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Quei centri... meglio non farli / Comunicato della caritas diocesana

Publie le sabato 10 aprile 2004 par Open-Publishing

Entrando nel merito della questione sollevata dalla possibile realizzazione
a Genova di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) la Caritas Diocesana
di Genova non può che esprimere un giudizio negativo, in coerenza con i
pronunciamenti già offerti in passato al dibattito in sede locale e in linea
con gli approcci sempre sostenuti, a livello più ampio, dalla Caritas Italiana.

A prescindere da valutazioni sulla localizzazione geografica, non di sua
competenza, e nel rispetto della pluralità delle obiezioni messe in campo
da un ampio ventaglio di forze sociali, la Caritas Diocesana di Genova specifica
qui la sua contrarietà nelle seguenti motivazioni:

1. Lo studio della funzionalità dei CPT nell’esperienza di questi primi
anni porta a concludere che le limitazioni dei diritti per la persona straniera
che vi si trova inserita, spesso superano le stesse misure carcerarie applicate
negli istituti penitenziari.

2. Ciò è tanto più discutibile quando si consideri che simili condizioni
si applicano non tanto e non solo per la contestazione alla persona straniera
di esperienze delinquenziali, ma per le mera irregolarità della sua permanenza
nel nostro paese.

3. Anche dal punto di vista della efficacia metodologica, lo strumento CPT
si è rivelato di scarsa utilità: i dati evidenziano che solo un terzo delle
persone inseritevi viene poi effettivamente espulso (fonte Dossier Statistico
Immigrazione Caritas/Migrantes al 31.12.2002)

4. In sede di analisi delle scelte di politica sociale, gli alti costi gestionali
dei CPT, palesano uno squilibrio preoccupante di investimenti tra strumenti
di controllo e repressione e politiche di integrazione, alle quali ultime
non vengono destinate adeguate risorse nonostante rappresentino lo strumento
più efficace e lungimirante per prevenire fenomeni di devianza sociale.

Portate queste valutazioni, la Caritas Diocesana di Genova, facendo propria
la posizione di altre Caritas Diocesane e della Caritas Italiana, si dichiara
interessata, in linea di principio, soltanto ad interventi umanitari nei
CPT ma indisponibile ad un coinvolgimento nella loro gestione, per non rendersi
partecipe di una scelta operativa che considera inefficace e lesiva della
dei diritti dei cittadini immigrati

ciao, laura

Laura Testoni
Arci Genova
www.arciliguria.it