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SENZA UN MINIMO DI DECENZA
par Stefano Ghio
Publie le lunedì 11 febbraio 2013 par Stefano Ghio - Open-Publishing1 commento
C’è della gente che, in vista di aprire bocca per darle aria, farebbe bene prima a pulirsela con l’acido muriatico: il riferimento è ai vertici del Partito (sedicente) Democratico, che in questi giorni stanno dando il peggio di sé.
Il capo dello Stato si permette di affermare - lo fa in un’intervista rilasciata al quotidiano del vaticano, l’Osservatore Romano - che "il comunismo ha fallito".
Giorgio Morfeo Napolitano segue le orme di Alfredo Reichlin che, dalle colonne dell’Unità di venerdì primo febbraio, pontificava: "la Dc, con la sua vittoria ’necessaria’ (il 18 aprile 1948, n.d.r.) garantì l’occidentalizzazione dell’Italia e la pace civile".
Una dichiarazione che rende l’idea di che razza di personaggi circolassero nell’allora partito revisionista, e rende meno nebuloso il perché in Italia si sciolse il partito revisionista: soprattutto grazie all’opera della corrente migliorista, di cui questi due ’signori’ erano tra i maggiori esponenti.
Spostando l’attenzione sui politicanti sedicenti democratici provenienti dalle file democristiane, la palma del peggiore deve essere senza indugi assegnata a Don Matteo Renzi: costui continua imperterrito a chiamare la propria coalizione "centrosinistra", e attacca chi veramente avrebbe titolo per definirsi così - la lista Rivoluzione Civile - additandola come "una mera operazione di testimonianza che se va bene è inutile, se va male fa danni al centrosinistra".
E’ vero l’esatto contrario; se c’è in Italia una cricca di esseri inutili, essa è proprio quella che raccoglie quell’accozzaglia di clerical-liberali che si fa chiamare Partito (sedicente) Democratico e che da sempre è al servizio dei poteri forti: padroni, vaticano, banche, e yanqui.
Genova, 09 febbraio 2013
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
Messaggi
1. SENZA UN MINIMO DI DECENZA, 12 febbraio 2013, 15:06, di Francisco
La differenza dovrebbe essere letta nelle definizioni "il comunismo ha fallito" e il "partito comunista ha fallito". Ora pensare che ci sia stata nella storia una rivoluzione socialcomunista scevra da attacchi concentrici da parte delle forze capitaliste è veramente l’espressione del più bieco revisionismo, a cominciare dalle reazioni della Società delle Nazioni post rivoluzione d’ottobre. E poi la storia di Stalin è da sempre vista in funzione di antisocialismo, prassi perpetua è stucchevole, come sempre. E’ morto nel ’53, ha piegato il nazismo e il giorno dopo aver fatto un "dispetto" a chi per oltre vent’anni aveva foraggiato il nazismo si ritrovò tutti contro. Un embargo ideologico e materiale che solo i comunisti hanno conosciuto nella storia. Quando si comincerà a parlare di "sconfitta" (causa le forze in campo) anziché fallimento allora si potrà assistere a un dibatito serio sul fattore K... tutt’oggi vivo e vegeto.
Saluti comunisti...