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Legge sulla procreazione medicalmente assistita: ultime ore per firmare

Publie le domenica 19 settembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Fausto Bertinotti

La legge sulla procreazione medicalmente assistita è uno dei frutti peggiori
della politica del centrodestra. Essa non riguarda, come spesso si sostiene,
soltanto una piccola parte della società, o soltanto le donne che intendono ricorrere
a questo strumento: ma ha un significato e un valore ben più generali, che concerne
tutti. In questo senso, essa rappresenta una limitazione drastica della libertà e
dei diritti di tutti: un duro colpo inferto a tutto il paese, alla sua coscienza
civile e democratica, alla libertà e dignità delle persone.

Questa legge - sentiamo il bisogno di ribadirlo - ha prodotto e produce una lacerazione profonda nel tessuto della società civile. Ispirata da una concezione "organicista" e profondamente illiberale delle relazioni umane, mossa da un vero e proprio oltranzismo ideologico premoderno, essa si accanisce, con violenza, contro le donne. Contro il loro diritto a una maternità consapevole e liberamente scelta.

Per tutte queste ragioni, chiamare il paese a decidere attraverso uno strumento democratico come il referendum, è la strada più naturale, ovvia e giusta. L’obiezione che viene mossa a questa scelta - che col referendum si rischia di introdurre nel paese una spaccatura ideologica, o una nuova "guerra di religione" - non è seriamente fondata. E’ la legge, così come è concepita fin dal suo primo articolo, a dividere l’Italia. E’ la legge a limitare drasticamente la libertà delle donne, attraverso divieti ed obblighi che appaiono spesso senza senso. Perciò, è bene che siano i cittadini a pronunciarsi, a prendere parola. Nel rispetto di tutte e tutti, ma specialmente della donna e della sua soggettività. Quando si impedisce ad una coppia - come questa legge fa - di avere un figlio, si sancisce la sua impossibilità di progettare un futuro. Tutto questo è inaccettabile. Tutto questo, attraverso il referendum, vogliamo respingere.

Mancano ancora poche ore al completamento della raccolta delle firme necessarie per la richiesta di un referendum abrogativo, poche ore che devono chiamare tutte e tutti noi alla mobilitazione, al massimo impegno per arrivare a superare la soglia delle 500mila firme. Siamo di fronte ad una sfida della massima importanza: la posta in gioco vera è la libertà femminile, il diritto all’autodeterminazione delle donne, la laicità dello Stato e della sua legislazione. Utilizziamo tutte le iniziative, tutti i banchetti, tutte le manifestazioni, tutte le feste di Liberazione, tutto quanto è nelle nostre possibilità. Lasciamo che nulla resti intentato per cancellare una legge ingiusta, incivile, che mortifica la dignità della vita.

http://www.liberazione.it/giornale/040919/LB12D6C6.asp