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PROPOSTA DI CONSULTAZIONE POPOLARE

Publie le martedì 20 aprile 2004 par Open-Publishing

Il contesto.

A partire da Genova 2001, abbiamo visto crescere, diffondersi e ampliarsi
la mobilitazione sociale in Italia. Il movimento altermondialista italiano,
con alti e bassi, è riuscito a mantenere un proprio profilo indipendente
rispetto alle politiche istituzionali e tradizionali. Una vasta area politica
istituzionale, dai partiti di centro-sinistra al sindacato confederale,
si è avvicinata e fatta ?contagiare? da questo movimento. Soprattutto quando
quest?ultimo ha preso la forma del più ampio "movimento per la pace". Movimento
che vede la partecipazione di molti più soggetti sociali e politici rispetto
a quelli che sono scesi in piazza nelle giornate di Genova, e che esprime
la forza di un dissenso radicato nella popolazione italiana ben al di là
delle posizioni antiliberiste. Tuttavia il movimento per la pace è frutto
del movimento per un altro mondo. Non solo perché le manifestazioni internazionali
del 15 Febbraio e del 20 Marzo sono state lanciate dal movimento internazionale,
ma soprattutto perché lo spirito e la radicalità delle posizioni ne sono
la diretta espressione. Dopo più di un anno di mobilitazione popolare contro
l?invio dei militari italiani in Iraq, dobbiamo però constatare che l?arco
di forze parlamentari più vicine alle ragioni e alle sensibilità pacifiste
non riescono a prendere le distanze nei confronti di politiche belliciste
che chiamare reazionarie sarebbe solo una semplificazione scolastica. E
questo nonostante si sappia che la popolazione italiana sia contraria all?occupazione
militare dell’Iraq.

Il fatto che non si esprima una posizione simile a quella
del governo Zapatero, è il segnale preoccupante (ma affatto nuovo) di sudditanza
politica (ma anche psicologica, strategica e morale) nei confronti di visioni
del mondo che non conoscono né pace, né democrazia, né civiltà. Per questa
ragione non possiamo né dobbiamo aspettare la caduta del governo Berlusconi
per ragionare sulla forma che, in un futuro prossimo, vogliamo dare al movimento
per un altro mondo e per la pace. Occorre fin da subito riorientare lo sguardo.
In completa autonomia rispetto a quei partiti che sostituiranno il governo
Berlusconi (nell?ipotesi non remota che venga sconfitto), pur mantenendo
con loro un dialogo conflittuale-costruttivo, e ricostituendo un?unità d?azione
e d?intenti tra le forze politiche e sociali che fino ad ora hanno collaborato
e manifestato insieme.

La proposta

Oltre alle mobilitazioni prossime venture del 25 Aprile, 1 Maggio, 2 Giugno,
si potrebbe ragionare a medio termine. Dovremmo alzare lo sguardo e orientare
la nostra azione su un terreno politico di più ampio respiro, che coinvolga
tutte le differenti anime del movimento antiliberista e per la pace. Da
quest’esigenza nasce la mia proposta di "CONSULTAZIONE POPOLARE" su quelle
proposte concrete che il movimento per un altro mondo ha elaborato in questi
anni, e su cui continua a fare le proprie battaglie. Reddito di cittadinanza,
chiusura dei centri di detenzione per mirganti, chiusura delle basi USA
e NATO sul territorio italiano, Tobin Tax, riconoscimento del debito ecologico,
sono solo alcune esemplificazioni a mo di esempio. La consultazione popolare
permetterebbe di diffondere sul territorio italiano, ben oltre quanto non
sia stato fatto fin ora, quelle proposte che ormai sono patrimonio comune
del movimento. Questo non solo darebbe forza al movimento ma permetterebbe
l?inizio del passaggio dal movimento no global al movimento altermondialista
(per dirlo con una frase ad effetto). Per arrivare a questo però è necessario
cominciare ad avviare un percorso di confronto reale tra tutti i soggetti
in movimento, per capire quali sono effettivamente le proposte largamente
condivise da mettere in comune. Per questo un momento di incontro nazionale
sarebbe forse non solo utile, ma necessario.

Immaginare una campagna politica
comune in cui la popolazione civile prenda direttamente la parola, senza
aspettare che gli venga chiesto di votare al buio, è una scommessa difficile
che ha bisogno prima di tutto del desiderio di uscire dai nostri steccati
e orticelli (che comunque mantengono la loro importanza e dignità), per
navigare oltre i forum e i luoghi della mobilitazione e infrangere il silenzio
mediatico sulle proposte concrete che abbiamo espresso in questi ultimi
anni. Insomma, invece di avviare come Bastaguerra dei social forum la lotta
per la chiusura delle basi USA e NATO sul nostro territorio, si potrebbe
proporre un percorso di discussione ed elaborazione comune al movimento
su questa battaglia, facendo nostra la prospettiva unitaria della ?Consultazione
popolare per un altro mondo?.
Precisazioni

La consultazione darebbe slancio anche alla necessaria prospettiva di radicare
nel locale il movimento per un altro mondo. Valorizzerebbe quel nesso locale-globale
di cui si parla da moltissimi anni, e l’opinione della popolazione civile.
Aprirebbe energie e sarebbe fonte di entusiasmo. Ma questa proposta per
avere forza deve essere presa in mano da differenti organizzazioni del movimento.
E soprattutto deve arrivare a coinvolgere le grandi organizzazioni ( anche
la CGIL).

Si può pensare che da ora in poi si inneschi un circolo virtuoso, per cui
facendo circolare la proposta si arrivi a un consenso diffuso. Come è possibile
che invece ciò resti lettera morta. Tutto dipende da quanta voglia c’è di
guardare oltre le scadenze immediate, e da quanto si veda il movimento come
un soggetto unico-plurimo che esprime propri punti di vista sul mondo. Per
adesso nessuno lo sa. Ma tanto vale tentare, non abbiamo nulla da perdere.
A limite continueremo a fare le nostre lotte e a rincontrarci in piazza
con tutti. Sperando che la popolazione si accorga ancora di noi e che ci
appoggi in qualche modo, anche oltre la battaglia sull’Iraq e con un Europa
non più in mano a governi "pseudo fascisti".