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Scandalo Regione Lazio. Perchè adesso?

par Claudio Agostini*

Publie le lunedì 8 ottobre 2012 par Claudio Agostini* - Open-Publishing
4 commenti

Una lettera a Contropiano pone una serie di interrogativi e segnala alcune coincidenze sullo scandalo alla Regione Lazio. Sullo sfondo il decreto che istituisce le aree metropolitane e ridisegna una intera geografia di interessi locali.
Di fronte all’ultimo scandalo “Fiorito” abbiamo assistito all’indignazione di massa nei confronti della politica. Se mani pulite ci aveva fatto vedere i politici in manette e l’ex presidente del Consiglio Craxi finire in Esilio, sul caso Fiorito abbiamo assistito a talk show con la presenza dello stesso Fiorito e addirittura lo stesso Fiorito telefonare mentre gli venivano prese le impronte digitali.
La domanda più ovvia che viene da porci, che però nessun quotidiano o mezzo di informazione ha posto, è “Perché adesso?”

In fondo tutti sapevano compreso coloro che oggi si indignano e arringano “l’antipolitica” nei vari Blog. In fondo la spartizione o è condivisa oppure si chiama accaparramento e l’accaparramento altro non è che la conseguenza logica della spartizione.

Ma veniamo ai fatti:

La Spending review nel decreto 95/2012 varato in Agosto prevede una riforma degli Enti locali che non è affatto una riduzione di spesa.

Se solo pensiamo che la nuova sede della Provincia di Roma (che dal 2014 sarà chiamata Area metropolitana) costerà ben 213 milioni di euro (in teoria derivanti da cessione di patrimonio pubblico). Le cifre non sembrano quindi dare ragione a Monti.
L’unico risparmio lo si avrà dalla elezione del supersindaco negate agli abitanti della provincia di Roma. Insomma un risparmio non sui costi ma sulla democrazia

Infatti il primo presidente del neoparlamento metropolitano sarà il futuro sindaco di Roma eletto però solo dai Romani.

Comuni come Velletri decideranno prossimamente, attraverso un referendum, se far parte dell’area metropolitana di Roma in un consiglio rappresentato da 10 consiglieri (eletti dai sindaci dell’area e non dai cittadini) oppure diventare la seconda città della provincia di Latina. Stessa sorte per Civitavecchia che dovrà decidere se far parte dell’area metropolitana oppure della provincia della Tuscia.

Uno dei termini posti da Monti è la data di scadenza del 30 settembre data alle Regione per la mappatura delle nuove province.

Insomma il decreto viene varato ad Agosto e trova dei disappunti soprattutto da parte di consiglieri Regionali come Piso e Lollobrigida del Pdl ma anche di esponenti dell’altro schieramento, la data di scadenza data da Monti era il 30 settembre ma il caso ha voluto che venisse alla luce il caso Fiorito prima di quella data con le conseguenti dimissioni del presidente della Regione Lazio.

Però il 1 ottobre, cioè il giorno dopo indicato da Monti, Zingaretti e Alemanno siedono intorno a un tavolo e ci dicono che entro 20/25 giorni al massimo sarà pronta la bozza dello Statuto dell’Area Metropolitana.

Il giorno 4 ottobre, in un noto lussuoso hotel della Capitale dove già non si parla più di sprechi nella politica, Zingaretti annuncia la propria candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Zingaretti riceverà il giorno 6 ottobre (lo stesso della sentenza del corvo del papa) la Telefonata cordiale di Alemanno il quale, affermerà poi alla stampa, “Se il Pd lo ha ritirato è perché sapeva che non avrebbe vinto” lo stesso aggiunge “mi candiderò probabilmente con una lista civica.

Intanto il messaggero titola “ c’è una forte preoccupazione dei vescovi per la nuova geografia”. Viene da chiederci “ma che centrano i vescovi con la Spending Review?” Non dobbiamo dimenticarci che la giurisdizione sul dislocamento territoriale della Santa Sede prevede una territorialità divisa in diocesi e rappresentate da un Vescovo e molte di queste diocesi sono spesso in contrasto tra loro. Vedi per esempio quella di Palestrina con quelle di Frascati o quella di Albano ma anche quella di Anagni città storica dei papi che è anche la città di Fiorito dove lo stesso ha preso tantissimi voti.

Questa nuova geografia rischia di rompere quegli equilibri che si erano creati tra politici, banche e diocesi. Che c’entrano le banche? Il territorio della provincia è molto legato al sistema di credito ereditato dalle casse rurali (istituite da religiosi tra la fine dell’800 e il periodo fascista) e quindi la radice del capitale è facilmente riconducibile ha chi per primo ha messo il capitale. L’intreccio banche comuni indebitati e costretti a richiedere mutui è la normalità in tutto il territorio della provincia di Roma e spesso vi è un passaggio di denaro incontrollato.

Le stesse banche che una volta erano le casse rurali oggi sono banche a tutti gli effetti e vendono Fondi di investimento. La maggior parte di questi fondi di investimento erano garantiti dal capitale dei titoli posseduti dalla Goldman Sachs la quale, a ridosso del varo del decreto Monti, ha capitalizzato tutti i titoli italiani in loro possesso.

* Presidente del circolo Sandro Pertini di Rocca Priora (RM)

http://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/11698-scandalo-regione-lazio-perche-adesso

Messaggi

  • Tutto può essere ...

    Ma, in tutta sincerità, questa visione "complottista" della vicenda, soprattutto se proviene da Fds-Prc-PdCI, sembra tanto un parlar d’altro rispetto al ruolo dei due consigleri appunto della FdS ...

    Che certamente versavano l’intero contributo ai gruppi alle casse disastrate dei rispettivi partiti e non li spendevano a Suv e viaggi esotici, ma che comunque si sono ben guardati, dal 2010 ad oggi, dal denunciare questa incresciosa situazione ...

    E non mi riferisco alle malversazioni di Fiorito - che potevano benissimo non conoscere - ma all’entità abnorme e scandalosa di stipendi e contributi ai gruppi in essere alla Regione Lazio ...

    Sembra pure che, per quanto riguarda specificatamente il Prc, nemmeno la federazione romana e laziale fosse al corrente dell’entità dello stipendio - superiore a quello del segretario dell’ Onu ! - percepito dal proprio e da tutti gli altri consiglieri ...

    • Stronzate. rifondazione si oppose a quel decreto di bilancio in consiglio comunale. Per ridurre i costi ha anche raccolto le firme per il referendum anti vitalizi.

      Detto questo a me viene il dubbio che con questa storia dei costi della politica le classi dominanti cerchino di ridurre o abolire la democrazia, ormai da tempo non considerata ottimale pwr i loro profitti (conclusioni della.commissione trilaterale).

      poi so che comincerá una infinita diatriba con k su quanto fa schifo rifondazione che.ha causato il buco dell’ozono e l’acne giovanile.

    • Il referendum anti-vitalizi - che riguarda gli assessori - nulla c’entra con mega-stipendi e mega-contributi che riguardano consiglieri e gruppi politici ...

      Il fatto che la FdS abbia votato contro in consiglio regionale, al pari di radicali ed IdV, non è una grande garanzia ... anzi ... oggi hanno beccato il consigliere IdV, Maruccio, che faceva, pur in scala minore maneggiando ovviamente meno soldi, pari pari quello che faceva Fiorito ...

      E comunque hanno votato contro in consiglio regionale ma poi si sono ben guardati dal denunciare la scandalosa situazione .... e ancora comunque, se volevano opporsi sul serio, potevano proporre un referendum anche contro mega-stipendi e mega- contributi ... e, almeno il consigliere del Prc, ha pure nascosto al partito l’entità del proprio stipendio onde versare quindi una quota ben minore di questo alle casse del Prc ...

      Lasciamo quindi perdere il "complottismo" ... che non è proprio cosa ....

      La Regione Lazio era una fogna a cielo aperto ... e non solo per la maggioranza di destra ....

    • ora, lasciando perdere le vicende specifiche dei singoli, penso che un po’ tutti a sinistra dovrebbero chiedersi perché si sia lasciato galoppare il fenomeno ladrocinio-corruzione a demagoghi, populisti, e forcaioli vari anziché farne un momento di intervento adatto anche a rompere quella sensazione di "estraneità" che la sinistra, purtroppo, tende a trasmettere alla gente in carne ed ossa rispetto alle cose ... forte del suo solito "il problema è un altro"... Sarà pur un altro "il problema"... ma se si vuole comunicare e se ci si vuole confrontare con "la gente" occorre anche lavorare su questioni che nell’immaginario popolare fanno breccia, senza paura che fare ciò sia per forza di cose populismo. Si possono affrontare questioni come queste senza nulla togliere all’essere di sinistra, di classe ecc. Farlo dopo, rischia di essere troppo tardi anche solo per la credibilità e si passa per quelli che si occupano sempre e solo di "politica astratta"... a prescindere dalla verità e dalle intenzioni, sia chiaro. Almeno, io ho un po’ questa sensazione, senza voler entrare nel merito della vicenda romana che conosco solo sommariamente. Saluti