Home > Nicaragua : Daniel Ortega, candidato del Frente Sandinista alla Presidenza (…)
Nicaragua : Daniel Ortega, candidato del Frente Sandinista alla Presidenza della Repubblica
Publie le mercoledì 19 gennaio 2005 par Open-Publishing
di Giorgio Trucchi
E’ finita prima di iniziare. Il sindaco uscente di Managua, Herty Lewites, aveva
già fissato la data del 30 gennaio per il lancio della sua campagna come precandidato
per il Frente Sandinista alla Presidenza della Repubblica.
Il suo "rivale" sarebbe stato il leader indiscusso del partito, nonchè Segretario
Generale, Daniel Ortega.
In un momento di grande tensione nel paese e con l’inizio del Dialogo Nazionale
alle porte tra Governo, Frente Sandinista e Partido Liberal Constitucionalista,
il partido rojinegro ha pensato bene di non invischiarsi in una polemica lotta
interna ed ha precluso qualsiasi possibilità a Lewites di partecipazione alle
prossime Elezioni Primarie interne previste per quest’anno.
Durante la giornata del 18 gennaio, la Comisiòn de Asuntos Juridico y Etico del
Frente Sandinista si è riunita a Managua su richiesta del deputato Elìas Chevez
per decidere le sorti dell’ex sindaco.
La risoluzione finale della Commissione ha ribadito quanto ormai si ventilava da alcuni giorni e cioè che lo Statuto del Fsln prevede che per partecipare ad elezioni primarie, una persona deve avere almeno 10 anni di militanza ininterrotta e quindi non deve aver abbandonato il partito e nemmeno aver partecipato ad elezioni con un’altro partito.
Nel caso di Herty Lewites i 10 anni consecutivi li acquisirà nel gennaio del 2007, in quanto tra il 1996 e il 1997 fondò un Movimento autonomo (Movimiento Sol) per partecipare alle elezioni municipali del 1996.
Con questa motivazione Herty Lewites resta fuori da qualsiasi possibilità di contrastare la ormai sempre più probabile quinta candidatura consecutiva di Daniel Ortega.
Durante la assemblea, il leader storico e fondatore del Fsln, Tomàs Borge, ha preso la parola dicendo che "in questo momento non siamo in campagna elettorale perchè ci sono cose molto più importanti ed urgenti da affrontare come l’inizio del Dialogo Nazionale. Una cosa fondamentale in un partito è la sua unità... All’interno di un partito è normale che ci siano differenze, idee contrastanti su vari temi, diverse visioni. Ci possono essere opinioni diverse sulla tattica. La tattica deve essere portata avanti con audacia, anche se a volte si devono prendere decisioni costose a livello politico, ma sono giustificate se vincolate a un obiettivo finale importante.
Determinare la politica a servizio della strategia, per cui possono esistere differenze di visione sulla tattica, ma non sulla strategia di un partito e se la maggioranza all’interno di un partito decide una certa tattica, anche chi non la condivide deve rispettare la maggioranza altrimenti si va contro la stessa strategia e ciò non è ammissibile.
In questo caso (di Herty Lewites n.d.r.) essere coccolato e usato dall’oligarchia nazionale e dai mezzi d’informazione di questa oligarchia è quanto mai sospettoso. Se poi il giornale legato a questa oligarchia (La Prensa n.d.r.) stende tappeti ed elogi per questa persona, la cosa è ancora più sospettosa.
Il Frente Sandinista non è chiuso nei confronti di quelle persone che un tempo hanno avuto dubbi e hanno tentennato nei confronti del partito andandosene, possono tornare in qaulsiasi momento, ma il motivo non può essere solo per interessi personali.
In ogni caso, chi tempo fa ha vacillato e se ne è andato non può essere messo sullo stesso piano di chi è invece rimasto fedele al partito nella buona e cattiva sorte, durante i tempi bui e difficili e quando il partito aveva più bisogno di unità e appoggio, rimanendo a difendere i principi della rivoluzione.
Non parlerò oggi di candidature, perchè non è il momento. Oggi dobbiamo parlare degli interessi della gente e di come sconfiggere povertà e miseria.
Dobbiamo essere tattici ed audaci, ma non intaccare l’unità interna del partito.
Le decisioni sono state prese anni fa. Chi non ha 10 anni di militanza ininterrotta non può candidarsi, ma questo non vuol dire che se ne debba andare, vogliamo che rimangano con noi, ma non potrà candidarsi".
Lewites, che proprio ieri aveva ventilato la possibilità che il Fsln avrebbe fatto qualcosa per impedirgli di candidarsi, ha rilasciato una breve dichiarazione dicendo che la risoluzione è ingiusta e che ricorrerà alle istanze del partito per appellare la risoluzione presso la stessa Comisiòn Juridica y Etica e poi al Congreso Sandinista e alla Asamblea Sandinista, massimo organo del partito.
Ha comunque ribadito che il 30 lancerà ugualmente la sua campagna.
Pur se la risoluzione della Commissione è perfettamente legale e rispetta lo Statuto del partito, restano molti dubbi su quanto accaduto.
Nel 2000, Herty Lewites era stato scelto come candidato a sindaco ed aveva partecipato alle elezioni primarie e nessuno aveva messo in discussione questa scelta, nonostante avesse ancora meno anni di militanza ininterrotta.
"Ho diritto ad essere presidente"
Herty Lewites, sindaco uscente di Managua, ha ufficialmente iniziato la sua corsa per le elezioni primarie del Frente Sandinista (Fsln) che designeranno il candidato per le elezioni presidenziali del 2006.
Ha terminato il suo mandato al Comune di Managua con un indice di popolarità molto alto tra la gente della capitale ed ora vorrebbe fare il grande salto.
Personaggio storicamente legato al Frente Sandinista fin dai tempi della guerra di liberazione contro la dittatura somozista, è stato Ministro del turismo durante gli anni 80, mantenendo un profilo basso e lontano dalla dirigenza sandinista che condusse le sorti del Nicaragua ai tempi della Rivoluzione.
Imprenditore di discreto successo, estremamente pragmatico, ha condotto l’amministrazione comunale in modo efficiente, rispettando quanto aveva detto all’inizio del suo mandato: "Da oggi metto nel cassetto l’amata bandiera rojinegra e sarò il sindaco di tutti i managuas, indipendentemente dal colore politico".
Questa dichiarazione aveva creato subito frizioni con la dirigenza del partito.
Ha moltiplicato le entrate del comune, ha cominciato a tassare i settori della borghesia nicaraguense per le innumerevoli proprietà di cui godono. Ha gestito molto bene la problematica della spazzatura e della pulizia di Managua ed ha distribuito migliaia di titoli di proprietà, iniziando la legalizzazione dei quartieri spontanei (asentamientos) sorti con il continuo flusso di nicaraguensi che hanno abbandonato il nord del paese e le campagne in crisi.
Ha saputo gestire il drammatico problema dei trasporti a Managua, scontrandosi spesso con il settore delle cooperative del trasporto che gestiscono in modo selvaggio e monopolico l’unico vero mezzo di spostamento della maggioranza degli abitanti della capitale.
Mentre il suo partito iniziava lo scontro con il potere esecutivo, Lewites ha mantenuto un buon rapporto con il Presidente Bolaños, cosa che ha destato un certo risentimento all’interno del Fsln.
Molti lo inseriscono tra la schiera di quel settore imprenditoriale sandinista vicino all’ex generale Humberto Ortega, oggi fuori dal partito, ma personaggio molto influente che propugna da anni un accordo nazionale tra le principali forze del paese in un’ottica socialdemocratica e che vedrebbe con buon occhio un allontanamento dalla politica nazionale del fratello Daniel.
All’interno del Frente Sandinista la sua figura è vista con sospetto, in quanto persona poco controllabile. Su di lui pesa il fatto di aver abbandonato (anche se non ufficialmente) il partito nel 1995 quando ci fu la scissione che portò alla nascita del Movimiento de Renovaciòn Sandinista (MRS) di Sergio Ramìrez e di aver poi partecipato alle elezioni del 1996 come a candidato a sindaco di Managua con il Movimiento Sol, da lui formato.
La sua figura si scontra oggi con quella del Segretario del Fsln, Daniel Ortega, che si profila per l’ennesima volta come candidato per le prossime elezioni, dopo aver perso le ultime tre (1990-1996-2001).
Da alcuni mesi sono iniziati attacchi verbali alla sua persona che mettono in dubbio la sua "autenticità sandinista". Sotto a tutta questa diffidenza esiste probabilmente la preoccupazione di vedere eletto un personaggio che, una volta presidente, si stacchi da qualsiasi logica di partito e ricrei la situazione che Bolaños ha creato con il Partido Liberal.
Uno scontro che appare impari, in quanto a favore del leader storico del sandinismo si schiererà la macchina elettorale e l’intera struttura del partito.
Lewites, però, spera di poter contare con l’appoggio della gente e di quella società civile che da anni si è staccata dal partito.
A partire dal 30 gennaio inizierà la sua campagna e un giro per l’intero paese per sondare gli umori della gente.
A quasi due anni dalle prossime elezioni, la lotta interna al Frente sandinista è già aperta.
(Giorgio Trucchi)
di Josè Adàn Silva - La Prensa
"Che cosa ha pianificato Herty Lewites una volta uscito dal Comune di Managua?
Mi rimangono circa due settimane di grossa pressione perché dovrò aspettare che la Contraloría General della Republica mi dia l’approvazione sulla presentazione dei conti della mia amministrazione. Ciò è molto importante prima di lasciare l’incarico. Devo anche mettere in ordine l’inventario di quello che consegno al nuovo sindaco Dionisio Marenco e mi rimangono circa sette od otto opere da inaugurare ancora, consegnare più di circa quattro mila titoli di proprietà e consegnare la fascia di sindaco e ritirarmi del lavoro.
E una volta fuori?
Ho preso la decisione di non ritirarmi dalla politica, perché avevo due strade: continuare nella politica o ritirarmi. Ho già preso la decisione di continuare ed il giorno 17 gennaio chiamerò i mezzi d’informazione per far sapere quale sarà la mia posizione all’interno del Frente Sandinista (FSLN), perché credo che il Fsln possa vincere le elezioni del 2006 e bisogna che uno dia tutto quello che ha.
Dopo tutto esco con buon capitale politico, con un’approvazione molto buona non solo a Managua, esco con un 84 per cento di apprezzamento a livello nazionale. Questo è un fenomeno che non si guadagna tanto facilmente, perché un politico entra sempre con una percentuale di gradimento alta e alla fine ne esce con una bassa. Qui è stato il contrario: sono entrato con il 50 per cento e ho finito con oltre l’80 per cento. Credo che il mio partito debba analizzare bene questo capitale di cui gode uno dei suoi militanti, saperlo sfruttare e prendere decisioni con molta pazienza, molta saggezza perché, come abbiamo vinto le elezioni municipali, esiste una gran opportunità di vincere quelle generali.
La sua popolarità ha risvegliato una certa gelosia nel circolo di persone più vicine al comandante Daniel Ortega. Non ha paura che lo boicottino per non fare ombra al comandante Ortega?
Io parto dal fatto che la leadership del Segretario generale Daniel Ortega nel partito è indiscutibile, chi lo mette in dubbio è fuori dalla realtà. Ha una leadership molto grande e come Segretario del partito, ha anche una forza coercitiva molto grande al suo interno.
Daniel ha anche dimostrato che nelle due elezioni anteriori è andato sul sicuro nelle elezioni primarie del partito. Ora, è normale che i gruppi che circondano sempre i dirigenti gli stiano raccontando solo cose positive e Daniel, in questo modo, ascolta solo cose buone.
Allora il dirigente, con buone intenzioni, segue quella strada e quello che succede dopo è che la gente incomincia a dire che quel gruppo sta consigliando male il leader.
Io credo che il comandante abbia vicino un gruppo abbastanza grandicello che non gli dice come stanno le cose veramente e questo non aiuta a democratizzare il partito.
Questo è il lavoro che bisogna fare all’interno del partito.
Se c’è già stato un grosso processo di democratizzazione, io continuerò a farlo e mi presenterò a una elezione primaria tranquillamente, perché il comandante si è già presentato a due Primarie ed ha vinto in tutte. Nella prossima sarò lì insieme a molti altri militanti...
È sicuro che nelle prossime Primarie, chi ha maggiore opportunità di vincere sono Lewites e Ortega?
Il comandante Ortega ha una grande forza in Nicaragua, come Segretario generale del partito e questo tipo di forza non la potrò avere. La mia è una forza che è nata in questi quattro anni e che vedremo se si manterrà da ora in avanti.
Il lavoro che devo fare è enorme e non è un lavoro molto facile da fare attraverso le strutture del Frente, dove io dovrò vedere se c’è ricettività o no.
Se ci fosse un certo grado di accettazione, perfetto, se non ci fosse dovrò attenermi alle decisioni nella votazione della militanza sandinista.
Lewites pensa unicamente ad una candidatura alla Presidenza o accetterebbe una Vicepresidenza?
Il partito è già stato molto chiaro. Ho ascoltato le dichiarazioni di Álvaro Baltodano, che è il coordinatore della Convergencia Nacional e che mantiene la comunicazione ufficiale del comandante Ortega con la Convergencia. E’ stato molto chiaro dicendo che Herty non può essere candidato per la Convergencia perché non è della Convergencia.
Io non sono della Convergencia, io sono militante del Frente Sandinista, pertanto ho scartato la possibilità di essere candidato alla Vicepresidenza (secondo gli accordi, durante le prossime elezioni presidenziali, il candidato alla Presidenza sarà del Fsln e quello alla Vicepresidenza sarà della Convergencia, l’insieme di personalità e piccoli partiti che appoggiano da vari anni il Frente Sandinista n.d.r.).
È l’unica cosa che mi rimane ancora da fare dopo 25 anni di militanza nel Frente Sandinista e ho diritto ad essere presidente per il Fsln.
Siccome le stanno chiudendo le porte o almeno così sembra... non ha pensato alla possibilità di cercare rifugio in una terza forza o in un altro partito?
La prima cosa che mi domando è: perché dovrebbero chiudermi le porte se non l’hanno fatto in precedenza con altri candidati alle Primarie? Perché a me? E’ ancora presto per dirlo e non voglio nemmeno pensarci.
La mia decisione è quella di presentarmi alle Primarie e aspetto che si riunisca il Congresso Sandinista per decidere quando saranno.
Esiste o no la possibilità di un’alleanza con gente che non sia del FSLN, come per esempio Eduardo Montealegre, del Partido Liberal Constitucionalista (PLC)?
No, credo di no, non ci ho nemmeno pensato, soprattutto quando Eduardo dice che sta tentando di essere il candidato del PLC. Lui sta facendo il suo lavoro per essere il candidato liberale ed io farò il mio per esserlo del Frente. Siamo molto lontani ed è difficile che si possa convergere.
Si è discusso, dentro la linea ortodossa affine al comandante Ortega, l’appoggio che Lewites gode da parte dell’ex Generale Humberto Ortega. Come si manifesta quest’appoggio?
Guarda, è completamente falso che il generale Ortega mi abbia detto che mi dà o non mi dà il suo appoggio. Abbiamo parlato di varie cose e gli ho anche detto della mia aspirazione. Lui mi ha risposto di pensare bene a come lancerò la mia candidatura perché la struttura del Frente è ben organizzata. Mi ha detto che mi aspetta un lavoro duro e che è una mia decisione e punto.
Dice quindi che esiste un appoggio tacito di Humberto Ortega?
Non c’è niente di tutto questo. Fino ad oggi, il generale Ortega non ha detto niente, può essere che domani dica che sono il suo candidato o che sia un altro, ma fino ad oggi non ha detto niente. L’ho visto una sera di queste, il 25 dicembre, e abbiamo conversato di molte cose, principalmente sul dialogo nazionale, ma la mia candidatura l’abbiamo appena toccata.
In questo tema del dialogo, è dell’opinione che le principali forze politiche debbano sedersi per affrontare i problemi del Nicaragua?
Io credo che sarebbe l’errore più grande nella storia del Nicaragua se le tre forze, perché ci sono tre forze politiche, non si sedessero a dialogare quest’anno. Io credo che se queste forze non si riuniranno dopo il 10 gennaio le conseguenze saranno molto gravi, molto, molto costose, non per le forze politiche, bensì per il Nicaragua. Così non ci sarebbe una strada per risolvere le cose importanti per il popolo e il popolo potrebbe prendere decisioni molto forti. Ha già dimostrato varie volte che è un popolo tranquillo, ma ribelle, e quando prende delle decisioni, prende decisioni molto forti.
È quello che è successo a Somoza. Non ha voluto iniziare un dialogo e che cosa è successo è risaputo.
Noi nel periodo della rivoluzione ci rendemmo conto che dovevamo andare ad un dialogo con la Contra e abbiamo considerato che la soluzione migliore fosse quella delle elezioni. Le abbiamo fatte, abbiamo perso, abbiamo consegnato il potere e abbiamo evitato un bagno di sangue.
Credo che se ora non si arriva a un dialogo ci potrebbe essere uno scontro tra chi non è d’accordo con il tipo di politica in atto e chi la sta portando avanti.
Ha parlato di queste cose al comandante Ortega?
Abbiamo conversato di tutto, così come ho parlato con il presidente Enrique Bolaños a cui ho detto che è la persona con la maggiore responsabilità perché è il Presidente di tutti i nicaraguensi ed è lui che deve aprire tutte le porte per vedere la cosa più positiva di cui ha bisogno il paese.
A suo parere, che cosa sarebbe la cosa più positiva per il Nicaragua?
Per prima cosa bisogna recuperare la fiducia. Un paese dove non c’è fiducia è un paese che si paralizza e adesso la fiducia si è persa. La gente è in una situazione in cui non sa dove sta andando, che cosa sta succedendo... Si parla di tante cose che inquietano la popolazione e bisogna dare stabilità alla popolazione e agli investimenti. La stessa fiducia bisogna darla a chi investe nel paese. Bisogna definire le priorità a beneficio della popolazione".
Dopo questa intervista che si è svolta poco prima dell’inizio del nuovo anno, il tono dello scontro è cresciuto. Lo stesso Daniel Ortega ha dichiarato pubblicamente che Herty Lewites non potrà essere candidato presidenziale per il Frente Sandinista in quanto ha abbandonato il partito nel 1996 partecipando alle elezioni municipali con un altro movimento, ma soprattutto che non è una persona affidabile in quanto ha la stessa mentalità del Presidente Bolaños.
A tali dichiarazioni, Lewites ha alzato il tono dello scontro interno al partito.
“Spiritualmente mi sento bene come non mai e quindi non ho paura di nessuno, anche se spero di non dovermi scontrare con Daniel che è un mio grande amico da più di 30 anni.
Nelle ultime tre elezioni ha sempre perso, per cui è ora di cambiare e di pensare con la testa e non con il cuore.
So già che inizierà una campagna sporca per cercare di togliermi prestigio, ma sono in molti quelli che mi appoggiano e il 30 gennaio usciranno allo scoperto e si schiereranno con me sul palco".
Aggiornamenti bananeras
Il giorno 13 gennaio 2005, la Associazione Italia-Nicaragua e la Funppanfban-Asotraexdan hanno firmato il Convenio (Accordo) con il quale regoleranno il flusso e le modalità d’utilizzo dei fondi che, in varie parti d’Italia, si stanno raccogliendo per sostenere le spese mediche e le operazioni chirurgiche più urgenti per gli ex lavoratori e lavoratrici ammalati a causa del pesticida Nemagòn.
(Il testo completo del Convenio sarà prossimamente pubblicato nel sito dell’Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org ).
Visto gli ultimi accordi stipulati tra la Asotraexdan e il Ministerio de Salud (MINSA) nicaraguense, era diventato sempre più indispensabile ridefinire le modalità e gli obiettivi della raccolta fondi lanciata dall’Associazione Italia-Nicaragua a sostegno delle persone gravemente malate a causa del mortale pesticida prodotto e utilizzato dalle compagnie multinazionali nordamericane.
Per il futuro, tutti i fondi verranno destinati all’acquisto diretto delle medicine, agli esami estremamente costosi e alle operazioni chirurgiche che il MINSA non è in grado di fornire (fermo restando l’impegno del MINSA stesso a coprire esami, visite ed operazioni che è in grado di offrire).
In questa nuova fase il nostro e vostro apporto sarà, quindi, un complemento di quanto il Governo, attraverso del Ministero della Sanità, è obbligato a fare per la tragica situazione di migliaia di cittadini nicaraguensi.
Intanto la Provincia di Genova ha approvato un progetto che permetterà l’intervento chirurgico per dieci donne ammalate di cancro all’utero e per quattro uomini con cancro ai testicoli
Per quello che riguarda la situazione generale de los afectados por el Nemagòn, due sono i temi principali in movimento.
Fondi per spese mediche: continua la lotta dei bananeros affinché la Asamblea Nacional e il Governo approvino i 100 milioni di cordobas (circa 6 milioni di dollari) per coprire spese mediche, visite, esami e operazioni chirurgiche per i malati. Durante l’approvazione del Bilancio Generale della Repubblica avvenuta a dicembre del 2004, deputati liberali e sandinisti avevano garantito che nel bilancio sarebbe stata inserita una quota specifica per questo caso all’interno del budget del MINSA. In questi giorni si è invece accertato che ciò non è stato fatto.
I deputati si sono giustificati dicendo che la colpa è del Presidente della Repubblica, Enrique Bolaños, che non ha inserito questa voce nel Presupuesto, anche se è chiaro che la responsabilità è anche degli stessi deputati che avevano tutti gli strumenti per fare modifiche al Presupuesto che viene presentato dal Presidente alla Asamblea Nacional per la sua approvazione..
Il giorno 12 gennaio, i bananeros hanno introdotto uno scritto alla Procura Generale della Repubblica chiedendo che interceda per fissare un incontro con il Presidente della Repubblica per far presente l’urgenza dell’approvazione di questa quota, in rispetto anche degli Accordi del Raizòn firmati il 20 marzo del 2004.
Se la richiesta non verrà accettata, i bananeros sono già pronti a presentare una denuncia presso la Procura della Repubblica per i Diritti Umani e presso la Commissione Interamericana dei Diritti Umani e scenderanno nuovamente in strada marciando come hanno sempre fatto.
Gli ex lavoratori e lavoratrici sono convinti che ci siano ancora i margini per una modifica del Bilancio della Repubblica, in quanto, con la delicata situazione politica che sta vivendo il Nicaragua, è molto probabile che il Presidente veti il Bilancio già approvato e si ridiscuta il tutto all’interno del Dialogo nazionale che dovrebbe iniziare nei prossimi giorni tra il Governo e le principali forze politiche del Paese.
Processi: ancora statica la situazione dei processi contro le multinazionali. Per il momento tutta la battaglia legale si sta svolgendo negli Stati Uniti presso la Corte Statale della California dove le parti, come prevede la legge statunitense, sono nella fase di presentazione di tutte le prove e il materiale a disposizione. Dopo questa fase, che potrebbe durare alcuni mesi, si arriverà al momento in cui o si inizierà il regolare processo o come più probabile, si inizierà il dialogo tra le parti per un accordo extragiudiziario. Secondo gli avvocati statunitensi che difendono i bananeros, il 2005 potrebbe essere l’anno decisivo.
Continuiamo a difendere i diritti degli ex lavoratori e lavoratrici ad essere indennizzati per i danni subiti dal Nemagòn e per quelli delle famiglie che hanno perso i loro cari (ormai sono circa 850 i morti).
In modo particolare fa scalpore quanto accaduto poco tempo fa alla Chiquita...oltre il danno la beffa... (segue nota)
SPOT CHIQUITA SULLA BANANA SOCIALMENTE RESPONSABILE
Dopo aver vinto l’Ethic Award 2004, la compagnia punta sul recupero della propria reputazione e puntare su come produce le banane più che sulla banana stessa.
Mettendosi alle spalle le polemiche che l’hanno coinvolta negli anni passati, Chiquita decide di puntare su come produce le banane, più che sulla banana stessa.
E’ partita in questi giorni la nuova campagna pubblicitaria su Tv e giornali. Lo spot gioca sull’immagine di un casco di banane, associate al messaggio "Il primo casco che protegge l’ambiente e i lavoratori".
La campagna pubblicitaria segue la vittoria, da parte di Chiquita, di uno degli Ethic Award 2004, i premi per la responsabilità sociale e ambientale d’impresa, attribuiti dal settimanale GDOWEEK, testata del Gruppo editoriale Agepe , e da KPMG Business Advisory.
Chiquita ha vinto il premio per la responsabilità sociale nell’area "Personale e processi interni", con la motivazione: "Per il forte impegno di grande rispetto, adoperato a livello mondiale, per superare il passato, attraverso diverse modifiche strutturali".
La giuria era composta da rappresentanti di Associazione Consumatori e Utenti, Botteghe del Mondo, Certiquality, Conai, CTM-Altromercato, Eurisko, IEFE, Legambiente, Medici Senza Frontiere, Programma Alimentare dell’Onu, Pime, Placet Life Economy Foundation, Sodalitas e Transfair Italia.
Chiquita è stata spesso sotto accusa per violazione dei diritti umani, inquinamento ambientale e danni alla salute dei lavoratori. Ancora pochi mesi fa, migliaia di bananeros nicaraguesi hanno marciato per giorni, denunciando i danni subiti dall’utilizzo, fino agli inizi degli anni ’90, del pesticida Nemagon da parte di alcune multinazionali, tra cui Chiquita, e chiedendo il sostegno del governo nella causa che hanno intentato, per ottenere un risarcimento.
Tra il 2002 e il 2003, Chiquita ha ottenuto la certificazione etico-sociale SA8000,
relativa ai diritti dei lavoratori e ai diritti umani, per le proprie piantagioni di banane in Colombia (vendute in giugno), Costa Rica e Panama.
Per quanto riguarda l’ambiente, la salute e la qualità dei prodotti, Chiquita ha ottenuto la certificazione EUREPGAP per circa 14.000 ettari di terreni, pari, prima della vendita delle piantagioni colombiane, a circa i due terzi di quelli coltivati a banane dalla compagnia.
La certificazione EUREPGAP riguarda l’utilizzo di tecniche riconosciute di lotta integrata, l’adozione di attenzioni specifiche per la protezione ambientale, la cura degli aspetti igienici nella manipolazione dei prodotti alimentari, il rispetto dei requisiti generali per la salute e la sicurezza dei lavoratori agricoli, il rispetto della normativa specifica nel trattamento dei lavoratori".