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La maledizione di Berlusconi è che non sa governare ma non può andarsene

Publie le domenica 18 luglio 2004 par Open-Publishing

di Furio Colombo

Berlusconi si sta cancellando un po’ per volta dall’orizzonte politico italiano senza tristezza e senza allegria. I suoi sostenitori appaiono seccati o preoccupati o desiderosi di dimenticare o ansiosi, ma non tristi. Niente a che fare con la scomparsa della Dc o del Psi.

Gli avversari, in tutte le gradazioni moderate, riformiste, radicali, non sembrano allegri, e ciò, credo, per realismo e per incertezza. Realisticamente ci si rende conto che Berlusconi si aggira in una scena devastata che sarà caratterizzata dalla lunga durata della fine. La sua maledizione è che non sa governare ma non può andarsene.

Berlusconi ci ha portati dentro un mondo finto, inesistente, bugiardo, del tutto inventato. Il paesaggio che il berlusconismo televisivo ci mostra è costantemente falso ma immensamente pericoloso. Racconta di grandi opere mai esistite perché, nonostante le frequenti e molto filmate inaugurazioni, non sono mai cominciate e non sono mai state finanziate. Racconta dell’Italia divenuta Paese leader del mondo, mentre i suoi conti pubblici sono degradati, per la prima volta nella storia del dopoguerra europeo, da un’importante società di "rating" americana. Racconta delle tasse che saranno comunque tagliate e intanto i buchi del disavanzo, del deficit, del debito si allargano paurosamente.

Ecco perché il tramonto di Berlusconi è cominciato, e la sua figura di finto leader si sgretola un po’ per giorno, senza che questo evento, certo non secondario, susciti forti emozioni. Dopotutto si tratta di spettacolo, di proiezioni sulle rovine di un Paese ridotto così male che nessun politico (nessuno) ha accettato di fare il ministro dell’Economia, qualcosa che non era mai accaduto al mondo.

Un piccolo e penoso episodio come questo è un buon esempio per capire come abbiamo vissuto in questi anni di Berlusconi-Mago di Oz, l’uomo capace di «scatenare le sue televisioni (cioè tutte) contro i suoi avversari» (parole sue) ma anche di mettere in scena quando vuole cose che non accadono, non possono accadere e non sono accadute.

E’, ovviamente, un pensiero fondato sul vuoto, senza alcuna relazione con i fatti. Come credere che in Iraq ci sia stata una svolta solo perché l’Onu ha approvato una mozione ed è stato insediato un altro finto governo. Come sostenere che ci sono le grandi opere solo perché sono state annunciate. Come teorizzare che ridurre drasticamente le tasse nel pieno di precarie condizioni dei conti dello Stato, vuol dire realizzare risparmio della spesa pubblica in quanto la spesa pubblica (senza adeguate entrate fiscali) diventa impossibile o si getta sulle spalle dei Comuni e delle Regioni. E’ come affermare che una legge medioevale, punitiva, che toglie rispetto alle donne e priva il medico della sua responsabilità di curare (la vergognosa legge italiana sulla procreazione assistita) sia una buona legge perché «pone fine al Far West della materia».

Come in tutte le battaglie per ridare rispetto ai cittadini e decoro all’immagine di questo Paese, l’Unità ci sta e si impegna. E, come sapete, non smetterà un istante di distrarsi da Berlusconi e dal suo pessimo non governo, gestito, attraverso le sue televisioni, come un regime. Non smetterà fino al voto che libererà il Paese. Allora si potranno unire le forze anche con chi, prima, aveva votato a destra, per ricostruire un’Italia in cui le cose si dicono, si sanno, si fanno, e si rende conto alla luce del sole.

L’Unita’