prima persona come nelle manifestazioni antifasciste a Reggio Calabria contro i "Boia chi molla".
Studioso della Storia del Movimento Sindacale, Menin fu un comunista contro, ispirato da grandi ideali. Per tutto questo bisogna ricordarlo, per difendere le nostre radici, senza le quali non si puo’ capire il presente ed avere una coscienza democratica e di lotta.
Bruno Valla - Conduttore D.P.V. Deposito di Piacenza, pensionato nel 1990.
P.S. L’articolo é già stato pubblicato dal quotidiano di Piacenza "Libertà"