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Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri tecnico, professore Mario Monti

par Adalberto de’ Bartolomeis

Publie le lunedì 2 gennaio 2012 par Adalberto de’ Bartolomeis - Open-Publishing

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri
Chiarissimo Professore Mario MONTI
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370 00187 ROMA

Signor Presidente del Consiglio, Egregio Professore, chi Le scrive è un comune cittadino di questa nostra Repubblica Italiana che, a 52 anni ne ha già viste non poche di vicissitudini politiche nelle numerose legislature, di cui questo Ordinamento annovera finora. Comprendo le ragioni della sua cooptazione al mandato che Le è stato affidato nell’assolvere un gravoso incarico di responsabilità, cui il nostro Capo dello Stato Le ripone piena fiducia. Lei è un tecnico e come tale non può che adoperarsi per un’emergenza economico-sociale conclamata, nello svolgere il suo ruolo con adozione di provvedimenti sicuri, al fine di recuperare denaro al debito pubblico, a mio avviso, preesistente, ancora dal passaggio da due regimi!
Quindi, a conti fatti, sono oltre 14 lustri che questa Nazione convive con questo cronico debito!
La sua venuta la ritengo, perciò, epocale per la situazione contingente, fin tanto che la Sua squadra possa rimuovere tutti quegli ostacoli granitici che i governi precedenti pensavano di continuare ad alternarsi conniventi, nella più assoluta spavalderia nel non risolvere i tanti problemi che questo Paese ha solo accumulato, tra prima e seconda repubblica! Tutti i nodi, come sempre, vengono al pettine e son venuti!!!
Tuttavia, nell’ importanza storica delle decisioni che il suo governo oggi assume il compito difficilissimo di azzerare il debito, quattro sono i punti che parevano essenziali: primo, rideterminare le tasse. Secondo, preoccuparsi non tanto del saldo in pareggio di bilancio della spesa pubblica, ma guardare alla crescita dell’economia del Paese. Un domani? Chi lo sa? Terzo, abbandonare ogni abboccamento alla concertazione perché è inutile, si perde tempo, non è rappresentata dalle reali esigenze dei cittadini!
Quarto, attaccare senza esitazioni e quindi con estremo rigore i costi, tutte le spese che questo Stato affronta, superflue, che incidono nel dilatare, appunto, il debito pubblico.
Apprendo invece che Lei si è limitato a trovare gli obiettivi facili per ricavare subito le entrate con le sole imposte. Riguardo al sistema previdenziale, che non era poi così malconcio, Lei ha deciso di rendersi impopolare, mantenendo al lavoro chi stava maturando il diritto a pensione. Non sarebbe stato più intelligente mandare a regime chi, iniziando da molto giovane, aveva acquisito una sufficiente anzianità di servizio e poteva, quindi, attendere la sua “finestra” per uscire dall’attività lavorativa? E che dire, poi, delle Forze Armate che, mi consenta, sarebbe l’ unico Stato al mondo ad avere quadri in servizio permanente effettivo oltre i 60 anni! Trascuri i pochi casi di particolare funzione, quali i Capi di Stato Maggiore di Forza Armata o di Segretario Generale della Difesa che, provenendo dal servizio attivo, perdurano fino al compimento del 63 esimo anno di età. Questi sono casi limite, eccezionali che, proprio per il particolare incarico hanno attribuzioni speciali, pur essendo generali o ammiragli!
Passando, poi, al taglio della spesa pubblica pochissimi sembrano siano i provvedimenti in itinere, cui però il governo precedente aveva attuato, non con poche critiche ed inoltre molto modesto mi sembra sia lo sforzo per ridurre i costi di questa benedetta politica! Servono, lo so bene, leggi costituzionali e l’ “iter” da avviare può richiedere ben oltre il suo periodo di mandato, ma intanto se si cominciassero a proporle potremo anche indirizzare la futura politica, cosa assai difficile, non quella attuale che si trova in Parlamento!
Se lei, da tecnico e non da politico, deve svolgere una funzione straordinaria di controllo e di riordino del dissesto finanziario che l’ Italia ha accumulato per colpa di governi “pigri”, mi sarei aspettato, per esempio, che in questa situazione di emergenza chi, percettore di elevato reddito, potesse, temporaneamente, sostenere lo Stato in crisi. Invece di questo provvedimento, cui lei ne parlò in una trasmissione televisiva condotta dalla giornalista Lilli Gruber, è stato cassato dal programma. Come mai? Equità significa che anche il ceto ricco faccia la sua parte, così come, parimenti, anche la Chiesa dovrebbe farlo, superando vecchi accordi che sono stati ratificati ben oltre 80 fa e quindi coinvolgendola maggiormente nei problemi laici di questa Nazione.
E’ pertanto facile individuare le categorie sociali a cui richiedere sacrifici, anche se, a fattore comune, tutti, pagheranno l’ IMU, l’aumento dell’ IVA, le accise sulla benzina, le addizionali regionali irpef, pur sempre con i puntuali, soliti “dovuti distinguo”! E che ne dice di far pagare anche alle “signorine” la tassa per il loro lavoro più antico del mondo, fortemente redditizio? Perché costoro devono evadere il fisco così impunemente, quando invece potrebbero esercitarlo come era giusto che fosse prima della legge Merlin?
Non è una manovra equa quella a cui Lei si accinge ad applicare, o meglio la definirei monca! Non è altrettanto equo che non si provveda a “chiudere i rubinetti” delle ingenti spese che sostengono alti Organi di rilevanza istituzionale, quali, il Quirinale, Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo Madama, partendo da questi fino a scendere in basso, agli inutili che sono una miriade, disseminati su tutto il territorio nazionale, che altro non sono che dei veri e propri centri assistenziali, che giustificano solo un lavoro inutile, di mera burocrazia verso un sistema economico e sociale davvero malandato!
Non mi voglio dilungare, dico solo che dal momento che gli elettori non l’hanno scelta, ma è apparso come il “Messia” perché è il “nonno della politica” che l’ha voluto, Lei ora chiede ai cittadini di fare sacrifici per salvare l’ Italia dal “default”, a differenza di un altro suo predecessore che anche lui chiese sacrifici per la Patria, ma con il consenso, perché i cittadini avevano riscontro di quello che a loro riuscì a dare, prima di mettersi nei guai! Qui, al momento, ci sono soltanto le sue parole, la sua scommessa, la sua sfida per un futuro migliore, con l’unica differenza però che, scomparse, in questo caso e per fortuna le ideologie, gli italiani si aspettano rigorosamente dal suo governo la cancellazione degli sprechi e più giustizia sociale, altrimenti provi ad immaginare se avessimo davvero una vera destra ed una vera sinistra!
In questo clima si ha invece la percezione che lo Stato sia in difficoltà, che le sue Istituzioni non siano più un riferimento sicuro, ma soprattutto i rappresentanti della politica non vogliano assolutamente svolgere i compiti d’interesse economico e sociale perché sono anni che non hanno il senso di responsabilità, come invece lo avevano, eccome, lontani loro predecessori!
In 14 mesi Lei potrà cambiare la marcia ad un sistema divenuto un vero e proprio carrozzone, ma affidare dal 2013 ad una nuova classe politica la guida del Paese, mi creda, glielo dico senza alcuna riserva: il Suo mandato produrrà soltanto gli effetti di tamponamento alla crisi nell’ eurozona, non modificherà tuttavia il clima di recessione che l’ Italia vive da diverso tempo. La crescita produttiva sarà uguale a zero, anche se l’ Italia non uscirà dall’ euro e per cui, dubito fortemente che il prossimo Esecutivo potrà portare a compimento i grandi impegni che sta mettendo in atto il Suo governo! Tanta fatica, molti sacrifici ai contribuenti, per rendere vane le aspettative di giovani generazioni nella stabilità di un lavoro definitivo e di un sistema sociale che necessita equilibrio, per cui nulla varrebbero i suoi interventi di cui ora, non con pochi malumori, ci troviamo a metabolizzare l’urgente “medicinale” che ci vuole propinare, confidando nella buona sorte! Cosa Le voglio dire? Che la gente è quella che è, gli attuali politici altro non sono che le persone abituate ad avere vissuto in ambienti di apparente benessere, ostentano solo una sicurezza economica individuale, che alla fine si traduce in un atteggiamento spavaldo che va al di sopra delle loro reali possibilità cognitive! Quindi è gente che ha una visione alquanto miope del valore della vita, perché riflette un egoismo, un individualismo ed altrettanto un opportunismo esasperato. Questa classe di individui si dimentica che ne esistono altri, indigenti o sulla soglia della povertà, ma che a differenza loro hanno dignità! Nessuno, oggi, è disposto a dare, a cedere, ad essere altruista, anche per il Bene di una Nazione. Nessuno sente il valore del Bene Supremo di uno Stato che non è solo un sacrificio economico, ma è Amore verso il proprio Paese, cultura e senso di civiltà, pertanto senso del dovere, dedizione al nobile spirito di responsabilità e gratitudine ad una terra dove si è nati e dove si è deciso di consumare la propria esistenza!
Passi, Lei, pure alla storia come il “salvatore della Patria”, ma si ricordi: prima di beneficiare di altri sicuri attesi riconoscimenti, mi creda, Le sarà, purtroppo, molto, ma molto difficile, se non impossibile, cambiare anche la “marcia” agli italiani! Con altre parole anche un’altra persona lo disse molto tempo fa.
In prossimità del Natale Le auguro serenità, come sembra d’altronde trasparire nel Suo contegno espositivo e di umore, pur tuttavia mediti sul ruolo che Le è stato affidato, di “buon amministratore del condominio Italia”!
Monselice, 19 dicembre 2011