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Seconda lettera "virtuale" al Presidente del C. d. M. teccnico, prof. M. MONTI

par Adalberto de’ Bartolomeis

Publie le lunedì 2 gennaio 2012 par Adalberto de’ Bartolomeis - Open-Publishing

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri
Chiarissimo Professore Mario MONTI
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370 00187 ROMA

Questa lettera, Signor Presidente, è virtuale. L’ intestazione rimane sempre quella a cui ho indirizzato realmente la precedente, che peraltro ho ritenuto pubblicarla sul sito “Bella Ciao”. Non insisto a scriverle nuovamente, inviandole altro cartaceo; rischierei di essere frainteso come logorroico e pusillanime. Lei ha molto da fare in questa fase della sua vita e, comprendo bene che non Le sarà possibile rispondere alle centinaia di migliaia di lettere che, ogni giorno, sicuramente, inondano il suo ufficio.
Con la presente mi permetto, tuttavia, per chi vorrà, eventualmente, porla alla Vs. attenzione che, una mia riflessione è ancora d’obbligo: la crisi c’è, è assodata ed è legata ad una moneta che non è il dollaro o lo yen, ma una moneta, mi consenta, anomala, perché debole, in quanto non ha dietro una banca centrale come garante del debito pubblico internazionale, come invece accade per altre monete diverse, quali, appunto, il dollaro, la sterlina o lo yen. Se la crisi è legata principalmente all’ euro, tale crisi sarà persistente fino a quando l’ Europa non cambierà strategia, puntando non solo sul rigore, ma anche sulla crescita dell’ economia. E qui sta il punto! La crescita dell’ economia! Prima che la speculazione di questa moneta si scagliasse, in aggiunta ai cosiddetti affari interni, sul nostro paese, io ritengo che il governo precedente avesse dato prova di sapere mantenere gli impegni presi con la BCE. Stava tenendo sotto controllo i conti pubblici, tagliando le spese improduttive dello Stato e senza mai aumentare la pressione fiscale! Qui, invece, con questa manovra, si sono soltanto elevate e ricostituite imposte per i contribuenti e, in un certo qual modo, ripristinata una condizione da regime totalitario, con il controllo dell’ ufficio delle entrate dei conti correnti bancari di tutti. Tutta è in aumento e forse, a dismisura, per cui di sacrifici sono, certo, tutti, indistintamente, a farli, anche coloro che sono benestanti. Tuttavia, per quanto riguardano i costi delle infrastrutture pubbliche, il volume di spesa che determinati Organi dello Stato fanno fronte ogni anno, nonché i privilegi d’ indennizzo che hanno i politici di governo, fino ai consiglieri regionali, non se n’è parlato. Non mi sembra, allora, che questa manovra addotti provvedimenti all’insegna dell’ equità! I contribuenti devono obbedire, “comandi signorsì”, mentre i gentili signori rappresentanti della politica nazionale e regionale continuano a godere di uno “status” che, in una democrazia che si rispetti, ha solo il sapore di una grande ingiustizia sociale! Aggiungo che, a proseguire nel mandato che aveva il precedente governo, cui una pletora rissosa di gente non ne condivideva il programma, basato anche sui tagli, Lei dovrebbe, a mio avviso, continuare ad esercitare quel rigore che Lei stesso conclama e cioè eliminare nelle varie voci di spesa, distinte per capitolo di bilancio, risorse finanziarie che continuano a giustificare solo sprechi. Quale esperto economista, di cui è indubbiamente pregevole la sua esperienza, Lei dovrebbe farsi dare, per ciascun Ente pubblico di massima rilevanza istituzionale, quale il Quirinale, il Parlamento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione, la Provincia e svariati Enti pubblici Locali, una relazione di spesa, per bilancio consuntivo e di previsione, dove, con distinzione per capitolo, Lei stesso potrà valutare la pertinenza o meno del fabbisogno finanziario necessario a “sopperire” alle richieste che annualmente ciascuno di questi Enti sopra citati, fanno allo Stato. Comprenderà che molte voci di spesa sono inutili, per cui è lì che dovrà tagliare e così, con tale tenore, lo dovrebbe fare per tutta l’ Amministrazione Pubblica.
Con questa seconda manovra, sempre a mio avviso, l’ economia potrà ripartire, altrimenti il rischio, che è già realtà, è solo la stagflazione!
Ci pensi signor Presidente! Ci pensi e traduca la Sua esperienza nelle aspettative che la gente, ora, guarda a Lei, non con poca perplessità e sfiducia.
Mi auguro che questo scritto Le possa arrivare a Sua conoscenza. Grazie.

Monselice, 2 gennaio 2012

Adalberto de’ Bartolomeis