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Nicaragua: risultati Finali

Publie le domenica 21 novembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Giorgio Trucchi

Risultati Finali
 
Dopo 11 giorni dalle elezioni municipali in Nicaragua, il Consejo Supremo Electoral (CSE) ha finalmente pubblicato i risultati finali.
Il ritardo é stato dovuto alle impugnazioni di alcuni partiti, soprattutto della Alianza por la Republica (Apre), che reclamavano le rispettive vittorie in comuni dove le differenze di voti erano minime.
Il Fsln vince 87 municipi (52 nel 2000), il Plc 57 (94 nel 2000), la Apre solo 4 (il Partido Conservador, che ora fa parte della Alianza, ne aveva vinti 5 correndo da solo nel 2000), il partito indigenista Yatama ne vince 3 e il PRN (ex contra) 1. (In allegato la lista dei comuni vinti dal Frente Sandinista).
L’astensionismo tocca il 52%, ma se si analizzano i dati reali (120 mila persone decedute, almeno 500 mila nicaraguensi emigrati all’estero e 150 mila persone che hanno richiesto la carta d’identità e che non l’hanno mai ritirata per poter votare, tutti inclusi nei Registri elettorali), l’astensionismo arriva al 32% e cioè a livelli più bassi delle elezioni del 2000, che per essere delle elezioni municipali sono percentuali accettabili per la realtà latinoamericana.

Popolazione Elettorale

3.306.305

Registro Elettorale

3.102.692

Registro Reale

2.300.000

Partecipazione al Voto

1.726.760

 
 
ANALISI DEI NUMERI
Il Fsln vince 14 dei 17 capoluoghi di Dipartimento, 25 delle 42 città più importanti del Nicaragua. Dei 90 comuni del Pacifico e Nord (dove é maggiormente concentrata la popolazione), il Fsln ne vince 69, il Plc 20 e la Apre 1. Vince tutti i municipi dei dipartimenti di Masaya (storicamente liberale) e di Leòn, 12 su 13 a Chinandega, 7 su 9 a Madriz. Mantiene 45 dei vecchi municipi vinti nel 2000 e ne aggiunge 42 nuovi strappati al Plc e ai conservatori (oggi confluiti nella Apre).
Il Fsln governerà una popolazione di 4.071.877 abitanti che equivale al 71,88% della popolazione totale nicaraguense, il Plc 1.463.978 abitanti per un 25,61%, la Apre 42.609 abitanti (0,75%), Yatama 97.951 (1,71%) e la Resistencia 38.930 abitanti (0.68%).
Questo ultimo dato dà un’idea della portata della vittoria sandinista e dell’opportunità che oggi il partito rojinegro ha in mano per prepararsi alle elezioni politiche del 2006.
 
Anche in termini di voti il quadro é molto significativo. Il Fsln aumenta il suo consenso di oltre 100 mila voti e un 3,44% e il voto antisandinista (aggruppando i vari partiti) mantiene più o meno lo stesso numero di votanti, ma diminuisce di un 4,72%, dato che rivela il non voto di sfiducia nei confronti delle destre del paese a fronte di un aumento di votanti di oltre 130 mila persone (nel quadro sono esclusi alcuni piccoli partiti da considerare non sandinisti).
Questi dati rivelano però come l’unione dei partiti antisandinisti avrebbe lasciato il Fsln a soli 49 Municipi degli 87 concretamente vinti e quindi l’importanza della strategia attuata dal Frente Sandinista per mantenere diviso il voto della destra .
 

Partito / Anno

FSLN

Antisandinisti

Totale voti

2000

618.821

40,37

912.086

59,5

1.532.816

2004

729.205

43,82

911.619

54,78

1.664.243

 
L’alleanza elettorale del FSLN
E’ particolarmente interessante analizzare quanto la Convergencia Nacional abbia influito sulla vittoria sandinista.
Degli 87 nuovi sindaci, 17 provengono dagli alleati: 2 conservatori, 3 liberali, 3 della ex Contra, 3 del Movimiento Renovaciòn Sandinista (MRS), 1 del Movimiento Unidad Cristiana (MUC-evangelici), 1 socialcristiano e 5 personalità apartitiche radicate sul territorio.
Anche rispetto ai vice-sindaci, sono 80 quelli che provengono dalla Convergencia.
Con candidati della Convergencia, il Fsln ha vinto 12 municipi in cui non aveva mai vinto.
Particolare rilevanza assumono le vittorie di capoluoghi come Jinotega, Masaya e Boaco (feudi liberali) e Granada (feudo conservatore). In particolare a Boaco, la presenza di un candidato che non aveva mai partecipato alla vita politica, ma era una persona particolarmente conosciuta ed apprezzata, ha fatto sì che i voti raddoppiassero rispetto al 2000.
In alcuni casi l’alleanza ha invece giocato contro il Fsln. E’ il caso di Puerto Cabezas, dove si presentava un ex sindaco liberale inviso alla massa sandinista e di San Rafael del Sur, dove il candidato ex liberale ha bruciato il consenso ottenuto dall’ottima amministrazione dell’attuale sindaco sandinista Cerna.
A Managua la vittoria é stata schiacciante come prevedevano tutti i sondaggi.
Il FSLN otterrà 8 consiglieri (più il voto doppio del sindaco), il Plc 6 e gli altri partiti si spartiranno gli altri 3.
 
Di analisi ne sono state già fatte nei giorni scorsi, vale comunque la pena rimarcare alcune cose:
- Il Frente Sandinista é il vero vincitore di queste elezioni, vincendo in voti, quantità e qualità di municipi e governando per i prossimi quattro anni tre quarti della popolazione;
 
- Il tema dell’astensionismo resta aperto in base a come si vogliano leggere i dati e quindi lo si può calcolare in un 50% fittizio e un 32% reale, come detto precedentemente;
 
- Il governo esce pesantemente sconfitto dall’avventura con la Apre. Solo 4 municipi, una percentuale nazionale molto inferiore a quella ottenuta dal solo Partido Conservador nel 2000 (9% contro il 14%), hanno perso il bastione Granada, amministreranno una percentuale insignificante della popolazione e questo nonostante la quantità di soldi investita dal governo stesso e dagli impresari, l’enorme pubblicità offerta dai principali mezzi di comunicazione e la campagna elettorale condotta dallo stesso Presidente della Repubblica.
Per anni hanno accollato tutto il peso della corruzione al Plc e hanno attaccato il Fsln con termini infamanti e campagne sporche (pochi giorni prima del voto, il presidente della Apre, Miguel Lòpez Baldizòn, ha detto che Daniel Ortega ha le mani sporche di sangue e deve essere accusato e imprigionato da una Corte Internazionale per i delitti commessi durante gli anni 80). Visto i risultati (Fsln e Plc insieme hanno ottenuto il 81% dei voti) sembra che la gente o non ci abbia creduto o pensa che anche la Apre non sia formata da angioletti come vorrebbero far credere (é comunque tutta gente che viene dal Plc di Alemàn).
Ora sarà molto più difficile per la Apre negoziare con il Plc in vista delle elezioni del 2006;
 
- Con maggiore forza per negoziare si ritroverà il Prn (ex Contra), che vince un municipio, inserisce vari consiglieri comunali e fa perdere al Plc almeno 20 municipi in cui il loro voto non in alleanza ha impedito la vittoria liberale;
 
- Un altro sconfitto é sicuramente il Plc che perde il 40% dei comuni e oltre 20 mila voti rispetto al 2000. Governerà solo due capoluoghi di dipartimento e poco meno di un quarto della popolazione totale. La mancanza di fondi (non hanno più il governo e le istituzioni governative da cui attingere per la campagna e per "invogliare" la gente ad andare a votare dietro qualche compenso o privilegio), le continue liti interne sorte da quando Alemàn é in carcere, la mancanza di appoggio dell’impresa privata e dei mezzi di comunicazione tutti intenti a spingere il progetto della Apre, la mancanza di alleanza con gli altri partiti antisandinisti e i continui coinvolgimenti in atti di corruzione, sono i principali motivi della sconfitta.
Resta comunque un partito forte, con un ampio bacino di voti, ma che ha ormai compreso che da soli non possono sconfiggere il Frente Sandinista e che la gente non é più disposta a credere in promesse mai rispettate a livello nazionale, ma soprattutto a livello locale;
 
- Crollano in modo devastante i partiti evangelici, come Camino Cristiano, che perde il bacino di voti raccolto nel 1996 quando era diventato il terzo partito del paese. La politica di alleanza con il Plc e il ripiegamento sulle posizioni di Arnoldo Alemàn hanno fatto sì che perdesse qualsiasi attrazione verso l’enorme popolo evangelico. L’unico partito che si é salvato e il MUC (costola di Camino Cristiano), membro della Convergencia che ha ottenuto alcuni sindaci e vicesindaci e numerosi consiglieri comunali in tutto il paese;
 
- Degna di nota é anche la vittoria di Yatama che ora dovrà dimostrare di non essere solo un partito rivendicativo, ma anche di saper amministrare città importanti come il capoluogo di dipartimento della RAAN, Puerto Cabezas/Bilwi.
 
A Livello Generale
 

Tendenza del voto nelle elezioni municipali

Partito

1996

2000

Diferencia

2004

Differenza

Bilancio 8 anni

Voti

%

Voti

%

Voti

%

Voti

%

Voti

%

Voti

%

PLC

686,442

39.8

636,865

41.55

-49,577

1.75

620,741

37.30

-16,124

-2.50

-65,701

-2.50

FSLN

551,079

32

618,821

40.37

67,742

8.37

729,205

43.82

110,384

11.82

178,126

11.82

PC/APRE

31,811

1.84

203,845

13.3

172,034

11.5

154,031

9.26

-49,814

7.42

122,220

7.42

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A livello generale é evidente
l’aumento continuo dei voti per il Fsln nelle tre ultime elezioni municipali
e la caduta del voto liberale.

L’analisi della vittoria sandinista é già stata
fatta, tra cui (vedi articolo dei giorni passati) l’ottima gestione delle
amministrazioni sandiniste, la strategia di alleanza con la Convergencia
Nacional, il perfetto lavoro di difesa del voto da parte delle migliaia
di fiscales del partito che hanno evitato che venissero compiuti
brogli come nel passato, la diligenza e affidabilità dell’elettorato sandinista
che ha votato in massa e fin dalle prime ore del mattino, una campagna
elettorale abbastanza tranquilla e senza eccessive ingerenze da parte degli
Stati Uniti (fallimento del loro tentativo di unire la destra) e della
Chiesa cattolica (nuovo corso di avvicinamento e riconciliazione tra Chiesa
e Fsln), una maggiore neutralità dei membri del CSE (sono ancora impresse
nella memoria le lunghe attese e tensioni del 2000 quando il Plc, grazie
ai suoi magistrati del CSE, cercava di "rubarsi" i municipi più importanti
vinti dal Fsln), la stanchezza e la delusione nei confronti del governo
e del liberalismo che ha fatto migliaia di promesse, portando invece solo
povertà e miseria nel paese e nei municipi, l’ottimo lavoro del Fsln a
livello del Parlamento per favorire l’autonomia e la decentralizzazione
dei Comuni e l’enorme divisione del voto della destra, tra gli altri.

Conseguenze Politiche 

Il Governo e il Presidente
Bolaños escono estremamente indeboliti da questa esperienza e non é un
caso che gli Stati Uniti siano immediatamente corsi ai ripari inviando
due personalità di spicco come Donald Rumsfeld e Dan Fisk per cercare
di ricomporre la destra e il voto antisandinista. I prossimi due anni vedranno
la presenza massiccia degli USA in Nicaragua (vedi articolo "Il
Pifferaio nordamericano"). La Apre
rischia di scomparire dopo il disastro elettorale e il Partido Conservador
sta già facendo sentire la voce dei suoi dirigenti che non avevano digerito
la partecipazione all’alleanza.
 Il Plc, pur perdendo sonoramente,
continua ad essere il principale partito della destra e sicuramente non
vorrà farsi da parte e resta ancora da vedere come si risolverà la lotta
interna tra chi continua a vedere in Arnoldo Alemàn il leader maximo e
chi vorrebbe un partito distante da questa presenza ingombrante, soprattutto
agli occhi degli Stati Uniti. I due gruppi, Fsln e Plc, é probabile che all’interno
del Parlamento continueranno a reggere i destini del paese e proprio in
questi giorni hanno già presentato una fitta serie di leggi che tolgono
una serie di poteri al Presidente della Repubblica e che quest’ultimo ha
già vetato. E’ indubbio che il Frente sandinista abbia ora una forza maggiore,
non in termini di deputati, ma di legittimità come primo partito del paese.

Al Fsln tocca ora dimostrare
di meritare la fiducia che gli é stata concessa dalla popolazione e il
poter amministrare i destini di tre quarti della popolazione, potrebbe
essere un vero trampolino di lancio per le elezioni del 2006, tenendo conto
che il parlamento ha ora concesso un aumento sostanziale dei fondi che
lo stato destina ai municipi.

(Foto e Testo Giorgio
Trucchi - Gran parte dei dati sono presi dalla relazione di William Grisby,
direttore de Radio La Primerisima)