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MASSACRO DI FALLUJIA : vi dico la mia...

Publie le domenica 11 aprile 2004 par Open-Publishing

La situazione è estremamente grave ed il nostro governo stà macchiandosi di
crimini contro l’umanità, prolungando la minaccia non solo su vite umane
innocenti in Iraq, ma mettendo sempre più a repentaglio la sicurezza nel
nostro paese. Se non troviamo la forza di mobilitarci di nuovo sul serio,
soprattutto

A TEMPO INDETERMINATO, RIBADISCO, INDETERMINATO!

fin d’ora, ci
troveremo sprofondati in una situazione della quale personalmente non riesco
ad intravedere molta luce.

Credo sia da cominciare ad andare a Roma, con le bandiere della pace, e
cominciare a pompare la protesta. Credo che almeno i "rappresentanti" delle
associazini, ong, movimenti vari debbano prendersi il tempo di far saltare
le loro agende per piantonare finchè sarà necessario palazzo Chigi a Roma.
Possono essere i "testimoni morali di questa protesta, e da loro può partire
una chiamata collettiva a Roma.

L’obbiettivo a mio avviso è:
 1) denunciare le falsità sulla guerra raccontate dal governo
 2) chiedere il ritrio immediato delle truppe
 3) chiedere le dimissioni immediate del governo.

Si sta a Roma finchè non si è ottenuto risultato!

La modalità da adottare senza doppiezze o concessioni è l’approccio

NONVIOLENTO: si piantona, si sensibilizza, si canta, si espongono le proprie
ragioni con comizi spontanei nelle vie di roma, si distribuiscono bandiere
dalla pace ai passanti, si parla con i giornalisti, si usano tutti i mezzi
tecnologici per chiamare a Roma.

La mobilitazione deve essere accompagnata da un enorme sforzo di pubblicità
attraverso tutte le nostre liste, chiedendo ai cittadini e ai partecipanti
di invitare amici e conoscenti attraverso gli SMS, attraverso che cavolo si
vuole ma deve partire una chiamata potente, che porti a Roma ...

Chiediamo
alla gente che si prenda uno o più giorni di ferie dal lavoro ma che venga a
protestare a Roma nel giorno che vuole... in modo che l’afflusso nella città
cresca in maniera esponenziale.. Potremmo chiamare questa mobilitazione che
prevede anche l’assenza infrasettimanale dal lavoro qualcosa del tipo

"Io
lavoro per la pace, non per la guerra!!!"

Io non vedo altri modi di "fare qualcosa" che in questo momento possano
essere efficaci. Non vedo più tanto margine di tempo per proteste o azioni
di carattere simbolico o locale.

Per me si potrebbe cominciare a già da lunedì di Pasqua, tirando avanti ad
oltranza...

Se ci crediamo veramente lo si fa!

Diego Cozzuol