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Morire per campare nell’Italia del Nano

Publie le giovedì 15 aprile 2004 par Open-Publishing

IL DRAMMA

Smentito il ministro Frattini sulla preventiva comunicazione
Famiglia Quattrocchi: l’abbiamo saputo dalla tv
«La sensazione è che il governo abbia voluto dimostrare la sua forza
giocando con la pelle di chi si trova in Iraq»
GENOVA - La famiglia Quattrocchi ha appreso poco dopo la mezzanotte di
mercoledì mentre seguivano la trasmissione «Porta a porta» la notizia
della morte di Fabrizio. Lo ha reso noto la sorella Graziella. Solo
mezz’ora più tardi la famiglia è stata informata ufficialmente con una
telefonata dal ministero degli Esteri e alle 2,45 ha ricevuto la
visita di un ufficiale dei carabinieri. È la versione di Gabriella
Quattrocchi. Giovedì mattina il sottosegretario Umberto Vattani ha
contattato telefonicamente la famiglia per esprimere le condoglianze a
nome del ministro Franco Frattini e del sottosegretario Gianni Letta.
I familiari ribadiscono di aver appreso dalla tv la morte del loro
congiunto e sottolineano come il ministro Frattini avesse annunciato
da Bruno Vespa che i nomi si potevano comunicare in quanto la famiglia
era già stata avvisata. «Eravamo insospettiti dal fatto che i
familiari degli altri ragazzi presenti in studio non dessero segni di
sconforto».

POLEMICA

La famiglia Quattrocchi inoltre condanna quelle che
definisce dichiarazioni «improvvide» del presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi. Secondo i Quattrocchi se Berlusconi fosse stato
zitto il loro congiunto sarebbe ancora vivo.
«Prima di ribadire dichiarazioni di forza, il governo avrebbe fatto
meglio a portare avanti le trattative con i rapitori»: è l’accusa
della famiglia Quattrocchi. «La sensazione è che il governo abbia
voluto dimostrare la sua forza giocando con la pelle di chi si trova
in Iraq», hanno dichiarato i familiari all’Ansa. Nella famiglia
Quattrocchi ci sono anche preoccupazioni per il rientro in Italia
della salma del congiunto. «I contatti con la banda armata sono molti
difficili - ha detto la sorella Graziella -. Ci è stato detto che
qualche cosa di più si potrà sapere domani o dopodomani».
I familiari non hanno voluto vedere il video che ritrae l’esecuzione
di Fabrizio, che però è stato visionato da un amico intimo di famiglia
che ne ha riferito il contenuto.

LA LETTERA DEGLI AMICI

«Questo comunicato è alla memoria e in onore
del nostro concittadino Fabrizio Quattrocchi, costretto a morire in
uno Stato straniero per avere quella gratificazione economica che la
nostra Costituzione dovrebbe garantirgli». Inizia così una
lettera-comunicato dei colleghi e degli amici di Fabrizio Quattrocchi.
«Le istituzioni si dovranno chiedere che cosa avrebbero potuto fare e
sopratutto cosa potranno attivare nel prossimo futuro perché tutto ciò
non avvenga mai più. Lo Stato, che è così attento all’integrazione
degli stranieri in Italia, a nostro avviso dovrebbe ritenere
presupposto fondamentale la soddisfazione dei bisogni primari del
cittadino italiano e attualmente ciò non avviene. Se non possiamo
essere fieri delle istituzioni italiane che tutto ciò hanno permesso,
il comportamento tenuto da Fabrizio in vita fino alla fine ci rende
orgogliosi di essere suoi concittadini e soprattutto amici». Il
collega che ha letto questa lettera ha precisato che si tratta di una
dichiarazione dei colleghi di lavoro di Fabrizio e non della famiglia.