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NUCLEARE: 18 ANNI FA IL DISASTRO DI CHERNOBYL

Publie le lunedì 26 aprile 2004 par Open-Publishing

Diciotto anni fa, il disastro nucleare di Chernobyl. Era la notte fra il 25 e il 26 aprile del 1986 infatti quando si verificò l’esplosione del reattore numero 4 della grande centrale nucleare sovietica che ha immesso nell’atmosfera sostanze fortemente tossiche, i cui effetti nocivi per gli organismi viventi sono purtroppo presenti ancora oggi. Le autorità sovietiche confermarono l’incidente al reattore solo tre giorni dopo, con un comunicato del consiglio dei ministri letto in televisione, nel quale si parlava anche genericamente di due morti in seguito all’esplosione e dell’ immediato ordine di evacuazione per i circa 25.000 abitanti di Chernobyl, cittadina che si trova a 125 km da Kiev, capitale dell’Ucraina e, con i suoi 2,3 milioni di abitanti, terza maggiore città dell’allora impero sovietico dopo Mosca e Leningrado.

Per spegnere l’incendio del reattore, il governo sovietico chiese l’aiuto della Svezia e della Germania, e anche gli Usa, la Francia e altri Paesi occidentali si dissero pronti a intervenire per domare le fiamme del reattore. Dieci giorni dopo il disastro, questa la ricostruzione ufficiale dell’incidente fornita dalla Pravda, il quotidiano del partito comunista sovietico: ’’Si è incendiata la pavimentazione bituminosa della sala (dove si trova il reattore). Gli stivali dei pompieri affondavano nel bitume liquefatto e l’aria era difficilmente respirabile. Piu’ tardi gli esperti constateranno che l’eroismo dei pompieri ha limitato considerevolmente le proporzioni dell’avaria. Nonostante cio’ è successo quello che i fisici avevano sempre temuto piu’ di ogni altra cosa: il reattore è stato danneggiato. Una parte di radioattività è stata proiettata in alto e successivamente all’interno del reattore è scoppiato un incendio.

Spegnere l’incendio era estremamente complicato perche’ non era possibile usare nè l’acqua, nè sostanze chimiche che, a causa dell’alta temperatura, evaporerebbero all’istante e finirebbero nell’atmosfera. Si è creata una situazione estremamente complicata e difficile, ma sotto controllo’’. L’incidente provocò la diffusione nel’atmosfera di circa 45 milioni di curie di xeno 133, 7 milioni di curie di iodio 131, un milione di curie di cesio 134 e 137. La diffusione di radionuclidi nell’atmosfera prosegui’ dalla notte del’incidente fino al 10 maggio in modo crescente per poi diminuire lentamente col passare del tempo. Quello di Chernobyl è il piu’ grave disastro nucleare della storia, e provoco’ immediatamente 31 vittime, mentre è incalcolabile il numero di persone, stimate in migliaia, che in seguito all’esposizione diretta alle radiazioni si sono ammalate piu’ o meno gravemente ed hanno perso la vita. Il disastro colpi’ naturalmente anche l’agricoltura.

La comunità europea, che allora si chiamava Cee, già 4 giorni dopo l’incidente, decise di cedere all’Unione Sovietica oltre 200 mila tonnellate di orzo e piu’ di 80 mila di grano tenero, tratte dalle sue scorte. La nube radioattiva provocata dall’esplosione contaminò 150 mila chilometri quadrati attorno alla centrale, mentre il vento ha spinto le particelle radioattive fino all’Europa. La nube ha attraversato i cieli della Gran Bretagna, della Turchia, della Romania, mentre in Olanda Svizzera e Belgio per un breve periodo si è registrato un innalzamento dei livelli di radioattività. L’emissione ando’ avanti per molti giorni, e solo a novembre il reattore esploso fu sigillato in un sarcofago di cemento armato, all’interno del quale si trovano ancora 180 tonnellate di uranio.

Per mesi ci furono polemiche, soprattutto da parte dell’ America e di altri Paesi occidentali, che accusavano le autorità sovietiche di non aver subito dato l’allarme al mondo e di non aver messo a disposizione degli scienziati di altri paesi tutte le informazioni sul disastro nucleare. L’impianto nucleare di Chernobyl ha smesso di funzionare solo nel 2000. (ANSA).