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SI PUO’ CREDERE ALLA BEFANA MA NON A BEFERA
par Dagospia
Publie le sabato 12 gennaio 2013 par Dagospia - Open-Publishing4 commenti
"Partoriscono i monti, e nascerà un ridicolo topo"
(Orazio)
Sul "Corriere della Sera" di martedì scorso, a firma di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, con grande perizia e senza sussulti demagogici è documentata (e spiegata) la somma intera di empietà (e imperizia) contenute nel nuovo Redditometro partorito da Equitalia (si fa per dire) per combattere la lotta all’evasione fiscale.

I due eccellenti cronisti puntano l’indice anche sul paradosso di un controllo fiscale destinato, alla fine, a penalizzare i contribuenti virtuosi. Tra le tante assurdità dell’ennesimo Porcellum normativo mandato a pascolare sui prati istituzionali, c’è anche un ribaltamento di ogni principio giuridico civile: l’onere della prova della propria onestà è tutta a carico del contribuente. A pensare che quell’eversore del barone John Maynard Keynes, da buon economista liberal sosteneva che "sfuggire alle tasse è l’unica impresa che offra ancora un premio".
Così, nei prossimi mesi se non sarà cancellato dai nuovi governanti un Tassametro (taroccato) spacciato per Redditometro (imparziale), milioni di cittadini-sudditi finiranno nel tritacarne dell’Agenzia delle Entrate. E toccherà soltanto a loro, davanti al giudizio del funzionario-sovrano, ricordare perché nel 2009 hanno acquistato un televisore nuovo, ho acquistato l’apparecchio correttivo per i denti della figlia.
Sul nocciolo (duro) del problema che riguarda la civiltà fiscale, ben poco ha aggiunto il battibecco pseudo ideologico, sviluppatosi sulle pagine del "Corriere della Sera", tra il direttore di Equitalia, l’impenitente Attilio Befera, e l’opinionista col blà blà weberiano, Piero (e/o) Ostellino. Ai quali si è aggregato, con una posizione "terzista", il solito Salvatore Bragantini, che ancora non si è avveduto che nell’anno del governo Monti il debito pubblico ha raggiunto la cifra-record di oltre duemila miliardi. Riguardo ai buchi di bilancio (pubblico) l’agenda del manager-analista è ancora ferma agli anni Ottanta. Mai aggiornarla!
Il che dimostra come spesso le opinioni separate dai fatti sono soltanto "fuffa" accademica. Pensieri e convincimenti (radicati) a mezzo stampa sul rapporto cittadino-tasse che, però, non affrontano mai la vera emergenza istituzionale che da almeno una ventina di anni di ministri "tecnici" (da Visco 1999 a Grilli 2012) stiamo drammaticamente vivendo: la politica fiscale è compito precipuo (missione) del governo e del Parlamento e non può essere delegata a Equitalia o a qualsiasi altra agenzia.
Come recita lo stesso dettato costituzionale, i ministri, nominati dal capo dello Stato su proposta del presidente del Consiglio "sono responsabili, individualmente, degli atti adottati dai dicasteri loro affidati e, collegialmente, delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri".
Fa un certo effetto, allora, che nel pieno di una campagna elettorale difficile e ricca di colpi di scena, con i cittadini alle prese con povertà e disoccupazione crescente, nessuno dei leader in gara - da Bersani a Berlusconi passando per Casini -, abbia finora preso posizione sul’iniquo Redditometro messo a punto da Equitalia.
Il Grande Inquisitore dostoevskijano del terzo millennio che con il suo modello organizzativo sofisticato vuol far credere alle sue vittime (i contribuenti) di agire per il suo bene: far pagare le tasse a tutti. Dopo le esperienze del passato ("cartelle pazze" e tanto altro) si può continuare a credere ancora alla Befana, ma non a Befera!
Chissà, forse dimentichi i nostri politici, che nella scorsa primavera c’è stata una forte mobilitazione contro l’agire persecutorio dell’Agenzia con assalti agli uffici, attentati e suicidi. Una società per azioni a capitale pubblico (una multiutility che deve macinare profitti) che è stata accusata pure di praticare lo "strozzinaggio", esigendo, a torto o a ragione, comunque un agio del 9% per ogni tassa non pagata. Una situazione insostenibile fino al punto che la Cgil aveva minacciato uno sciopero generale contro l’Agenzia delle entrate.
Tutti silenti, invece, i futuri candidati premier nonostante che nel tritacarne di Equitalia finirà soprattutto il lavoro autonomo e d’impresa. E qualche pensionato che non appartiene, come Salvatore Bragantini, al ristretto club dei contribuenti mezzi-milionari, ma che per una volta si è permessa una follia: spendendo in sola volta i suoi mille euro (mensili) per una vacanza-premio sul lago insieme ai cari nipotini.
Per non dire del premier-pesce Rigor Montis e del suo ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che ancora non si sono resi conto della bomba sociale lanciatagli sotto la poltrona (a loro insaputa?) da Attila Befera proprio alla vigilia della consultazione elettorale. Ma spesso, accade anche i bocconiani, non si possono prendere impegni superiori alle proprie debolezze.
11.01.2013
Messaggi
1. SI PUO’ CREDERE ALLA BEFANA MA NON A BEFERA, 12 gennaio 2013, 17:46
questa dell’inversione dell’onere della prova è una balla vera e propria.Il cosiddetto "redditometro" è uno strumento presuntivo di reddito nel senso che se fai x di spese ( per es. una Ferrari) si PRESUME che tu abbia x per 4 di reddito. In pratica l’amministrazione pubblica se vede che hai un tenore di vita esagerato rispetto al dichiarato ti chiama per chiederti spiegazioni ma se non gliele vuoi dare è sempre l’amministrazione pubblica, attraverso una verifica fiscale, a dover determinare se hai evaso ed in quale misura. Nessuna multa o arretrato può essere chiesto se non attraverso una verifica.
michele
1. SI PUO’ CREDERE ALLA BEFANA MA NON A BEFERA, 12 gennaio 2013, 18:44, di K.
Befera è un immane cialtrone ...
Ed Equitalia è semplicemente una società di recupero crediti .... pubblica peraltro solo al 51% ( Agenzia delle Entrate ) e per il resto dell’ Inps che, lo si dimentica spesso, è un istituto gestito da imprese e lavoratori, gli unici che vi versano, e non dallo stato ...
Anche a non voler entrare nei metodi di vero e proprio "strozzinaggio" usati da Equitalia ( interessi che triplicano le somme in breve tempo, un 9% secco di ricarico su ogni pratica a favore della setssa Equitalia ), è evidente che Equitalia, con la lotta allevasione fiscale, non c’entra un tubo .... questa casomai la fa ( o meglio, la dovrebbe fare ) l’Agenzia delle Entrate e la competente Guardia di Finanza .... Equitalia semplicemente recupera o tenta di recuperare il credito ... e con metodi che non hanno niente da invidiare agli esattori camorristi del pizzo .... anzi, no ... i camorristi direttamente negli estratti conto bancari non possono entrare, Equitalia si ...
Il cosiddetto redditometro è altrettanto semplicemente una infamia .... che frantumerà i coglioni ad una massa enorme di poveracci, in gran parte lavoratori dipendenti e pensionati ... e che invece, come è sempre stato, salverà gli evasori veri, quelli che semplicemente spostano fuori dell’Italia domicili fiscali, capitali e relativa tassazione ...
Befera, peraltro, nasce come uomo di Tremonti .... e il suo vice, Mastrapasqua, presidente anche dell’Inps ( in verità prende, a vario titolo, 25 stipendi per altrettanti incarichi) fu addirittura indicato a suo tempo da Gianni Letta ...
Il resto è noia .... è il disperato tentativo di fare cassa per salvare le banche .... la quintessenza di quel montismo che sembra aver pervaso, nei fatti, anche parte significativa del cosiddetto "popolo di sinistra" ...
E poi ci si meraviglia che il Berluska, peraltro corresponsabile di tutto quello di cui stiamo parlando compresa la legge sul redditometro, possa oggi risalire nei sondaggi ...
Ti credo .... con una "sinistra" e dei "sinistri" che godono a presentarsi come il "partito delle tasse" ..... dell’euro ..... ecc. ecc.
Auguri ....
2. SI PUO’ CREDERE ALLA BEFANA MA NON A BEFERA, 16 gennaio 2013, 19:15, di K.
Comunque, che l’onere della prova è a carico del contribuente ( cosa in sè incostituzionale ) lo dice persino Repubblica.
Vedi :
http://www.repubblica.it/economia/2013/01/16/news/redditometro-50659125/?ref=HREC1-2
3. SI PUO’ CREDERE ALLA BEFANA MA NON A BEFERA, 17 gennaio 2013, 21:43
Reggio Emilia - Sanzionata disEquitalia
Blitz di Aq16 contro il debito, per una moratoria generale delle cartelle di precari, studenti e disoccupati
17 / 1 / 2013
Questa mattina i militanti del Laboratorio Aq16 con un’azione simbolica hanno sanzionato la sede di Equitalia in via Fratelli Manfredi 6.
Hanno affisso alle vetrate degli uffici un comunicato nel quale, a fronte delle crescenti proteste e dell’acuirsi della crisi sociale ed economica, denunciano “il complesso sistema di riscossione che attraverso i provvedimenti di Equitalia utilizza il debito come formula di riproduzione della ricchezza” – come sostengono nel loro intervento.
Due i nodi centrali della protesta: la cessazione dei contratti di Equitalia da parte dei comuni, da una parte, ed una moratoria dei debiti per lavoratori precari, studenti e disoccupati.
Comunicato stampa:
In un simile momento di crisi le fasce più duramente colpite da questa non riescono a sostenere il carico imposto da quella che comunemente viene chiamata debitocrazia, ovvero una governance basata sul debito come formula di arricchimento e riproduzione sistemica della crisi. Non è possibile alcuna mediazione né riforma del sistema, come le numerose parti coinvolte nella campagna elettorale intendono supporre.
Chiudere Equitalia è un passaggio importante per affermare il rifiuto di un sistema malato che fagocita le vite di chi si trova a far fronte alle sue richieste. È il simbolo di questo sistema economico fondato sul debito ed ha “senso” di esistere solo in esso, assumendo le fattezze di “mano militare” che lucra, impone e spaventa. Rifiutando Equitalia, rifiutiamo anche qualsiasi forma, edulcorata o meno che sia, di usura e strozzinaggio, così come la naturale subordinazione del sociale al finanziario che le dinamiche interne a questo sistema prevedono.
Documento affisso alle vetrate della sede di Equitalia:
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un aumento delle proteste nei confronti di Equitalia o, per meglio dire, degli usurai di Stato. Proteste nate dal basso, scaturite dalla frustrazione e dalla voglia di reagire all’ennesimo meccanismo di sottomissione delle nostre vite al denaro. Famiglie sul lastrico, persone indotte al suicidio per l’impossibilità di pagare un debito che spesso mette vergogna a chi per una vita intera ha sempre pagato, ritenendosi un “onesto cittadino” e si trova intrappolato nella spirale della crisi. Una crisi che fa ricadere su di noi un debito che non è nostro, che ci impone continui sacrifici per sopravvivere. Vite spezzate per crediti presunti, perché Equitalia è anche questo: basta una semplice comunicazione da parte dell’ente impositore per far scattare la riscossione, anche se spesso si tratta di “cartelle pazze”, errori di sistema che impongono di pagare somme non dovute o già riscosse. Usurai di Stato in palese conflitto di interessi: Equitalia è una società pubblica per il 51% di proprietà dell’Agenzia delle Entrate e per il 49% dell’Inps e in qualità di ente pubblico i suoi costi di gestione sono a carico dei contribuenti. L’Inps risulta allo stesso tempo creditore ed esattore e da questo secondo ruolo deve anche ricavare profitti (che nel 2010 sono stati pari a 1,29 miliardi di euro), attraverso l’imposizione di commissioni di riscossione. Equitalia si manifesta quindi come la peggior espressione del sistema del debito: si fa profitto sui debiti dei cittadini, a cui non si riesce a far fronte principalmente perché la crisi stessa del capitale ci ha tolto tutto, perché nell’illogico sistema della riscossione le amministrazioni che impongono di saldare il debito con esse entro 60 giorni, sono le stesse che non pagano i propri fornitori prima di 180 giorni (arrivando fino ad oltre 1000 giorni), fornitori che sono poi i destinatari delle cartelle esattoriali. Mentre gli evasori totali possono continuare ad attendere all’ombra della loro non rintracciabilità l’ennesimo scudo fiscale, che impone interessi minimi (l’ultimo era pari al 5%) su quanto non versato, le vittime di Equitalia ricevono, dopo la scadenza del termine di pagamento, una sanzione che va dal 40% al 100% della somma dovuta, a cui si aggiungono gli interessi di mora, gli interessi di rateizzazione e le spese di eventuali fermi amministrativi ed ipoteche. Perché Equitalia ti toglie i pochi spiccioli che ancora ti servono per arrivare a fine mese, ma ti toglie anche la casa ed i mezzi che possono servirti per lavorare!
Per tutte queste ingiustizie, figlie di un sistema neoliberista che ha permesso la prevaricazione della persona da parte dei profitti, per la riappropriazione non solo di ciò che è nostro, ma anche della dignità, dobbiamo portare avanti la nostra battaglia contro Equitalia. Essa rappresenta un sistema malato che fagocita le vite di chi si trova a far fronte alle sue richieste. È il simbolo di questo sistema economico fondato sul debito ed ha “senso” di esistere solo in esso, assumendo le fattezze di “mano militare” che lucra, impone e spaventa. Il debito, che crea paura di sé e che ci spinge a diventare schiavi, accettando condizioni di lavoro precarie, instabili, senza sbocchi futuri e fini solamente a saldare quanto dobbiamo al sistema, spingendoci sempre di più nella spirale del debito che genera debito. Da quest’anno i Comuni potranno tornare a gestire la riscossione dei tributi locali; c’è già chi si presenta come paladino degli interessi del cittadino, come l’Anci che ha già creato una propria società ad hoc (Anci Riscossioni srl), ma ciò non diminuirà ne il ruolo di Equitalia ne cambierà la sostanza del meccanismo, poiché l’ente continuerà a gestire la riscossione dei tributi dovuti all’Inps ed allo Stato e le amministrazioni locali continueranno le loro riscossioni, mantenendo di fatto la situazione invariata. Riteniamo giusto e doveroso quindi CHIUDERE EQUITALIA e pretendere una moratoria delle cartelle esattoriali per disoccupati, precari e in generale per tutti coloro che sono vittime di questo sistema economico iniquo.
EQUITALIA.....TEMPO SCADUTO!
Laboratorio Aq16
VIDEO :
http://www.youtube.com/watch?v=7KxYSSpfPyg&feature=player_embedded