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Scontro alla camera per la legge sulla tortura

Publie le giovedì 22 aprile 2004 par Open-Publishing

E’ scontro alla Camera sul disegno di legge che dovrebbe introdurre nel
nostro codice penale il reato di tortura. La maggioranza ha approvato un
emendamento della Lega, il quale prevede che per il verificarsi del reato
le violenze debbano essere reiterate. Immediata la protesta
dell’opposizione che ha condannato le modifiche introdotte al testo e ha
abbandonato l’aula. A quel punto la seduta e’ stata sospesa. Il presidente
della commissione Giustizia Gaetano Pecorella ha proposto il rinvio del
provvedimento al comitato dei nove. L’esame del testo riprendera’ la
prossima settimana.

’’Da Casa delle liberta’ a casa delle torture. Questo potrebbe essere il
nuovo nome della maggioranza che governa il Paese e che oggi, per un
accordo politico, ha fatto passare nell’aula di Montecitorio un
emendamento della Lega che permette di torturare un essere umano, purche’
una volta soltanto’’. Anna Finocchiaro, capogruppo Ds in commissione
Giustizia della Camera dei deputati reagisce cosi’ all’approvazione di un
emendamento che, sostiene, ’’rende possibile il diritto di tortura in
Italia. Picchiare un ragazzo in un carcere o in una caserma per
estorcergli un’informazione, purche’ lo si picchi una volta soltanto;
minacciare un immigrato per motivi razziali, ma una volta sola, si puo’. E
questo in barba al fatto che la legge per il delitto di tortura, voluta
dal centrosinistra (primi firmatari Ruzzante, Violante e Finocchiaro, Ds)
sia stata sottoscritta anche da oltre 100 deputati del centrodestra’’.

’’Il presidente della commissione -ha aggiunto la Finocchiaro- ci ha
spiegato che e’ intervenuto un accordo politico. Bene, per un accordo
politico dentro la Casa delle liberta’ si introduce il diritto di tortura
in Italia. Ora la legge torna in commissione perche’ la maggioranza stessa
si vergogna di quel che ha fatto, ma la commissione non puo’ cambiare quel
che l’aula ha deciso. La legge dev’essere affossata, si deve cominciare
daccapo. Si vergognino e spieghino al Paese, ai 200 comuni che hanno
dichiarato il loro territorio ’’libero dalla tortura’, alle associazioni
non violente a cominciare da Amnesty International il loro accordo
politico’’.

Si difende la Lega. ’’Il nostro emendamento non sconvolge lo spirito della
legge, ma determina meglio cosa si debba intendere per tortura. La
minaccia e’ gia’ sanzionata ma perche’ diventi tortura serve qualcosa di
piu’ e per questo abbiamo chiesto la reiterazione’’. Lo ha dichiarato
Carolina Lussana, responsabile giustizia della Lega Nord e presentatrice
dell’emendamento, approvato dall’Aula, che prevede la reiterazione della
minaccia ma non della violenza per l’individuazione del reato di tortura.

’’Noi non stiamo dalla parte dei torturatori e, pur condividendo il
principio della legge - prosegue la parlamentare leghista - non possiamo
esimerci dal sottolineare che non stiamo neppure dalla parte di chi vuole
criminalizzare le forze dell’ordine rendendo di fatto impossibile
l’esercizio delle loro funzioni’’. ’’Ci sentivamo in cuor nostro di
presentare quest’emendamento - spiega Lussana - e ci fa piacere che anche
altre forze della Cdl, Forza Italia e An, ci abbiano seguito, perche’
abbiamo sentito l’obbligo morale di proteggere da ingiuste accuse le
nostre forze dell’ordine’’. ’’Ci fanno invece orrore le
strumentalizzazioni irrispettose e assolutamente gravi dell’opposizione -
conclude Lussana - nei confronti di chi a costo della vita contrasta
fenomeni di criminalita’’’.

Non piace per nulla ad Amnesty l’emendamento approvato oggi dalla camera
dei deputati relativo alla proposta di legge sull’introduzione del reato
di tortura nel codice penale italiano. Prima che la seduta venisse
interrotta per un ulteriore rinvio, la Camera ha approvato infatti un
emendamento - contro cui si erano gia’ pronunciati la Commissione
Giustizia e il Governo - in base al quale, perche’ si configuri il reato
di tortura, occorre che ’’le violenze o minacce’’ siano ’’reiterate’’.
’’Iniziamo male, con un emendamento che, se confermato nel testo finale,
significhera’ che l’Italia non vuole adeguarsi al diritto internazionale
dei diritti umani e in particolare alla Convenzione dell’Onu contro la
tortura, che il nostro paese ha ratificato nel 1988’’ - ha dichiarato
Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International
 . ’’Questo emendamento - egli aggiunge - stravolge la definizione di
tortura, limitando in modo inaccettabile la nozione ai comportamenti
ripetuti, mentre e’ evidente che puo’ aversi tortura anche in presenza di
condotte singole purche’ sufficientemente gravi. Quante volte, dunque,
occorrera’ torturare prima che si possa parlare di tortura?’’.

http://www.giornale.it/folder/news22Apr2004170934.shtml