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Parate militari

Publie le sabato 18 settembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Viviana Vivarelli

Io scrivo da Bologna, l’Emilia e’ una delle regioni che hanno versato piu’ sangue nella resistenza italiana contro la barbarie fascista e nazista.
Casini, per caso, e’ di Bologna.

Bolognese e’ l’avvocato Filippo Berselli, sottosegretario alla difesa. Ma costoro non meritano il titolo di emiliani o lo meritano allo stesso titolo di un certo signore di Predappio, anche lui molto sollecito a mandare (gli altri) sul fronte per andare (lui) al tavolo delle spartizioni.

Vediamo che non solo si sputa sulla Resistenza, non solo Casini dimentica che viene da un partito che la lotta per la liberazione del proprio paese l’ha fatta e ha versato sangue per la liberta’ di noi tutti, non solo si abolisce la partecipazione pubblica alle celebrazioni che ricordano la nostra Liberazione e addirittura il nostro costituirsi in Repubblica, non solo si eliminano i versamenti alle associazioni di ex partigiani.. ma addirittura nella nostra civilissima Emilia, e proprio a Rimini, citta’ natale di Simona Pari, sono state programmate parate militari con armi e cannoni per mostrare i muscoli del nostro bellicistico boss, che personalmente non porta l’elmetto da guerra ma la bandana da vacanziero, e non sta vicino ai nostri soldati in mezzo alla contaminazione e morte ma vicino al bordo delle sue sei piscine color smeraldo in permanente vacanza canterina.

Cosi’ a Rimini questo signore che la guerra la fa fare con tanta disinvoltura agli altri, aiutato dall’altro bellicista, Berselli, fara’ festeggiare i 60 anni della Liberazione, escludendo i partigiani sopravvissuti!

L’inneffabile Frattini ha chiesto silenzio in modo che le eventuali contrattazioni per gli ostaggi non siano inquinato da discorsi fuori luogo.

Dubito che le celebrazioni belliche di Rimini arrivino ai giornali iracheni ma non so cosa possa pensare un islamico in Italia di fronte allo stridìo violento e grottesco di questi cannoni in parata.

Ormai le parole democrazia, liberta’, liberazione, pace, ordine... hanno assunto toni equivoci e malevoli, non sono piu’ valori ma appropriazioni indebite.

Che l’ANPI ne stia fuori!

La celebrazione si chiamera’:

"Dalla battaglia di Rimini alla missione italiana in Irak"

(Saltando i partigiani italiani naturalmente come si salta la reazione irachena).

Come ha detto il caracenato Casini: "E non mi si venga a parlare di resistenza!"