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NELLE TV DI BERLUSCONI VIETATO PARLARE DI MAFIA

Publie le martedì 18 gennaio 2005 par Open-Publishing
2 commenti

Dazibao


La destra si scatena per un’inchiesta di "Report"

E Cuffaro ottiene una trasmissione riparatrice Scoppia lo scandalo la tv parla
di mafia


di CURZIO MALTESE

UNA bella inchiesta di Report su Raitre ha interrotto per una sera gli anni di omertà televisiva sulla mafia, con l’eccezione di qualche buona ma innocua fiction.

Puntuale è scattata la censura della maggioranza. Tutti in prima fila, gli esponenti siciliani di Forza Italia, il presidente della Regione Cuffaro, il sindaco di Catania Scapagnini, non per combattere la mafia ma il giornalismo anti-mafia.

Per difendere la "loro" Sicilia "diffamata e offesa" con "vecchie storie", frutto di pregiudizio politico. Senza neppure rendersi conto di usare gli argomenti, il linguaggio, le frasi fatte di un Totò Riina o di tanti mafiosi da film.

In verità i legami fra Cosa Nostra e politica erano stati appena sfiorati dal programma di Raitre, forse nell’illusione di scampare alla mannaia. Ma ormai nella maggioranza dei "61 collegi su 61" basta la sola parola "mafia" per scatenare reazioni isteriche, violente e a volte ridicole. Come la richiesta di ottenere una "trasmissione riparatrice" su Raidue per "mostrare l’altro volto della Sicilia", avanzata da Cuffaro e prontamente accolta dallo spaventapasseri di destra piazzato alla direzione generale della tv pubblica, Flavio Cattaneo. Che ci faranno vedere, carretti e balli folcloristici? Sono anni che in tv, Rai o Mediaset, ci fanno vedere l’altro volto della Sicilia, quello falso, dove la mafia non esiste.

Il torto di Milena Gabanelli e degli inviati di Report è di aver ricordato che la mafia invece esiste ed è tornata a controllare il territorio. Non si sono visti scoop o rivelazioni clamorose nella puntata dell’altra sera.

Soltanto l’ostinato, intelligente racconto di che cos’è la nuova criminalità organizzata, attraverso episodi piccoli e grandi. I tre incendi al locale gestito dal capo dei commercianti anti racket del siracusano, scanditi ogni nove mesi esatti, nell’incredibile impotenza delle forze dell’ordine. Le strane fughe a un passo dall’arresto di Bernardo Provenzano, che dev’essere da trent’anni l’uomo più fortunato del pianeta oppure uno che ha buoni informatori nelle istituzioni. Un’inchiesta seria, documentata, equilibrata, che ha dato voce per una volta alla Sicilia del coraggio e dell’onestà, l’ha fatta sentire meno sola. Un ottimo esempio di quel servizio pubblico che tutti, a parole, invocano dalla Rai.

La censura a Report è l’ultimo episodio di una lunga storia di televisione di regime, cominciata nel 2001 con la vittoria di Berlusconi e il proclama di Sofia contro Biagi e Santoro, proseguita con l’epurazione della satira e dell’informazione indipendente, fino alla grottesca sospensione del Molière di Paolo Rossi domenica scorsa. Ma è anche l’episodio più grave e triste, nella sua cinica prevedibilità.

E’ prevedibile ma deprimente che un personaggio come Totò Cuffaro, che deve rispondere alla giustizia dell’accusa di favoreggiamento alla mafia, scateni pubblicamente l’ennesima campagna contro l’antimafia. E’ altrettanto scontato ma triste che Forza Italia, il cui fondatore Marcello Dell’Utri è stato condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, metta alla gogna chi indaga sulla mafia. Possibile che nessuno, nel centrodestra, provi imbarazzo per questo processo alla rovescia? Non ci aspettiamo grandi prove di senso dello Stato dalla maggioranza. Ma se è vero che "la Sicilia non è soltanto mafia" neppuro lo è tutta l’Udc o Forza Italia.

E dunque perché lasciar parlare su questi temi soltanto una compagnia di indagati o condannati?

Quanto al danno che queste inchieste e perfino alcuni sceneggiati produrrebbe all’immagine della Sicilia e dell’Italia, vecchia accusa di Berlusconi, bisogna mettersi d’accordo. Un episodio come questo è destinato a fare il giro del pianeta, portando l’immagine più desolante di un’Italia omertosa, governata da amici degli amici.

Qualche mese fa le Monde ha rappresentato una vignetta con Berlusconi che presentava la sua squadra. Da una parte un gruppo di ciechi col bastone e i cani: "I miei elettori". Dall’altra un pugno di ceffi con coppola e occhiali da sole: "I mie collaboratori". La battuta è stata ripresa da tutte le televisioni del mondo, tranne una. Davvero un bel colpo d’immagine, altro che "La Piovra".

(18 gennaio 2005)

http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/spettacoli_e_cultura/censuratv/report/report.html

Messaggi

  • Report: il Cdr del TG3. Pronti a qualunque mobilitazione

    ROMA, 18 GEN - «Il comitato di redazione del Tg3 è solidale con i colleghi di Report che hanno avuto il cattivo gusto di parlare di mafia, un argomento vietato, soprattutto quando si affrontano i rapporti politica e mafia. Siamo stupiti che non sia stata ancora invocata la par condicio per consentire alla mafia di difendersi dalle accuse con una legittima presenza nei dibattiti». Lo sostiene il comitato di redazione del Tg3, convinto che «al peggio non c’è mai fine». Secondo il Cdr del Tg3, «l’immagine della Sicilia non è offesa se si parla di mafia, ad offendere è il silenzio. Siamo a fianco dei colleghi e pronti a qualsiasi mobilitazione sia necessaria a tutela dell’informazione libera...anche dalla mafia».

    • La Sicilia e noi siciliani siamo stufi di essere sbeffeggiati da queste beghe da bar dello sport: se esiste la mafia in Sicilia , se la mafia si identifica con la Sicilia, se fa bene all’immagine della Sicilia... se si parla molto o poco di mafia, se la mafia e ’ forza italia, e bla, bla, bla...
      Basta!! La mafia esiste in Sicilia come altrove.
      Ma come la volete combattere questa mafia: con il dialogo, con i discorsi politici, con la coscienza di classe, con la coscienza del problema, con gli atti eroici, con le associazioni antimafia,con i reportages, con le manidfestazioni di protesta o solidarieta’?....Andiamo , siamo seri!!
      Se vogliamo combatterla bisogna militarizzare la Sicilia e controllare qualsiasi operazione finanziaria (stile Alqaeda). (gia’ vi vedo inorriditi, scandalizzati, dandomi del matto per questo attentato alla liberta’). Ma credetemi e’ l’unico modo serio di combattere e di estirpare questo cancro. La mafia c’e’ perche’ lo Stato e’ assente e/o insufficiente.
      Qualsiasi governo nel passato dalla spedizione dei mille a oggi, l’attuale, quello di Prodi o di chiunque altro hanno fallito. Non inculcate nella gente che la mafia si corregge con un buon governo. (Potrebbe aiutare ma non risolve).

      Un siciliano disperato