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E’ appena passato il 25 aprile, probabilmente l’unica data, sicuramente tra le poche, che valga la pena ricordare con affetto della giovane storia di questo paese. Non tanto perche’ nasceva la reppublica italiana (cosa che va abbastanza contro a quello che senso) ma perche’ finiva una guerra mondiale ma soprattutto finiva una guerra interna ventennale, fatta di totalitarismo, perdita della liberta’, del pluralismo e della democrozia chiamata fascismo.
Per i piu’ della mia generazione il 25 aprile e’ un giorno in cui si sta a casa da scuola ed e’ perquesto che viene ricordato. Purtroppo quest’anno il 25 aprile non e’ esistito per quel 99% della mia generazione che e’ stata a casa da scuola perche’ era domenica!
Quindo che senso ha parlare di primo maggio?a chi parlare di precarieta’ sociale?a chi spiegare perche’ e’ triste che i negozi sabato prossimo saranno aperti?Per chi ricordare le lotte e le morti dei lavoratori?
Quindi preferisco parlare della mia generazione quella nata negli 80, o meglio nella prima meta’ degli anni 80 per la velocita’ con cui le generazione cambiano oggi.
Questa generazione con cui son stato a contatto passando 7 anni al liceo.....quando ripenso al tempo perso mi sento veramente un coglione. SI mi sento un coglione per aver perso due anni di istruzione. Si due anni persi perche’ grazie alle magiche riforme Berlinguer prima e Moratti poi l’istruzione sta diventando e diverntera’ il mercato, con conseguente mercificazione, dei saperi dove solo chi puo’ permetterselo studiera’. Pero’ dico anche che forse la mia permanenza 7 anni in quella scuola ha fatto si che il passaggio dalla triste generazione 80-84 alla tristissima e grigissima 85-89 fosse piu’ lento.
Non so perche’ ma di un sol botto ho visto sparire il concerto del 1 maggio al parco castello (perche’ i nuovi studenti nn si son sbattuti ad organizzarlo), ho visto sparire ogni forma di presenza sociale (mancanza di volantini distribuiti, di "lotte" ecc ecc), la mancanza di voler organizzare, all’interno del mio vecchio istituto, i tornei sportitivi. Non penso che queste cose l’anno scorso ci fossero per merito mio. Pero’ vedo se la mia generazione e’ vuota la seguente e’ ancora peggio, ancor piu’ soggiogata e assueffata da questo sistema. Poi dico che personalmente cancellerei il mio ultimo anno di vita, essenzialmente perche’ per mia miopia non l’ho vissuto per una ragione. Gli errori si fanno ad alcuni non puoi porvi rimedio ad altri si, senza pero’ poter recuperare il tempo perso.
La mia generazione comunque ogni giorno che passa mi sembra sempre piu’ quella degli "abbaitori", nel senso che a parole sono pronti a fare tutto nei fatti non fanno nulla lamentandosi di quanto sia difficile vivere ecc ecc.
Io non penso che la vita di una persona come mia sia brutta, anzi si e’ in bambagia da quando si nasce e si crede di vivere in liberta’ e democrazia. Poi forse scopri che non e’ cosi’, ma per lo piu’ se lo scopri ci passi sopra comprando un nuovo paio di scarpe. Siamo la generazione delle divise, tutti seguono un clichet che li fa sentire parte integrante di un gruppo. Gruppo che ti obbliga a spendere quale piu’ quale meno e a sottostare a diverse regole non scritte. Ci sono i gruppi che fanno gli alternativi ma nn lo sono, poi ci sono i gruppoi che fanno la vita alternativa che la liberta’ apparente che questo sistema ti da ti permette di fare, e poi ci sono i gruppi che non vengono accettati perche’ fuori dai canoni. La cosa piu’ bella e’ che si riesce a ridere e scherzare su tutto e tutti convinti e tronfi del fatto che si vive meglio che un tempo (dimenticando che oltre a noi ci sono 5200000000 che vivono con il 10%delle risorse del pianeta e svariati milioni, se non miliardi di essi vivono sotto la soglia della poverta’).
Convinti che questo sia l’unico sistema di vita, di economia e di democrazia possibile, piu’ che altro perche’ metterlo in discussione vorrebbe dire rischiare di non comprarsi piu’ un apio di Prada o di Etnies ogni due mesi oppure non avere piu’ computer, telefonino e televisione. Quindi a conti fatti poverini loro che stanno male ma noi che possiamo fare?non si puo’ cambiare il sistema quindi basta menate e viviamo tranquiili. Chi non al pensa cosi’ e’ un pazzo, anti stato, anti progresso, da circa 3 anni a sta parte (dopo vent’anni e’ rispuntato fuori) terrorista. Violento perche’ fa i cordoni, folle perche’ attacca le forze del dis-ordine.
Il 25 aprile, quando purtroppo tutti i partigiani saranno morti e la memoria per sempre sepolta (ci sara’ voluto un po’ di tempo ma alla fine c’e’ l’abbiamo fatta a pacificare il mondo politico italiana) non sara’ altro che un numero di un giorno della settimana cosi’ il nuovo Berlusconi potra’ fare la politica fascistoide dell’attuale senza rischiare che qualcuno glielo rinfacci. Berlusconi non e’ fascista mi dicono e solo capitalista. Io butto li che quest’anno la FIOM ha indetto il sencondo convegno straordinario della sua vita il primo era stato nel 1922. Butto li l’ultima cosa poi la finisco con questa pappardella la censura dell’informazione di cosa e’ figlia?
Per questo alla mia generazione che importa del primo maggio perche’ dilungarci in stupidi ricordi storici, perche’ parlare del rispetto dei lavoratori, perche’ ricordare e far capire alla gente che il lavoratore del futuro cioe’ NOI sara’ precario, mobile senza diritti?
Parliamo di cosa facciamo domani, parliamo di quello che vuoi basta che non sia qualcosa di serio perche’ tanto la mia liberta’ e il mio futuro non sono in pericolo.
Per tutti quelli che magari ricordano e sentono che il primo maggio non e’ una ricorrenza, un concerto e un giorno in cui (chi nn sara’ obbligato a lavorare) si sveglia tardi, ma che comunque sono parte strumentale e strumentalizata del sistema come il coglione che scrive, ricordo un appuntamento:
MAYDAY PARADE.la festa del precariato sociale
sabato 1 maggio ore 15.00 a Porta Ticinese a Milano....