Home > ROMA/ANZIANI: FLOP DELLE OASI CITTADINE
NOTA STAMPA 20 LUGLIO 2004
AL MOMENTO E’ UN FLOP L’INIZIATIVA ESTIVA DELLE SEI OASI CITTADINE A FAVORE DEGLI ANZIANI.
LA DISINFORMAZIONE DI ALCUNE TESTATE SUI DATI REALI DI "NONNA ROMA".
L’ANALISI DEL COORDINAMENTO COMITATI ROMA NORD SU CIO’ CHE NON FUNZIONA E DOVREBBE ESSERE RIVISTO.
Alcuni quotidiani e testate online riportano oggi la notizia che le 6 oasi cittadine per gli anziani hanno fatto il pieno di affluenza nella giornata di ieri.
La cosa ci appare quantomeno strana visto che delle sei oasi una o due oasi (via Santoliquido 88 e forse via Ventura 60) non hanno nemmeno aperto per carenza di prenotazioni mentre un’altra (via Casal boccone 112) ha aperto con 7 anziani su cinquanta posti disponibili.
Che possa esserci stata una buona partecipazione a Ostia e sul Tevere è verosimile ma diventa paradossale scrivere di "Oasi che fanno il pieno" o che addirittura "sono state prese d’assalto" quando alcune di queste non hanno neanche inziaito a funzionare.
LE PROPOSTE:
Secondo il Coordinamento Comitati Roma Nord due sono i "buchi neri" di questo tipo di iniziative che dovrebbero essere sanati:
1) "Riteniamo che debba essere corretto il sistema di programmazione dei servizi. Non si può curare la fase della raccolta fondi (in questo caso dalla Camera di Commercio, Tim, Centrale del latte, Fondazione Pro Viti) senza curare preventivamente, con adeguata attenzione, la fase di lettura e decodifica del bisogno dei cittadini.
Una lettura che non può essere fatta senza gli attori sociali di prossimità. Non si possono calare dall’alto iniziative e modelli di intervento senza un monitoraggio preventivo con gli stessi anziani dei centri municipali per capire quali siano le risposte più adeguate e diversificate da dare alla solitudine, al disagio e al caldo."
2) "Tutto il sistema informativo istituzionale sui servizi attivati dovrebbe essere revisionato e coordinato. Non bastano i TG o i radiogiornali o un sito web per annunciare l’attivazione di un servizio. Deve essere attivata e ben oleata tutta la catena informativa formale e informale che va dal distretto sanitario, ai medici di base, ai centri anziani, agli sportelli dei municipi, alle assistenti sociali, alle farmacie, alle parrocchie.....
E’ stata sempre un grosso spreco di risorse e non ha mai portato buoni frutti nella pubblica amministrazione una cultura dell’emergenza priva di una definizione partecipata degli obiettivi e della relativa costruzione accurata dei programmi, della loro esecuzione e verifica passo dopo passo."