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REGOLAMENTO DI CONTI IN CASA DS SULLA PELLE DEL MOVIMENTO PER LA PACE

Publie le lunedì 22 marzo 2004 par Open-Publishing

di Luciano Muhlbauer (segr. naz. SinCobas)

Guerra e verità non sono mai andati d’accordo, ma quanto sta avvenendo nel caso della manifestazione contro la guerra del 20 marzo ha dell’incredibile. Sembra che una specie di morbo di Aznar si sia improvvisamente impadronito dell’informazione.

Dove non era riuscita la micromobilitazione bipartisan del 18 marzo, sembra riuscire il “caso Fassino”. Cioè cancellare dal dibattito politico oltre un milione di cittadini e la richiesta del ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, che poi era il primo punto della piattaforma della manifestazione di sabato.

Dai maggiori quotidiani nazionali e dalle televisioni si chiede ai movimenti contro la guerra di prendere le distanze dalla contestazione di Fassino. Il Ministro degli Interni si scomoda a rilevare la violazione di un diritto costituzionale di Fassino. I Disobbedienti fanno da capro espiatorio e vengono additati come violenti e mezzi banditi. Ma le cose sono andate davvero così?

Ci piacerebbe che qualcuno rispondesse a qualche domanda semplice, magari gli stessi vertici DS. Perché Castagnetti e Rutelli, contrari al ritiro delle truppe quanto Fassino, hanno potuto essere presenti al corteo senza che succedesse assolutamente niente? Perché il segretario dei DS ha scelto di entrare nel corteo circondato da un folto servizio d’ordine dalle maniere a dir poco spiccie? Perché non ha voluto accettare, come era invece successo altre volte, la proposta di collocazione del comitato organizzatore, di cui i DS non erano parte perché in disaccordo con la piattaforma? Perché le forze di polizia, sollecitate in tal senso dal servizio d’ordine DS, hanno invece evitato di caricare i manifestanti? Forse perché non stava accadendo nulla di grave?

Queste domande senza risposte ed i comunicati DS dai toni eccessivi e spropositati, rendono lecito domandarsi se sulla pelle del movimento per la pace i vertici DS stiano tentando un regolamento di conti con quanti sono colpevoli di aver votato “no” alle truppe d’occupazione nell’Iraq. Un’operazione politica che non potrebbe che trovare una comprensione tutta bipartisan nel centrodestra.

Oltre un milione di cittadini hanno manifestato sabato a Roma e non accetteranno di farsi mandare a casa. Per questo occorre che tutte le anime del movimento che hanno voluto e costruito quella manifestazione non si facciano zittire e che si rilanci invece la mobilitazione unitaria contro le guerre e il terrore, per il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq.

Ufficio Stampa Sincobas