Home > Napoli, subito in piazza contro il teorema
Appena arrivata la notizia del rinvio a giudizio in Corte D’Assise per i 13 no global da parte della procura di Cosenza i cellulari del movimento napoletano iniziano a squillare a catena. «Non ci lasceremo intimidire, bisogna dare un segnale immediato» è la parola d’ordine che gira tramite sms per chiamare gli attivisti alla mobilitazione e per trasformare il corteo dei disoccupati organizzati previsto alle 17.30 a piazza Cavour in una manifestazione contro la repressione.
A lanciare l’appuntamento è lo stesso Francesco Caruso, dei disobbedienti campani, che dovrà presentarsi in tribunale il 2 dicembre: «Noi - ha detto - andiamo al processo a testa alta, consapevoli che sul banco degli imputati ci sono i nostri ideali, le nostre idee e le nostre battaglie sociali». E infatti in una giornata caldissima dietro gli striscioni dei movimenti di lotta per il lavoro che chiede l’apertura del dialogo al neopresidente della provincia Dino Di Palma sui corsi di formazione e orientamento, ci sono tutti i no global campani.
C’è il comitato dei cittadini di Acerra contro l’inceneritore, i disobbedienti, la Rete no global e quella per il reddito di cittadinanza, gli hacker dell’etere di Radiolina e quelli della telestreet InsuTv. Quindi tutti coloro che da sempre sono dentro o vicini ai gruppi antiglobalizzazione. Come Peppe De Cristofaro segretario napoletano di Rifondazione comunista che oltre ad esprimere solidarietà agli imputati di Cosenza ricorda alla giunta provinciale appena costituita di dare subito il via ai corsi di formazione per i disoccupati.
Così il corteo scorre sotto il sole nelle vie del centro storico ordinato e senza incidenti, tra slogan sulla resistenza e contro la repressione, fino ad arrivare in piazza Matteotti davanti al palazzo della Provincia. Qui il presidio si prolunga, mentre una delegazione di disoccupati incontra il presidente Di Palma per chiedere l’avvio dei corsi per i 5.000 senza lavoro già convocati e il colloquio nei job center di tutti gli iscritti, i no global urlano che il movimento non si processa e soprattutto non si ferma. (fr. pil.)
manifesto 10 luglio 2004