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Per il 25 aprile di nuovo la bandiera della pace

Publie le sabato 10 aprile 2004 par Open-Publishing

Per il 25 aprile molte forze si stanno muovendo per unire la festa della repubblica alla
manifestazione per il ritiro delle truppe italiane dall’Irak.
Lo chiedono espressamentee la Cgil, la Fiom, Prc, il comitato Fermiamo la guerra, Un ponte per.,
la tavola della Pace...

Assemblee spontanee autoconvocate si stanno svolgendo un po’ ovunque, così come iniziative di
diverso genere.

A Bologna, Rifondazione comunista ha esposto dalle finestre dei propri uffici alla Regione una
grande bandiera arcobaleno, provocando le ire di Forza Italia che ne ha chiesto la rimozione e
accusato i rivali politici di essersi posti al di fuori «delle istituzioni democratiche parteggiando
apertamente per il terrorismo». La Fiom, invece, a partire da oggi affiggerà in tutte le fabbriche
manifesti con il testo dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che sancisce il ripudio della
guerra, e la richiesta di ritiro delle truppe.

Venerdì verrà effettuato un volantinaggio nelle stazioni, oggetto di particolari misure di
sicurezza per il rischio attentati, per indicare le responsabilità del governo italiano in quello che è
accaduto e continua ad accadere in Iraq ma anche rispetto ai pericoli cui la permanenza dei
militari italiani in Iraq sottopone la popolazione italiana, le restrizioni delle libertà per esigenze di
sicurezza e le conseguenti psicosi che si stanno generando.

Dal 16 al 18 aprile a Brescia, inoltre, contro l’annuale fiera delle armi Exa ci sarà una «fiera
di pace».

Ieri la Tavola della pace ha incontrato alcuni rappresentanti della lista Prodi, dalla
responsabile esteri dei Ds Marina Sereni a Ermete Realacci della Margherita, il verde Alfonso Pecoraro Scanio
ha auspicato un incontro tra tutte le opposizioni e i movimenti per «chiedere il ritiro immediato
del contingente italiano». «I tempi sono più che maturi per ritrovare l’unità di tutte le
opposizioni e mettere il governo di fronte alle proprie gravi responsabilità nella guerra e
nell’occupazione militare», sostiene il portavoce dei Verdi.