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San Filippo Neri, corteo anti-Bondi - "No ai tagli, l’ospedale non si tocca"
par reporter
Publie le sabato 22 dicembre 2012 par reporter - Open-Publishing2 commenti
Sindacati e operatori sanitari per le vie di Monte Mario. Un presepe vivente tra i manifestanti con Maria e Giuseppe. Anchei cani con la pettorina: "Giù le zampe". A terra in via di Torrevecchia: "No alla chiusura, vogliono darlo ai privati. Non siamo inefficienti. Chiediamo di confrontarci sui dati reali del nostro ospedale e su quelli delle altre strutture del Lazio"

"Maria, copriti, che se ti ammali chi ti curerà?". "Tranquillo Giuseppe, Bondi arriverà solo nel 2012". Anche Giuseppe e Maria dicono il loro ’no’ ai tagli alla sanità pubblica, e partecipano, nella cornice del presepe allestito all’ingresso del San Filippo Neri - a cui qualcuno ha aggiunto dei ’fumetti’ in cartone per dare voce alle statuine - alla protesta di sindacati e operatori dell’ospedale, riuniti scalinata che porta al padiglione A, all’interno della cancellata d’ingresso. Qui, tra fischietti, trombette e tamburi, bandiere di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filas, Nursind e diverse altre sigle, i manifestanti hano dato vita al in corteo che ha sfilato per le strade di Montemario e poi fatto ritorno al punto di partenza per dar vita a un’assemblea pubblica dove si sono alternati al megafono: "Vogliamo resistere - hanno detto - siamo intenzionati a non mollare. Passeremo qui anche il Natale". Tra i presenti anche il senatore del Pd, Ignazio Marino, e il professor Fernando Aiuti, immunologo e consigliere comunale del Pdl.
L’obiettivo della protesta, come recita il cartello esposto da un’operatrice, è quello di evitare la trasformazione ’da San Filippo Neri a San Sfrattato’. "Siamo oltre mille", hanno ripetuto gli organizzatori del corteo. Che al megafono, a bordo di un furgone bianco, hanno spiegato ai passanti - che sembrano condividerle - le ragioni della protesta: "Vogliono chiudere le eccellenze dell’ospedale e darlo in pasto ai privati. Noi non possiamo accettarlo, protestate con noi".
Sono stati distribuiti volantini: "I dati del nostro ospedale non sono quelli di un ospedale da chiudere o da ’disattivare’ come qualcuno dell’Asp ha detto - si legge su uno dei fogli, firmato ’i professionisti dell’azienda ospedaliera San Filippo Neri’ - Non è né marginale, né inefficiente, chiediamo di confrontarci sui dati reali del nostro ospedale e su quelli delle altre strutture del Lazio", e non sui "dati tecnici di scarsa qualità" in mano al commissario Bondi, "un semplice liquidatore con un compito molto limitato". I lavoratori, inoltre, hanno annunciato nel volantino che "non appena sarà noto il contenuto dell’incontro tra il dg del San Filippo e l’Asl, verrà organizzata una pubblica conferenza stampa in cui direttori e responsabili delle unità cliniche ospedaliere comunicheranno i dati reali e aggiornati di questa struttura, in nome di una trasparenza - concludono - che dobbiamo prima di tutto ai pazienti e poi a noi stessi".
SAN FILIPPO NERI, IL CORTEO CONTRO I TAGLI, FOTO :
Si sono seduti a terra in via di Torrevecchia, punto nevralgico della protesta, dando vita a un sit-in. Poi il giro di boa in via Castiglione, per fare il percorso al contrario e tornare verso l’ospedale. "Bondi, Bondi fà i bagagli. Sulla salute pubblica niente tagli", il coro più scandito. Il ’rumoroso’ corteo di sindacati e lavoratori ha attraversato il quartiere. In prima fila, un piccolo cane volpino costretto in ’carrozzella’ che con un cartello ha esortato a mettere ’Giù le zampe dal San Filippo’, e poco più indietro la protesta ’a quattro zampe’ è continuata, con un labrador nero, sempre con la pettorina. Al grido di "Chi non salta Enrico Bondi è", "No ai tagli del commissario" e "Bondi vattene", la manifestazione ha percorso via Martinotti. Il percorso autorizzato dalla Questura si è snodato su piazza Santa Maria della Pietà, via Sebastiano Vinci, via Livi, via di Torrevecchia e via Castiglioni, per poi ripercorrere l’itinerario a ritroso e tornare al nosocomio per dar vita a un’assemblea pubblica. Qui ha preso la parola l’immunologo Aiuti: "Il San Filippo Neri è un ospedale importante e apprezzato. Sono qui da cittadino, da medico che ha lavorato per 45 anni in una struttura pubblica, senza mai mettere piede in una privata. E sono qui per difendere la sanità pubblica, perché non può chiudere".
"Questo - gli hanno fatto eco i manifestanti - è l’unico ospedale pubblico in questa zona di Roma. È troppo importante, siamo qui per chiedere a gran voce al commissario Bondi di tornare sui suoi passi e recedere dalla decisione di tagliare 120 posti letto e di chiudere dei reparti fondamentali quali sono Cardiochirurgia e Neurochirurgia. Bondi si deve dimettere e lasciare la sanità a chi ha le competenze". "Devo dire che in queste ultime settimane sono preso dall’amarezza di dover andare in strutture come queste, la scorsa settimana ero all’Idi e vedere ciò che sta accadendo - ha detto il senatore Marino - Qui la politica negli ultimi dodici anni si è un po’ distratta ma è necessario che si riparta da un piano. E per questo bisogna fare delle distinzioni. Non si può pensare di tagliare il servizio pubblico. Io ho parlato con Bondi e gli ho chiesto di investire invece che tagliare. Puntare su questo centro di eccellenza. Non si può tagliate qui, e salvare altre strutture che non sono pubbliche. Io non ho votato i provvedimenti in sanità del governo Monti perché non credo nei tagli lineari. Non è possibile. Io starò sempre al vostro fianco". C’è anche Assunta, dipendente della ditta incaricata delle pulizie nel nosocomio: "Noi saremo i primi ad andare a casa, e siamo più di mille persone".
Sulla facciata dell’edificio principale dell’ospedale è stato affisso un enorme striscione che cita l’articolo 32 della Carta costituzionale (’La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita’, e garantisce cure gratuite agli indigenti’, firmato Rsu San Filippo Neri). Poco più in basso, in cima al portone, c’è un grosso ’Il San Filippo Neri è l’unica assicurazione sulla vita che ti puoi permettere’. Anche in terra i manifestanti, muniti delle pettorine d’ordinanza ’Giù le mani dal San Filippo’, hanno esposto numerosi cartelli, a mo’ di ’red carpet’ dal cancello al primo padiglione: ’La sanità pubblica non si tocca’, ’Contro il taglio dei posti letto’, ’No ai tagli alla sanità pubblica, sì ai tagli ai costi della politica’, si legge sugli striscioni, alcuni di cui scritti su lenzuola da corredo ospedaliero, mentre qualcuno ha anche montato una tenda: "Senza risposte e soluzioni, noi da qui non ce ne andiamo", spiega il ’campeggiatore’.
22 Dicembre 2012
Messaggi
1. San Filippo Neri, corteo anti-Bondi - "No ai tagli, l’ospedale non si tocca", 24 dicembre 2012, 15:17
"Il nostro è un reparto di eccellenza
ma i tagli finiranno per distruggerlo"
Parla Maria Pia Tocco, primario della chirurgia toracica del San Filippo, specializzata negli interventi per le infezioni allo sterno
di LORENZO D’ALBERGO
Più che virtuosa, la chirurgia toracica del San Filippo Neri è unica. La sola nella capitale a trattare tutti quei pazienti che, dopo aver subito un’operazione a cuore aperto, finiscono per contrarre un’infezione cronica allo sterno. Eppure, il reparto sarebbe a rischio taglio. Nel mirino del commissario ad acta Enrico Bondi, quindi, non ci sarebbero solo le unità di cardio e neurochirurgia dell’ospedale del Trionfale. Nel conteggio dei 120 posti letto da eliminare nella struttura potrebbero rientrare anche quelli dell’unità diretta da Maria Pia Tocco.
"Ci occupiamo di quei casi - spiega il primario facente funzioni - dei quali non si occupano i cardiochirurghi. E salviamo delle vite: è del 50 per cento il tasso di mortalità di chi si ritrova a combattere con questo tipo di complicazioni allo sterno". A sua volta, l’infezione colpisce in media il 7 per cento dei pazienti operati al cuore. Un numero elevato di malati cronici, che finiscono puntualmente ricoverati nel reparto di chirurgia toracica del San Filippo Neri. "Ci arrivano pazienti - ricorda Maria Pia Tocco - da tutte le cardiochirurgie di Roma e anche da altre regioni. Perché siamo gli unici a offrire un servizio che va oltre il semplice ricovero. Chirurgia, infettivologia e plastica ricostruttiva: una serie di prestazioni ambulatoriali che, negli, anni ci hanno permesso di raggiungere un’importante serie di successi terapeutici in un settore nel quale la percentuale di fallimenti è molto
alta". Medaglie guadagnate sul campo che non potrebbero bastare, però, a salvare il reparto dalla scure del commissario Bondi.
"Questo - continua la direttrice del reparto - è un momento di difficoltà per tutta la sanità laziale e ancora di più per il nostro ospedale, che per ora sembra essere uno dei più colpiti dai tagli. Ma la possibile chiusura della nostra unità lascia più di una perplessità sulla razionalità dei tagli del commissario".
Il percorso ambulatoriale studiato dalla dottoressa Maria Pia Tocco, infatti, è il risultato di anni di esperienza. Messi a servizio dei cittadini: tra gli ultimi casi curati c’è quello di una ragazza operata al cuore a soli 6 anni. Per altri 24 si è trascinata un’infezione allo sterno. Dopo una serie di trattamenti falliti, è arrivata al San Filippo Neri, dove la malattia è stata debellata.
Merito del percorso ambulatoriale ideato dal primario e noto come "protocollo Tocco": "Seguo tutti i passaggi di persona: si parte con una tac, poi arriva la vacuum assisted closure. In altre parole, dopo aver pulito la ferita allo sterno, si applica una spugna per drenare la ferita e permettere agli antibiotici di agire. Infine, nei casi più complicati, si chiude lo sterno con un intervento di plastica ricostruttiva". Una procedura d’eccellenza che potrebbe essere tagliata.
(24 dicembre 2012)
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/12/24/news/il_nostro_un_reparto_di_eccellenza_ma_i_tagli_finiranno_per_distruggerlo-49366057/
2. San Filippo Neri, corteo anti-Bondi - "No ai tagli, l’ospedale non si tocca", 25 dicembre 2012, 09:33, di luigi
Con determinazione e serenità di pensiero auguro ogni male a coloro i quali debellano la Sanità pubblica.
Costoro meritano di ritrovarsi nelle condizioni di avere necessità di cure e non trovare soluzioni che siano valide per logistica e garanzie di eccellenza.
luigi