Home > NIENTE DIRITTI ONU PER I GAY
Il Brasile ritira la risoluzione che voleva includere l’orientamento
sessuale tra i diritti umani difesi dalle Nazioni Unite. Gli attivisti
accusano la lobby dei paesi religiosi.
GINEVRA - Il Brasile ha deciso di ritirare la mozione per l’integrazione
dell’orientamento sessuale nella posizione generale delle Nazioni Unite sui
diritti umani.
Il Brasile aveva introdotto la risoluzione per la prima volta lo scorso
anno, durante la commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, ma
allora essa fu rinviata alla riunione di quest’anno, che si sta svolgendo in
questi giorni a Ginevra.
Se approvata, la disposizione avrebbe incluso per la prima volta
l’orientamento sessuale all’interno dei diritti umani, e per la prima volta
le persone lesbiche e gay avrebbero avuto una protezione sancita dalle
Nazioni Unite.
Dal momento che la risoluzione e’ stata ritirata, tuttavia, gli attivisti
gay hanno accusato una alleanza tra stati religiosi anti-gay e membri delle
Nazioni Unite che hanno fatto azione di lobby perche’ i governi non la
sostenessero.
Gli stati membri musulmani e il Vaticano, che ha lo status di osservatore
presso le Nazioni Unite, apparentemente hanno agito in modo da assicurarsi
che la risoluzione fosse silurata appena presentata all’assemblea. Ma
l’europarlamentare laburista e attivista gay Michael Cashman ha ora accusato
i paesi religiosi di formare un "asse profano" capace di affondare la
mozione per il secondo anno consecutivo.
«Milioni di persone in tutto il mondo affrontano la prigione, la tortura, la
violenza e la discriminazione a causa del loro orientamento sessuale - ha
detto in una dichiarazione durante lo scorso weekend - Per il secondo anno
consecutivo le Nazioni Unite hanno fallito nel tentativo di condannare
questa discriminazione e i continui abusi dei diritti umani in base alla
sessualita’ della persona».
La mozione era stata sostenuta dal Parlamento Europeo, cosi’ come dal
governo britannico, ma Cashman crede che l’influenza degli stati religiosi
abbia bloccato la mozione dall’andare avanti.
«E’ deprimente che le religioni possano riuscire a negare a uomini e donne
comuni i loro universali diritti umani. Sia il Vaticano che la Conferenza
degli Stati Islamici dovrebbero piegare il capo in segno di vergogna per
aver ridotto la loro fede a un rigagnolo di bigottismo e discriminazione».
Altri gruppi gay si sono uniti all’europarlamentare nel condannare il
ritiro: "I talebani di casa nostra - commenta Sergio Lo Giudice, presidente
nazionale Arcigay - si alleano cosi’ nuovamente con i fondamentalismi
islamici contro i diritti delle persone e provano, di nuovo, a far girare
indietro le lancette della storia".
"Una risoluzione come quella proposta dal Brasile - osserva Lo Giudice - ci
consentirebbe di lottare con maggior incisività contro la violenza subìta da
milioni di gay e lesbiche nel mondo. Stiamo cercando di capire quali saranno
i prossimi sviluppi e se ci siano ancora margini di manovra per portare
avanti la battaglia per i diritti in sede di Nazioni Unite. Seguiremo questa
vicenda fino in fondo". Arcigay, già nelle scorse settimane si era molto
adoperata per garantire il sostegno dell’Italia all’iniziativa brasiliana e
aveva incontrato e ottenuto l’appoggio del sottosegretario agli esteri
Margherita Boniver
La britannica Gay and Lesbian Humanist Association ha anche detto che il
ritiro della mozione rivela i veri colori degli stati religiosi. «Questo
continuo barbarico disprezzo delle persone omosessuali mostra che il
Vaticano è pronto a qualsiasi misura pur di promuovere i suoi dogmi
disgustosi. Ora si e’ gettato nel mucchio degli stati che uccidono e
imprigionano i cittadini gay» ha detto George Broadhead, segretario del
GALHA.
Almeno un terzo dei 191 stati membri delle Nazioni Unite attualmente
considerano l’omosessualità fuorilegge, e alcuni puniscono coloro ritenuti
colpevoli di praticarla con la morte.