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Melfi, carica della polizia. Sciopero di quattro ore il 28 aprile

Publie le martedì 27 aprile 2004 par Open-Publishing

Nuovi momenti di tensione tra forze dell’ordine e manifestanti, dopo le cariche di questa mattina, si stanno registrando nella zona della Fenice, una sorta di ingresso secondario dell’area industriale dove ha sede la Fiat Sava, a Melfi. Polizia e carabinieri stanno cercando di far allontanare i lavoratori del presidio che bloccano l’accesso. Si tratta di qualche centinaio di persone che fanno resistenza passiva. A piccoli gruppi agenti e militari li trascinano via.

Dall’area di accesso principale non sono invece transitati finora i quattro pullman che portano i dirigenti dello stabilimento Fiat per il cambio turno. I manifestanti hanno proposto di farli passare a piedi ma finora la situazione è bloccata. Due lavoratrici che protestano hanno invece consegnato alla prima fila dei carabinieri, schierati in assetto antisommossa, una margherita e molti l’hanno lasciata nel taschino. La situazione permane ancora molto tesa mentre rappresentanti politici e istituzionali locali stanno cercando di trovare soluzioni per impedire che si ripetano gli scontri.

Al cambio turno della 14 «sono arrivati 5 pullman vuoti - riferisce il segretario generale fiom basilicata, Giuseppe Cillis - e sono tornati indietro. In questi giorni i lavoratori arrivavano a Melfi e si univano agli scioperanti e chi voleva entrava. Anche questa mattina, prima delle cariche della polizia, sono arrivati 10 sorveglianti alle 5.45 e sono entrati». Circa duemila manifestanti sono davanti ai cancelli della Sata.

I metalmeccanici si fermeranno il 28 aprile prossimo per quattro ore in tutta Italia, in risposta alla carica della polizia che hanno causato ben dieci feriti tra gli operai. Polizia e carabinieri hanno aperto un varco nel blocco principale, per consentire il transito di tre autobus a bordo dei quali vi erano alcune decine di "quadri" che chiedevano di entrare in fabbrica.

Da qui sono nati degli scontri tra gli operai e forze dell’ordine. Il vice questore Amalia Di Ruocco è stata ferita alla testa da una pietra lanciata dai manifestanti durante la carica. Come detto, almeno dieci sono stati feriti. Tra le persone colpite dagli agenti - secondo quanto riferito dai dirigenti della Fiom - vi era anche il coordinatore della segreteria nazionale della Fiom, settore auto, Lello Raffo, che è stato colpito in testa e ad un braccio.

La Fiom comunque ha lanciato un appello alle istituzioni locali, alle forze politiche e ai parlamentari di «prendere posizione nei confronti del governo responsabile di un atto che riporta il nostro Paese agli anni più bui della repressione anti-operaia».

Sempre nella mattinata, è proseguito il blocco della produzione anche nello stabilimento Fiat di Termini Imerese a causa della protesta di Melfi che ha serie ripercussioni anche sull’impianto siciliano, dove da giovedì pomeriggio 1.350 operai sono stati posti in cassa integrazione a causa della mancanza di componenti della Punto. Alle linee produttive di Termini Imprese servono portiere, cofani e particolari dei sedili forniti dagli impianti dell’indotto Fiat dell’area industriale di Melfi.

Ma la protesta si sta sempre più espandendo. Delegazioni di lavoratori aderenti a Fiom Cgil e Slai Cobas sono partiti o si stanno organizzando per trasferirsi a Melfi per sostenere i blocchi organizzati dai manifestanti, dopo gli scontri di questa mattina. «Sono già decine le auto dei lavoratori di Pomigliano - spiega un portavoce dello Slai Cobas - partite in mattinata per dar man forte ai picchetti dei lavoratri di Melfi».

La Fiom Cgil ha invocato la mobilitazione di tutti i metalmeccanici della Campania «per dare una risposta immediata con iniziative di lotta e di sostegno solidale ai lavoratori della Fiat di Melfi».

Nel frattempo, a Mirafiori, Rifondazione Comunista ha manifestato davanti ai cancelli della Porta 2 dello stabilimento torinese. «La straordinaria lotta dei lavoratori di Melfi contro il super sfruttamento, il Tmc2, contro le discriminazioni salariali -ha sottolineato Rocco Papandrea capogruppo di Rifondazione in consiglio regionale- è la stessa lotta che nei mesi scorsi gli operai di Mirafiori, in condizioni molto difficili hannno condotto, è la lotta di tutti i lavoratori della Fiat e sbaglia il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, quando invita la Fiom a trattare. La Fiom -sottolinea ancora Papandrea- è stata esclusa dalla trattativa perché si è rifiutata di firmare un verbale in cui si chiedeva di condannare i blocchi».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=33961