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LE GUERRE DELL’ATOMO – RIPRENDONO I LAVORI RUSSI IN IRAN E ALTRE COSE
Publie le giovedì 1 aprile 2004 par Open-PublishingTeheran, 29 marzo - Sono ripresi in Iran i piani della Russia per
terminare la costruzione del contestassimo reattore nucleare nell’impianto
di Buscer, dopo un’interruzione seguita alla risoluzione dell’Agenzia
internazionale per l’energia atomica (Aiea).
Infatti l’Iran, che nuota nel greggio, non sembra avere bisogno di fare
ricorso all’energia atomica, e il convincimento di buona pare della
comunità internazionale è che la centrale atomica in costruzione con
tecnologia russa abbia tutt’altra finalità. Difatti l’Aiea aveva
denunciato la scarsa collaborazione del Governo di Teheran nel rivelare
l’esistenza di programmi validi anche per lo sviluppo di armi nucleari.
"C’è stata una sospensione dei rapporti di cooperazione tra Russia e Iran
dalla riunione dell’Aiea in cui è stata approvata la risoluzione - ha
detto Aleksandr Rumianzev, direttore dell’Agenzia per l’energia atomica
russa - ma la decisione di costruire l’impianto di Buscer in Iran non è
mai stata accantonata. Lo scambio d’informazioni con l’Iran sulla
costruzione dell’impianto continua, non vedo perché limitare questa
cooperazione".
Passando all’Unione europea, cinque dei dieci stati che in maggio
entreranno nella Ue usano impianti per la produzione di energia nucleare.
In diversi casi si tratta di vecchi impianti costruiti nel periodo
sovietico. Nelle fasi preparatorie all’ingresso, la Commissione europea ha
obbligato gli Stati dell’ex blocco sovietico ad adeguare i loro impianti
nucleari alle norme di sicurezza Ue. Sotto le pressioni del governo
austriaco, la Repubblica Ceca è stata costretta a sostituire i reattori
della centrale di Temelin. Ma i timori restano per gli impianti della
Slovacchia e della Lituania, che usano ancora vecchie linee di reattori
sovietici classificati dall’Ue "a rischio".
Nel frattempo in Italia una proposta di ordinanza del dipartimento della
Protezione civile, che riguarda "ulteriori disposizioni urgenti in
relazione all’attività di smaltimento, in condizioni di massima sicurezza,
dei materiali radioattivi dislocati nelle centrali nucleari e nei siti di
stoccaggio situati nel territorio delle Regioni Piemonte, Emilia Romagna,
Lazio, Campania e Basilicata", è stata esaminata a Roma in una riunione
che si è svolta nella sede della Conferenza dei presidenti delle regioni e
delle Province autonome. L’obiettivo delle Regioni è il rafforzamento dei
poteri della commissione tecnico scientifica e l’istituzione di un tavolo
della "trasparenza" in ognuno dei territori interessati.
All’incontro coordinato dal presidente della Regione Basilicata, Filippo
Bubbico, hanno partecipato l’assessore all’Ambiente della Regione
Piemonte, Ugo Cavallera, e tecnici e funzionari delegati dai governi
regionali di Emilia Romagna, Lazio e Campania.
Durante la riunione sono stati esaminati alcuni emendamenti delle Regioni
al testo dell’ordinanza, che ha lo scopo di prorogare un analogo e
precedente provvedimento emesso nel marzo del 2003 dal presidente del
Consiglio dei ministri. Fra gli altri emendamenti che le Regioni
unitariamente presenteranno nei prossimi giorni, "oltre al rafforzamento
dei poteri della commissione tecnico-scientifica" già prevista dalla prima
ordinanza Berlusconi, verrà proposto che in ciascuno dei territori
interessati sia istituito un "tavolo della trasparenza", "per garantire in
maniera costante informazioni ai soggetti istituzionali, sociali e
associativi ed all’insieme della cittadinanza su tutte le azioni che
verranno messe in atto per la messa in sicurezza delle aree dove sono
stoccati materiali radioattivi".